2024-11-08
«Rapina al Banco Central», il nuovo thriller spagnolo targato Netflix
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«Rapina al Banco Central» (Netflix)
Dopo i grandi successi con la Casa di Carta ed Elite, il colosso streaming punta sulla serie tv ispirata alla storia vera della rapina alla Banca Centrale di Barcellona nel 1981, disponibile sulla piattaforma da venerdì 8 novembre.
Dopo i grandi successi con la Casa di Carta ed Elite, il colosso streaming punta sulla serie tv ispirata alla storia vera della rapina alla Banca Centrale di Barcellona nel 1981, disponibile sulla piattaforma da venerdì 8 novembre.Le atmosfere sono quelle della Casa di Carta: lo stesso sensazionalismo, la stessa tensione. Un identico scontro fra categorie morali, prima che umane. Solo, reale. Rapina al Banco Central, a differenza della Casa di Carta, non è costruita attorno alla fantasia - vuoi populista, vuoi demagogica - di qualche sceneggiatore, ma attorno a una delle pagine più delicate della storia spagnola.Era maggio, l'anno il 1981. Barcellona era calda, pulsava di vita, felicità. La caduta di Francisco Franco e il fallimento di un tentato golpe, nel febbraio dello stesso anno, sembravano averle infuso una fiducia nuova, incrollabile. Era la forza della democrazia, la riscoperta di uno spirito di popolo. Era la libertà. Quella stessa, neonata libertà che, il 23 maggio, undici persone hanno cercato di soffocare. Seguivano José Juan Martínez Gómez, i volti coperti da un cappuccio. In gruppo, sono entrati alla Banca Centrale di Barcellona, nel cuore della città, rivendicando le istanze del 23-F, il nucleo che tre mesi prima, il 23 febbraio 1981, aveva cercato di sovvertire l'ordine da poco costituito. Non volevano soldi. Volevano la liberazione dei propri commilitoni, dei compagni del 23-F accusati del tentato colpo di Stato. Volevano due aerei, in aggiunta, la promessa di una fuga certa e sicura. In cambio, si sarebbero trattenuti dal giustiziare i trecento e più ostaggi prigionieri della Banca. Minacciavano, gridavano, mentre fuori le autorità competenti preparavano un piano d'azione. Le forze dell'ordine, in quel giorno di maggio del 1981, non si sono arrese alla violenza del gruppo militare. In quattro e quattr'otto, hanno formato un gabinetto di crisi e dato inizio a operazioni di negoziato che si sarebbero protratte per circa trentasette ore. E delle trentasette ore, della tensione interna ed esterna alla Banca, delle dinamiche del gruppo, della politica, della brutalità ha voluto raccontare Netflix, con una serie - Rapina al Banco Central - disponibile online da venerdì 8 novembre.Lo show, diretto da Daniel Calparsoro e scritto da Patxi Amezcua, ripercorre in cinque episodi quello spettacolare braccio di ferro, cercando di spiegare come, alla Banca Centrale di Barcellona, si sia presto valicato il confine di demarcazione tra rapina e attacco alla democrazia. Non erano i soldi, le ricchezze, l'esaltazione popolare dei cattivi a muovere il gruppo. Era la sete di potere, l'idea di poter tenere sotto scacco un intero Paese. C'è storia, dunque, nella serie Netflix, ma c'è altresì la capacità di raccontarla questa storia con la stessa leggerezza un po' grottesca che è stata dei grandi successi spagnoli, dalla Casa di Carta a Elite.
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