2023-01-12
Reddito di cittadinanza indebitamente percepito. A Roma danno da 711.000 euro
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I Carabinieri di Roma Centro hanno denunciato 113 persone, di cui 111 stranieri e 2 rom, perché percepivano indebitamente la misura di assistenza. Quasi tutti vivevano in centri di accoglienza, in particolare quello di via Amarilli, gestito fino a poco tempo fa da una cooperativa che si occupava di immigrati.Reddito di cittadinanza e stranieri un binomio che ha creato un buco da oltre 700.000 euro, per la precisione 711.000, alle casse dell’Inps. È quanto scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia Roma centro che con una serie di deferimenti, fatti a cavallo tra il 2022 e il 2023, hanno scoperchiato l’illecito messo a segno da 113 persone (di cui 111 straniere e due di origine rom). Come se non bastasse la maggior parte degli indebiti percettori risiedeva in alcuni centri di accoglienza della Capitale. E va da sé che bivaccassero, quasi tutti, nel biglietto da visita della città: ovvero Stazione Termini. Area centrale e assai degradata, recentemente finita al centro delle cronache nazionali per il tentato omicidio di una giovane turista israeliana per mano di un clochard.L’attività investigativa degli uomini dell’Arma si è concentrata lungo il periodo 2019-2022 e in questo lasso di tempo lo stratagemma usato dagli stranieri per ottenere il reddito di cittadinanza, aggirando le regole, era sempre lo stesso: un’autocertifcazione falsa (per accedere al sostegno se ne presenta più d’una), nella quale attestavano di risiedere in Italia da almeno 10 anni, condizione imprenscindibile per presentare la domanda.Ai percettori erano garantiti mediamente 500 euro mensili a testa. Molti, come detto, erano residenti nei centri di accoglienza per stranieri di Roma. Strutture, in alcuni casi dismesse o attualmente impiegate in un altro servizio (per esempio l’accoglienza dei profughi ucraini), che si trovano in via Amarilli, via del Colle della Mentuccia, via degli Astalli e via Tiburtina 994. Proprio in quest’ultima sede, fino al 2021, ha operato la cooperativa sociale Eta Beta. All’interno di uno stabile situato a fianco della sede dell’istituto salesiano Teresa Gerini Torlonia e che nell’estate del 2021 ha ospitato 107 persone, di cui 24 sono state deferite. «Quella di concentrarci sugli edifici, e non sui singoli individui», spiega alla Verità il comandante Roberto Martina, «è stata una precisa scelta investigativa che ci ha consentito di restringere il campo. Nel corso delle indagini, inoltre, abbiamo scoperto che alcuni soggetti avevano presentato anche più di una domanda per ottenere il reddito di cittadinanza». Adesso tutti rischiano da due a sei anni di reclusione.Intanto le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Fabrizio Tucci, proseguono: infatti sotto la lente degli investigatori sono finiti un centinaio di extracomunitari (alcuni già pregiudicati). Resta da chiarire se gli operatori delle cooperative presenti nei centri di accoglienza abbiano avuto un ruolo attivo, magari facendosi dare una parte dei soldi erogati ai percettori stessi.Poi c’è il capitolo dei laschi controlli, pressoché inesistenti, dell’Inps su chi siano i reali beneficiari del reddito di cittadinanza. Tema che dal 2019, anno di introduzione del provvedimento bandiera del M5s, come un mantra continua a riproporsi, ma che forse spetta alla politica cercare di risolvere.