2023-04-27
«Recovery, grossi ritardi sugli asili. L’esecutivo sta cercando di salvarli»
Raffaele Fitto (Imagoeconomica)
Raffaele Fitto: «Diversi Comuni non rispetteranno le scadenze». Altro che aiuti alla natalità.Se una delle piaghe più drammatiche dell’Italia contemporanea è il crollo delle nascite, con i conseguenti invecchiamento della popolazione e calo demografico, quello che ha detto ieri il ministro delle Politiche Ue Raffaele Fitto sullo stato di avanzamento del Pnrr non autorizza a essere ottimisti. Dopo l’allarme lanciato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, con tanto di polverone politico sollevato dalle opposizioni, e la proposta di meno tasse a chi fa figli avanzata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (che invece non ha trovato nessuno contrario), chi ha ascoltato in entrambi i rami del Parlamento l’informativa di Fitto ha dovuto constatare che qualcosa non quadra. Soprattutto se molti degli allarmi fin qui pervenuti sono stati lanciati dagli amministratori locali, preoccupati nei Comuni più piccoli dal rischio spopolamento.Ebbene, proprio a livello comunale si sta materializzando il primo vero grande flop del Pnrr, come ammesso dal ministro in Aula, e cioè l’impossibilità pratica di rispettare l’obiettivo - previsto dalla roadmap del Pnrr - di creare 260.000 nuovi posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia entro il 2025. I progetti incardinati per questa data sono 27, e per tre di questi il ministro ha fatto capire che se Bruxelles non accorderà una rimodulazione della tempistica, c’è la seria possibilità di sollevare bandiera bianca. «Fra i 27 obiettivi Pnrr da realizzare entro il 30 giugno 2023», ha spiegato Fitto, «ci sono alcuni obiettivi da rimodulare», aggiungendo che «l’interlocuzione con la Ue è per mantenere gli obiettivi e i finanziamenti garantendo la loro realizzazione entro il 2026». Gli altri due obiettivi a rischio fallimento sono la sperimentazione dell’idrogeno nei mezzi di trasporto pubblico e il progetto Cinecittà. «È molto importante dire», ha tenuto a puntualizzare Fitto, «che sicuramente ci sono alcune criticità ma anche su questo non è il caso di costruire allarmismi: è evidente che stiamo lavorando al raggiungimento di questi 27 obiettivi al 30 giugno ma c’è l’esigenza di intervenire preventivamente per correggere alcuni obiettivi intermedi ma col mantenimento dell’obiettivo finale. E mi riferisco ad esempio al piano degli asili nido: il governo sta cercando di salvare gli asili, perché a oggi sono stati accumulati grossi ritardi, ci sono Comuni che riescono a raggiungere il target del 30 giugno e altri non ce la fanno. Noi stiamo trattando con la Commissione Ue per salvare l’obiettivo che cuba 4,6 miliardi di finanziamenti». Va aggiunto che l’obiettivo fissato dall’Ue su questo punto è tanto importante quanto alto è il gap del nostro Paese rispetto alla media dei 27 sui posti disponibili negli asili nido. Il problema si è generato nei Comuni a causa delle pastoie burocratiche che hanno paralizzato le procedure di apertura dei bandi e di assegnazione dei lavori per la realizzazione delle strutture. Che la situazione fosse estremamente complicata lo si è capito quando l’iniziale scadenza al 31 marzo dei bandi era stata prorogata al 31 maggio, ma nonostante ciò le pratiche portate a compimento sono state pochissime. Il Pnrr ha stanziato 4,6 miliardi di euro per la costruzione di 1.857 nuovi asili nido e 333 scuole materne, e se questo obiettivo non sarà rimodulato a rischio c’è la quarta rata dei fondi, pari a 16 miliardi di euro. Prima di pensare alla quarta rata, però, c’è da incassare la terza, il che per ora non è così scontato: «Per la terza rata del valore di 19 miliardi», ha spiegato Fitto, «riferita ai 55 obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza assegnati all’Italia nel secondo semestre 2022, si proseguirà con l’invio di ulteriore documentazione in un confronto costante e propositivo con la Commissione europea per raggiungere questo obiettivo che nelle prossime ore dovrà trovare una soluzione anche perché si completa il mese di proroga».Altro fronte caldo, quello di alcuni interventi inseriti dal governo Draghi nelle opere da realizzare coi fondi del Pnrr ma sui quali l’Ue ha espresso parere negativo. In cima a questi, due stadi di calcio, quello di Firenze e quello di Venezia. Che a questo punto saranno depennati (o quasi) dall’elenco, come ha spiegato il ministro: «In queste ore», ha detto, «il governo sta predisponendo per superare questa difficoltà, ma è evidente che i due interventi non riguarderanno più l’interlocuzione con la Commissione». Poco dopo le parole di Fitto è arrivato il nuovo decreto interministeriale che ha tolto i due stadi dal Pnrr. Il caso, nel capoluogo toscano, è diventato anche politico, laddove il leader Iv ed ex premier Matteo Renzi ha polemizzato contro l’ex fedelissimo e attuale sindaco Dario Nardella e il presidente della Regione Eugenio Giani, entrambi del Pd: «Non posso accettare», ha detto, «che i soldi pubblici vadano a pagare lo stadio di calcio della mia squadra del cuore. Ho detto a Nardella quello che pensavo e infatti in Europa ci hanno detto no». In termini generali, infine, Fitto ha ribadito che «il governo vuole raggiungere il risultato della spesa dell’intero Pnrr e a maggio presenterà la relazione semestrale», mentre sulla governance «è stato firmato alla presidenza del Consiglio il dpcm che dà attuazione al decreto».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)