
L'offesa di Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma, in campagna elettorale per la Svp. Ma sbaglia bersaglio: l'assessore è del suo partito e i vertici della struttura vengono dalla Germania.«Per un tempo oltremodo eccessivo l'ospedale di Bolzano è stato lasciato nelle mani degli italiani che l'hanno mal gestito. Adesso ce lo riprendiamo». L'insulto crucco arriva dal Landeshauptmann (presidente della provincia) Arno Kompatscher durante l'assemblea dei delegati della Südtiroler volkspartei che una settimana fa gli hanno affidato il ruolo di capolista del partito in vista delle provinciali e regionali di ottobre con un plebiscito: il 95,6% dei voti. Chiaro il suo profilo di governo: «Ascoltare, trattare e decidere» rispetto i tre capisaldi della sua campagna elettorale: autonomia, tradizione e pari opportunità. E il presidente sudtirolese, nel suo discorso all'insegna della «gentilezza», all'interno del capitolo riforma sanitaria, ha difeso il principio «un ospedale, due sedi» perché «non vogliamo un nosocomio centralizzato come succede in altre regioni». Quindi bene gli ospedali delle valli ma non quello di Bolzano dove ci sono lunghe liste d'attesa, affollamento al pronto soccorso, reparti sovraccarichi e mancanza di personale. Le dichiarazioni del presidente sul San Maurizio hanno lasciato del tutto indifferenti i fedelissimi alleati Roberto Bizzo e Partito democratico.Non la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore che è a dir poco indignata: «Parole agghiaccianti, Kompatscher si deve dimettere. Mentre si parla tanto di razzismi qualcuno venisse a fare una gita in Alto Adige dove da decenni si fa il censimento etnico razziale per far sì che i posti pubblici si dividano tra i tre gruppi, italiano, tedesco e ladino. Anche in ospedale non si assume per merito ma per lingua e se non ci sono i medici che parlano tedesco, vengono assunti con contratto privato. Se l'ospedale fa acqua è per colpa delle rigide regole politiche della gestione. Inoltre Kompatscher è paradossale: i vertici ospedalieri, come tutti i posti pubblici apicali, sono tedeschi, quindi non sono gli italiani a “fare le cose con i piedi" come ha detto lui». Ma l'azzurra va oltre: «Anche se le frasi di Kompatscher sono da campagna elettorale sentendosi la Svp minacciata dalla destra tedesca, sono comunque senza coscienza e mostrano un grave senso di irresponsabilità. È presidente di tutti, anche se siamo divisi in 3 gruppi, e lui rappresenta un ente locale dello Stato italiano e perciò non può usare parole razziste. Forza Italia lancia una petizione locale e nazionale per le dimissioni di una persona inadatta a governare e che manifesta disprezzo evidente per lo Stato e la Costituzione. Io», incalza la Biancofiore, «ho chiesto l'intervento del ministro dell'Interno contro parole e atteggiamenti razzisti nel nostro territorio: mentre governo e partiti cercano di avere dignità in Europa all'interno dei nostri confini non la vogliamo? Qui più che una convivenza civile c'è coesistenza e tolleranza, certe frasi minano la pace sociale. In un'altra regione il candidato avrebbe chiesto scusa e si sarebbe dimesso. Qui non accade…ci vorrebbe una sollevazione nazionale. E aspettiamo di vedere cosa dicono e fanno gli alleati ovvero il Pd».Stessa rabbia da parte di Alessandro Urzì di L'Alto Adige nel cuore: «Colpa degli italiani? Innanzitutto rispetti una componente fondamentale dell'Alto Adige che dà privilegi alla Svp ma soprattutto non sia ingeneroso visto che l'assessore alla Sanità è della Svp, che il capo ripartizione è di fiducia del suo partito, che il direttore generale, al centro quasi quotidiano di disastri inenarrabili, se lo sono scelto addirittura in Germania». Ma se l'ospedale di Bolzano non ha problematiche diverse dalla maggior parte degli ospedali del Paese, il presidente Kompatscher «con una proposta di programma politico elettorale ha dichiarato il sistema di lottizzazione integrale nel nostro territorio» sottolinea l'esponente di centrodestra. «Lottizzazione politica amara anche perché etnica visto che i posti di comando sono per i tedeschi… Un fatto di una gravità assoluta di fronte al quale il Pd, alleato di giunta, quasi non si scompone, rientrando quota parte nella spartizione».Qualche esempio? «La nomina, nei giorni scorsi, alla guida dell'Azienda servizi sociali dell'ex segretaria del Pd, Liliana Di Fede. Unica candidata, si è