2021-07-25
«Questi offrono tutto». Così in Cassazione si brigava per le nomine
Le nuove chat sull'incarico al procuratore generale Giovanni Salvi. Due testimoni sul pranzo di presunta «autopromozione» con Luca Palamara. Lo scontro tra Luca Palamara, rinviato a giudizio a Perugia con l'accusa di corruzione, e il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi prosegue. Con clamorosi sviluppi e chat inedite. Due giorni fa, in aula, l'ex presidente dell'Anm aveva ricordato la presunta «autoraccomandazione» che il suo grande accusatore avrebbe impiattato durante una «colazione leggera, ma gustosa» offerta dallo stesso futuro Pg a Palamara sulla terrazza di un elegante hotel di Roma a due passi da piazza Navona. Salvi, che qualche mese fa ha stabilito che «l'attività di autopromozione, anche petulante» dei magistrati non va considerata un illecito, con noi aveva rispedito le accuse al mittente: «Io non ho avuto, né chiesto alcun favore».Palamara con La Verità adesso rilancia e torna a stigmatizzare la presunta incoerenza del Pg che guida l'ufficio che ha chiesto e ottenuto la sua radiazione dalla magistratura: «Fu un incontro dettato dalla necessità del procuratore Salvi di assicurarsi i voti della componente di Unicost (quella di cui Palamara era rappresentante al Csm, ndr): come si era soliti fare avevamo iniziato ad affrontare con largo anticipo la successione all'allora procuratore generale alla cassazione Lello Ciccolo». Il candidato di Palamara era Riccardo Fuzio, all'epoca avvocato generale della Cassazione, mentre l'avversario più temibile era proprio Salvi, in quel momento Procuratore generale della Corte d'appello di Roma.Continua Palamara: «Iniziammo a parlare 6 mesi prima perché già si stavano facendo gli accordi tra la corrente di Unicost e Magistratura indipendente sul nome di Giovanni Mammone». Ovvero il futuro primo presidente della Cassazione.«Dati i miei rapporti con Fuzio c'era il rischio che la candidatura di Salvi potesse saltare, una candidatura fortemente sostenuta anche da Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, perché gradita all'ala sinistra del Partito democratico».Palamara aggiunge qualche particolare sull'incontro con Salvi: «Il pranzo si svolse nella massima cordialità e ricordo anche che poco prima della fine fummo raggiunti da una coppia di amici del procuratore Salvi». L'ex pm, a questo punto, ci offre un nuovo tassello del puzzle: «A confermare questa attività di autopromozione ci sono le mie successive conversazioni con Giovanni Ariolli, che avvennero in prossimità del voto perché per la nomina del procuratore generale erano decisivi i voti dei componenti di diritto: Gianni Canzio, primo presidente della Cassazione, e Ciccolo». La chat tra Palamara e Ariolli, già segretario generale della Cassazione e oggi consigliere della seconda sezione penale della Suprema corte regalano un quadro abbastanza sconfortante e confermano che neppure dentro al Palazzaccio erano immuni alle logiche del suk quando si trattava di nomine. I messaggi sono a ridosso del voto in quinta commissione del Csm, quella che deve proporre i candidati da far ratificare al plenum.Ariolli, giudice stimato e salito agli onori delle cronache una ventina di anni fa per il suo essere «stakanovista» (stabilì il record di 1.600 sentenze in un anno), faceva parte della corrente di Unicost, sebbene senza incarichi, ed era in buoni rapporti con Palamara. Attualmente è sottoposto a un procedimento disciplinare proprio a causa delle sue chat con l'ex pm.In quella del 10 dicembre 2017 domanda al collega: «Domani Salvi va a parlare con Canzio. Gianni vuole sapere se ci sono novità?». A questo punto Palamara pare rassicurarlo sull'orientamento pro Fuzio del Csm: «Tutto