E’ la Pinacoteca Albertina di Torino ad ospitare ( dal 7 novembre all’8 dicembre 2024) la personale della fotografa Ivana Sunjic, una raccolta di 80 suggestivi scatti che raccontano luci e ombre, luoghi e persone di uno dei Paesi fra i più affascinanti e contraddittori del mondo. Una bimba con la sua capra, un ragazzo con il turbante, un fruttivendolo, un sarto, una venditrice di fiori. E poi Varanasi, lì dove il Gange costituisce l'unico posto della terra in cui gli Dei, secondo l’induismo, permettono agli uomini di sfuggire al Samsara e al Mokcha, in un perpetuo ciclo di vita, morte e rinascita. C’è tutta l’India, con i suoi colori abbaglianti e i suoi odori pungenti, nelle straordinarie immagini della fotografa croata (ma italiana di adozione) Ivana Sunjic, che a una carriera di manager di successo ha preferito la fotografia, sotto la guida di un maestro d’eccezione: Steve McCurry, da cui ha imparato « a far diventare una fotografia bella una fotografia straordinaria … ». E negli scatti della Sunji, straordinario è l’uso della luce, la capacità di andare oltre l’ovvio per catturare l’essenza , la maestria nell’immortalare i soggetti come fossero opere d’arte, in set fotografici improvvisati nelle strade caotiche e rumorose, dove la confusione si fonde con il misticismo, le donne in sari con le nudità dei santoni: « Il mio viaggio in India è consistito nel trovare una nuova fotografia, la mia – ha dichiarato l’artista - quella che non somiglia a nessun altro, quella che scava dentro e non ha scuse. Si esprime con un linguaggio riconoscibile e riconducibile a una cosa sola: a me stessa. Per me c’è una sola via d’uscita, buttarmi dentro a una ricerca fotografica travolgente. Affrontare i miei demoni, fotografarli, perdonandoli, uno a uno, chiedendo agli angeli di essermi di supporto e gioiosamente, rinascere ». Per la Sunji, questo viaggio (finanziato con una campagna di crowdfunding di oltre 100 donatori) ha costituito una tappa fondamentale nel suo cammino di crescita, professionale e umana, l’occasione che aspettava per lasciarsi alle spalle la sua «vita precedente » e rinascere «sottoforma di fotografa».La Mostra a TorinoE Rinascita - per la precisione Reborn – Through India To My Soul - è anche il titolo della bella mostra allestita alla Rotonda di Talucchi della Pinacoteca Albertina di Torino, un’esposizione che, attraverso una selezione di 80 scatti, racconta il viaggio di Ivana Sunji tra storie, paesaggi, tradizioni e sguardi di un Paese dalla storia millenaria. Un percorso espositivo di grande fascino, suddiviso per categorie tematiche: si parte dal’anima, con intensi posati di persone comuni e si arriva alla cornice, straordinaria raccolta di paesaggi, architetture, scorci di vicoli e strade. Nel mezzo, la gioia, il passaggio, il paradosso (dove nulla è come sembra) , le storie, il vissuto. A fare da collante l’India e il magico obiettivo di Ivana Sunjic.
Elly Schlein (Ansa)
Critiche all’incauto boiardo. Eppure, per «Domani» e i deputati, la vittima è Schlein.
Negli ultimi giorni abbiamo interpellato telefonicamente numerosi esponenti del centrosinistra nazionale per sondare quali fossero gli umori veri, al di là delle dichiarazioni di facciata, rispetto alle dichiarazioni pronunciate da Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, riportate dalla Verità e alla base della nuova serie di Romanzo Quirinale. Non c’è uno solo dei protagonisti del centrosinistra che non abbia sottolineato come quelle frasi, sintetizzando, «se le poteva risparmiare», con variazioni sul tema del tipo: «Ma dico io, questi ragionamenti falli a casa tua». Non manca chi, sempre a sinistra, ammette che il caso Garofani indebolirà il Quirinale.
Vincenzo Spadafora ed Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
L’operazione Ruffini, che Garofani sogna e forse non dispiace a Mattarella, erediterebbe il simbolo di Tabacci e incasserebbe l’adesione di Spadafora, già contiano e poi transfuga con Di Maio. Che per ora ha un’europoltrona. Però cerca un futuro politico.
Ma davvero Garofani ha parlato solo una volta? No. Francesco Saverio Garofani, il consigliere per la Difesa del presidente Mattarella, non ha parlato di politica solo una volta. Possiamo dire che solo una volta le sue parole sono uscite. Così, la sua incontenibile fede giallorossa si è avvitata all’altra grande passione, la politica, provocando il cortocircuito.
Roberta Pinotti, ministro della Difesa durante il governo Renzi (Ansa)
Per 20 anni ha avuto ruoli cruciali nello sviluppo del sistema di sicurezza spaziale. Con le imprese francesi protagoniste.
Anziché avventurarsi nello spazio alla ricerca delle competenze in tema di Difesa e sicurezza del consigliere del Colle, Francesco Saverio Garofani, viene molto più semplice restare con i piedi per terra, tornare indietro di quasi 20 anni, e spulciare quello che l’allora rappresentante dell’Ulivo diceva in commissione.Era il 21 giugno 2007 e la commissione presieduta dal poi ministro Roberta Pinotti, era neanche a dirlo la commissione Difesa. Si discuteva del programma annuale relativo al lancio di un satellite militare denominato SICRAL-1B e Garofani da bravo relatore del programma ritenne opportuno dare qualche specifica.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 21 novembre con Flaminia Camilletti







