2018-12-04
Quota 100 rimane. E i soldi per le cure ai clandestini saranno «liberati»
Manovra in Aula domani. Tra gli emendamenti, lo svincolo di 30 milioni per gli stranieri: torneranno in mano alle Regioni.Lavori quasi completati in casa leghista sulle pensioni, mentre il cantiere è ancora aperto sul fronte dei 5 stelle per ciò che riguarda il reddito di cittadinanza, cosa che contribuisce a far slittare l'approdo della manovra alla Camera a domani. Tra le novità degli emendamenti governativi, dal 2019 le Regioni potranno spendere anche per altre finalità i fondi che finora erano vincolati a garantire l'assistenza sanitaria agli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale. Si tratta di 30 milioni di euro che «confluiranno nella quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale» e saranno ripartiti tra le Regioni secondo criteri e modalità «in materia di costi standard». Inoltre, confermata la «pezza» per gli sbancati messa dalla Lega: i cittadini truffati potranno fare causa agli istituti di credito anche se otterranno il risarcimento.Sul tema pensioni, la giornata di ieri si era aperta con la radicale smentita (in diretta tv, su Raitre, ad Agorà) da parte del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon nei confronti del Corriere della Sera, che aveva presentato una proposta di «Itinerari previdenziali», il centro studi di Alberto Brambilla, come una decisione già assunta dal governo. Qual era l'ipotesi? Una sorta di «scalone» di fine 2018: insomma, consentire di andare in pensione nel marzo del 2019 solo a chi avesse maturato i requisiti di quota 100 (62 anni di età + 38 di contributi) da almeno due anni. Idea risparmiosa e per alcuni versi lodevole, in teoria, in termini di equilibrio dei conti pubblici: peccato che non fosse (e che non sia) la proposta dell'esecutivo.Morale: inevitabile la smentita. «Assolutamente no», ha detto Durigon. «Quota 100 non cambia, 62 più 38, già dal 2019». La Verità lo scrive da giorni: il governo è convinto che, per il primo anno, si possa spendere molto meno dei 6,7 miliardi prudenzialmente stimati nella manovra. E come mai? Non solo perché il rubinetto dei flussi di lavoratori in uscita sarà regolato dalle «finestre», ma perché non si ha ragione di ritenere che tutti gli interessati sceglieranno questa opzione. Lo stesso tipo di valutazione viene fatta dal governo rispetto a quota 100: è un'opportunità, ma non si ritiene che tutti gli interessati la coglieranno. E non tanto per le penalizzazioni (che non ci saranno: nemmeno in termini di contributi figurativi), ma per due altri fattori. Il primo è il mancato guadagno: se vai in pensione prima, rinunci allo stipendio. Il secondo è il divieto di cumulo (fino a un massimo di cinque anni, ma ovviamente può essere meno a seconda della vicinanza di ciascuno alla vecchia soglia dei 67 anni): insomma, se scegli quota 100, non puoi fare altro, anche per favorire il ricambio generazionale. È ciò che ha ribadito, parlando a Rtl, lo stesso Matteo Salvini: «Non ci sono penalizzazioni. A 600.000 italiani diamo la possibilità di andare in pensione, ma potranno anche scegliere di continuare a lavorare». In termini più generali, Salvini ha aggiunto che non passa il suo tempo a discutere con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio di «zero virgola, ma solo di cose da fare e azioni da prendere». In ogni caso, sul capitolo pensioni, fonti di primo piano del governo confermano alla Verità che la Lega formalizzerà emendamenti alla manovra in occasione del passaggio parlamentare al Senato. Situazione invece più fluida in casa 5 stelle sul reddito di cittadinanza. La certezza è che resta lo stanziamento prudenziale in manovra di 9 miliardi di euro: anche se, come questo giornale ha scritto molte volte (in epoca non sospetta), proprio la partenza ritardata nel corso del 2019 (realisticamente, a fine aprile) consentirà di risparmiare molto.Non è però chiaro il veicolo che sarà utilizzato per dare forma alla misura: se il M5s scioglierà i nodi presto, ci sarà anche in questo caso un emendamento alla manovra da presentare al Senato. Altrimenti ci sarà un provvedimento autonomo, nella forma di un decreto. Restano in campo anche dubbi di sostanza. Ieri sera i vertici grillini si sono visti, ma non è detto che alla fine diranno sì al (saggio) suggerimento leghista di trasformare la misura (una volta scattata l'auspicata assunzione) da sussidio alla persona in sgravio fiscale a favore dell'impresa. Non c'è una pregiudiziale grillina contro questa possibilità: ma fonti pentastellate fanno sapere che la discussione è ancora in corso sui pro e sui contro di un'eventuale sovrapposizione tra interventi assistenziali ai disoccupati e interventi di defiscalizzazione per le imprese. Cauto - su tutto - il sottosegretario Giancarlo Giorgetti: «La legge di bilancio cambierà il giusto, il sentiero è stretto. È una questione di tempi e di contenuti, anche nella Commissione Ue c'è chi è più comprensivo e chi fa la parte del cattivo, ma stiamo dialogando e stiamo negoziando».Infine, parlando a Torino all'incontro organizzato da diverse sigle imprenditoriali, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che nella scorsa legislatura aveva accompagnato il cammino dei governi a guida Pd (fino al coinvolgimento - fuori onda inclusi - nella campagna referendaria a sostegno di Matteo Renzi), ha alzato i toni, modificando atteggiamento rispetto ai giorni in cui dialogava in tv con Luigi Di Maio (prima) e a quelli in cui rilasciava interviste di incoraggiamento alla Lega (dopo). Ora né l'una né l'altra cosa: «Se siamo qui è perché la nostra pazienza è quasi finita», ha dichiarato ieri. Vedremo cosa sceglierà di dichiarare la prossima volta.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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