giustificato il sindaco Renzo Caramaschi, in evidente imbarazzo. E mentre infiamma la polemica sulla Sanità firma il contratto per rappresentare l'operazione simpatia della Provincia verso l'Italia, visto che siamo considerati antipatici, l'ex senatrice del Pd Francesca Puglisi, già legata al senatore Pd Gianclaudio Bressa, eletto con i voti della Svp lo scorso 4 marzo. Anche in questo caso ha partecipato da sola al concorso fantasma. Bene, questo è il sistema Alto Adige che manda in cortocircuito il merito e la credibilità e mostra il clima di rassegnazione verso un sistema in cui è già tutto deciso e chiaro come andrà».Annunciando di aver presentato un'interrogazione al «presidente di tutti» per chiedere chiarezza, Urzì sottolinea un ultimo dettaglio, «ma non indifferente», ovvero che «all'ospedale hanno addirittura sistematicamente sostituito tutte le targhe e le indicazioni interne spostando la lingua italiana dal primo al secondo posto, invece di far funzionare il pronto soccorso». E intanto la direzione ha appena tagliato posti letto a medicina, pneumologia, ortopedia e a breve anche a dermatologia per mancanza di infermieri.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Pubblicati i primi file. Il trafficante morto misteriosamente in carcere disse: «Sono l’unico in grado di abbattere Trump».
La torbida vicenda che ruota attorno alla controversa figura di Jeffrey Epstein è tornata di prepotenza al centro del dibattito politico americano: nuovi documenti, nuovi retroscena e nuove accuse. Tutte da verificare, ovviamente. Anche perché dal 2019, anno della morte in carcere del miliardario pedofilo, ci sono ancora troppi coni d’ombra in questa orribile storia fatta di abusi, ricatti, prostituzione minorile, silenzi, depistaggi e misteri. A partire proprio dalle oscure circostanze in cui è morto Epstein: per suicidio, secondo la ricostruzione ufficiale, ma con i secondini addormentati e l’assenza delle riprese delle telecamere di sicurezza.
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
Requisiti una villa, conti correnti accesi in Italia e all’estero e due automobili, di cui una di lusso. I proventi di attività illecite sono stati impiegati nuovamente per acquisizioni di beni immobili e mobili.
Lo Scico della Guardia di finanza ha eseguito ieri un decreto di sequestro per circa 2,2 milioni di euro emesso dal Tribunale di Roma su proposta dei pm della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di Giancarlo Tulliani, attualmente latitante a Dubai e fratello di Elisabetta Tulliani, compagna dell’ex leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale della Capitale ha disposto nei confronti di Tulliani il sequestro di una villa a Roma, di conti correnti accesi in Italia e all’estero e due autovetture di cui una di lusso, per un valore complessivo, come detto, di circa 2,2 milioni di euro. «Il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, veniva impiegato, oltre che in attività economiche e finanziarie, anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo», spiega una nota. «Quest’ultimo, dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro di provenienza illecita, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, ha trasferito le somme all’estero, utilizzando i propri rapporti bancari.
2025-11-14
Casalasco apre l’Innovation Center: così nasce il nuovo hub del Made in Italy agroalimentare
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)
Dopo le parole di Amara alla «Verità», trasmessa in Cassazione una relazione sul pm «in ginocchio». Si può riaprire il caso Palamara. Le analogie con le inchieste sulla toga Duchini e sulla ex governatrice Marini.
Da settimane i media si stanno occupando del cosiddetto Sistema Pavia, un coacervo melmoso di indagini e affari scoperchiato mediaticamente anche grazie agli scoop della Verità. Ora, sempre grazie al nostro lavoro, sta emergendo come anche in Umbria i pm abbiano usato metodi non proprio ortodossi per raggiungere i propri obiettivi. Ricordiamo che la Procura di Perugia ha la titolarità delle inchieste che coinvolgono i magistrati del distretto di Roma. Una funzione che rende quegli uffici giudiziari una delle Procure più influenti del Paese. Nonostante la sua centralità, resta, però, dal punto di vista dell’organico e forse dell’attitudine, un ufficio di provincia, dove tutti si conoscono e le vite delle persone si intrecciano indissolubilmente.






