2020-02-10
Qui Leu, Stefano Fassina: «Tra una settimana vedremo se poter andare avanti o no»
Il deputato di Liberi e uguali e segretario della commissione Bilancio: «Le discussioni provengono da tutti i gruppi ma non emergono problemi particolari. Alcuni punti specifici, come le concessioni autostradali, avranno comunque altre sedi di discussione, in particolare a Palazzo Chigi».Stefano Fassina, deputato di Liberi e uguali e segretario della commissione Bilancio, c'è clima di battaglia nella discussione sul Decreto milleproroghe...«Le discussioni provengono da tutti i gruppi ma non emergono problemi particolari. Alcuni punti specifici, come le concessioni autostradali, avranno comunque altre sedi di discussione, in particolare a Palazzo Chigi».Avete trovato qualche punto programmatico a parte l'antisalvinismo?«Si deve trovare. Il sottoscritto è stato tra quelli che fin dall'inizio ha messo in evidenza che il governo non poteva nascere all'insegna dell'“anti" ma con una proposta politica per quanto limitata, date anche le differenze tra le forze politiche che compongono la maggioranza. Non dimentichiamo che la principale di queste forze usciva da un'esperienza di governo con un partito molto diverso».Siete soddisfatti della legge di bilancio?«È stata approvata tra grandi difficoltà. Il principale limite è stato la scarsa consapevolezza della sofferenza delle partite Iva, dei lavoratori autonomi e delle micro imprese a causa del soffocamento della domanda interna. Ora si deve definire un'agenda che affronti nodi del Paese in positivo, altrimenti bisogna prendere atto che non ci sono le condizioni per andare avanti».Come verrà condotta questa verifica?«La prossima settimana cominceranno gli incontri tematici a Palazzo Chigi. Se non ne esce un programma convincente, ne prenderemo atto. Sopravvivere non fa bene a nessuno».Finora il governo si è trascinato nei rinvii.«Questo sarà un passaggio decisivo e nei giorni successivi bisognerà tirare le somme».Che previsioni fa sulla durata del governo?«Ritengo che vi possano essere le condizioni per andare avanti se finisce lo smarcamento continuo per ragioni di visibilità».Cioè Matteo Renzi?«In questi mesi abbiamo visto questioni chiuse la sera a Palazzo Chigi e riaperte la mattina dopo sui giornali. Nemmeno a noi piacciono tante cose di questo governo: per esempio, il compromesso raggiunto sulla prescrizione. Se Italia Viva ritiene inaccettabile il faticoso compromesso raggiunto sulla prescrizione se ne prenda atto e si torni al voto».Quali sono i punti programmatici decisivi per Leu?«Innanzitutto, il lavoro, i diritti dei lavoratori e le prospettive delle piccole imprese. Poi la direzione di marcia sull'Unione europea, come ad esempio, il Meccanismo europeo di stabilità: a dicembre con i 5 stelle abbiamo assunto una posizione molto chiara e diversa da quella del Pd e Italia viva che erano sostanzialmente d'accordo sulla firma alla revisione del trattato. Abbiamo raggiunto un obiettivo importante con il ministro Speranza: la cancellazione dei superticket in sanità. Ma, a differenza di altri, non passiamo la giornata a cercare punti sui quali possiamo distinguerci per avere visibilità».Giuseppe Conte non è troppo prudente?«È cambiato il quadro politico della sua azione. Rispetto all'inizio della legislatura, i 5 stelle sono più in difficoltà e c'è stata una scissione nel Pd. Il quadro si è molto complicato e così anche la sua funzione di mediazione». Come valutate l'avvicinamento tra Pd e 5 stelle?«M5s e Pd dovrebbero riconoscere che giocano e devono giocare nella stessa metà campo, opposta a quella del centrodestra che in questo anno e mezzo si è definita in modo molto chiaro e riconoscibile in termini di posizioni ideologiche. Il nostro campo però non è omogeneo, e nessuno deve puntare a ridurlo a un solo soggetto o a un partito unico: qui troviamo un partito importante come il Pd, insediato sulle fasce sociali che in questi decenni hanno beneficiato del mercato unico e della globalizzazione, ma ci deve essere un altro soggetto che invece rappresenta chi si trova in difficoltà, i lavoratori e la piccola impresa boccheggiante che deve avere un'altra rappresentanza. Due soggetti nello stesso campo che si possono alleare ma restano diversi, tanto più con una legge elettorale proporzionale. E sbaglia chi sottovaluta le implicazioni politiche dell'indebolimento del M5s. Serve strutturare una rappresentanza autonoma per le fasce sociali che il Pd non rappresenta più da tanto tempo e che non riuscirà a rappresentare continuando lungo la rotta sulla quale si è posto».Alle regionali cercherete convergenze o vi distinguerete dal Pd come Italia viva?«Per cultura politica, non ci appartiene la testimonianza identitaria. Quando c'è un'elezione a turno unico è chiaro che si cercano le condizioni per convergere. In Puglia, seppure con tutta una serie di punti critici e di proposte nostre specifiche, sosteniamo la ricandidatura del presidente Emiliano».Italia viva fa il gioco del centrodestra?«Si assumeranno la responsabilità delle conseguenze che potrebbe provocare una candidatura alternativa. Però confido anche che gli elettori sapranno riconoscere le proposte serie e quelle strumentali».S.Fil.