ok». Ariolli riassume quello che riferirà a Canzio: «Ok allora gli dico che il blocco è compatto». Palamara: «Esatto». Ariolli: «E infatti se (Salvi, ndr) lo vuole incontrare significa che ha capito che se i capi di Corte sono compatti, evidentemente per lui non c'è spazio». Palamara: «Esatto. Ho parlato con Gianni». Ariolli: «Canzio riferisce di un tentativo estremo di Md di chiudere un accordo con Mi offrendo tutto». Cioè le toghe progressiste sarebbero state pronte a sostenere anche il candidato primo presidente degli storici avversari pur di portare a casa la nomina del Pg.Palamara alla notizia di Md scatenata replica: «Lo immagino, ma tengono (quelli di Mi, ndr) con noi. Digli di non mollare». Ariolli soggiunge: «Lui (Canzio, ndr) e Lello (Ciccolo, ndr) con te lo diranno anche a Mattarella». L'ex segretario generale del Palazzaccio informa l'interlocutore che i vertici della Cassazione stanno dalla sua parte e che avrebbero comunicato il proprio sostegno a Fuzio anche al Quirinale.A onor del vero, a voler credere ad Ariolli, in quei giorni anche l'ex avvocato generale si stava giocando le proprie carte sino in fondo. Per esempio il 5 dicembre informa l'amico Palamara che «Fuzio sta andando da Canzio e Ciccolo». Risposta di Palamara: «Tu (probabilmente un refuso, ndr) sotto controllo stamattina ho fatto pace con Gianni. Mi raccomando teniamo duro».Il 13 dicembre Ariolli chiede se ci siano «novità» e Palamara lo rassicura: «Teniamo fermamente». Ariolli: «Benissimo». Il 14 dicembre c'è il voto in commissione e Palamara fa il pieno di voti promettendo uno scambio di nomine alla corrente di Piercamillo Davigo. Sulla chat annuncia il risultato al segretario generale senza nascondere la soddisfazione: «Sìììììììììì. Cazzo. 4-1-0». Ariolli: «Grande. Primo presidente?». Palamara: «Mammone 5-1». Ariolli: «Sei un grande».Ma anche dopo queste vittorie Ariolli invita il collega a non abbassare la guardia: «Caro non dare per scontato la partita non fare l'errore di Cassino (dove Palamara vide bocciare dal plenum un suo candidato uscito vincitore in commissione, ndr) aria (Area, ndr) mi ha detto Canzio che vuole andare fino in fondo e Carcano (Domenico, candidato di Md contro Mammone, ndr) gli ha chiesto il voto al plenum. Canzio gli ha detto di no e gli ha suggerito di revocare la domanda (cosa che Carcano, presidente di sezione, farà, diventando poi primo presidente aggiunto, ndr) in un'ottica di unitarietà della Corte. Quindi stai sul pezzo fino alla fine. Stai facendo un ottimo lavoro per la Corte, per tutti e per noi». Palamara è d'accordo: «Sono perfettamente consapevole. Temo fortemente agguati». Ariolli: «Bene allerta. Falli suicidare hanno provato con Canzio come grimaldello. Ma li ha mandati a quel paese».Ma Salvi si autopromosse con Canzio alla vigilia del voto? L'ex primo presidente della Cassazione ieri non si è sbilanciato: «Se c'è stato un incontro con Salvi? Sono notizie riservate che non posso assolutamente darle per telefono. A prescindere che non me lo ricordo neppure, essendo passati quattro anni. I rapporti tra procuratore generale di Roma (Salvi, ndr) e Corte di Cassazione, procuratore generale della Cassazione, erano numerosi, potrebbe esserci stato come no, ma non sono in grado di ricostruirlo». Lei votò Fuzio? «Questo senz'altro. Ho seguito la scelta del procuratore generale Ciccolo che aveva proposto il suo successore. Difficilmente il primo presidente si mette in conflitto».Scusi l'insistenza: Salvi venne o no da lei per autopromuoversi? «No, questo non lo posso dire. Neppure glielo direi se fosse vero. Non intendo prendere posizione su queste vicende, anche perché sono storie molto dolorose per la magistratura».
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