
Un sociologo americano dimostra come si fa a rendere tollerabile una pratica immorale. La chiave è la gradualità: manipolare pian piano le masse finché l'impensabile diventa legale. Già l'hanno fatto con l'uccisione dei feti e con i bimbi travestiti su «Youtube».Il 13 dicembre a Trieste c'era la fiera. Andavamo noi tre: mio padre, mia sorella e io. Alla fiera si compravano due cose. C'erano solo due articoli. Piccoli abeti e arance. Era una fiera verde e arancio, che profumava di resina e di agrumi. L'albero si preparava la sera del giorno di Santa Lucia. Le arance erano le prime dell'anno. Santa Lucia aveva il sapore della spremuta d'arancia e profumava di resina!Oggi vivo in Piemonte, un posto bellissimo, pieno di fiere. Abbiamo la fiera degli asparagi, la fiera del vino freisa, la fiera della tinca, la fiera della cipolla, quella dei peperoni, quella della salsiccia, quella della toma, e così via. Magnifiche bancarelle piene di magnifiche cose da mangiare che siedono in un paesaggio di colline magnifiche coperte da magnifici vigneti.I carpentieri non c'entrano. È una finestra virtuale, con cui si indica l'eccezione che serve per trasformare un'idea da mostruosa a normale, anzi obbligatoria. Il sociologo Joseph P. Overton descrisse uno schema per trasformare un'idea inaccettabile in un'idea obbligatoria, attraverso la graduale manipolazione delle masse. La parola chiave è graduale. Secondo questo signore ogni idea può essere categorizzata in una delle seguenti fasi in base all'atteggiamento dell'opinione pubblica: impensabile (unthinkable), radicale (radical), accettabile (acceptable), razionale (sensible), diffusa (popular), legalizzata (policy). E poi si arriva all'apogeo: l'idea diventa obbligatoria e vengono perseguitati i contrari. Per far passare un'idea da impensabile ad accettabile occorre un episodio specifico, molto carico emotivamente, che convinca l'opinione pubblica, episodio che sembra casuale e spontaneo, e che ha invece alle spalle una micidiale propaganda già costruita. Questo episodio prende il nome di finestra di Overton. La finestra di Overton per l'aborto in Italia fu il caso di Seveso: una nube tossica dovuta a un incidente industriale. Non esisteva l'ecografia all'epoca, e non si era in grado di sapere se l'intossicazione causasse focomelia. Ci fu un'ondata di terrore, i giornali tutti meno uno si dichiarano certi che sarebbero nati mostri, attivisti si mobilitarono. Non ci fu nessun caso di focomelia, solo un bel po' di bimbetti perfettamente sani abortiti da madri terrorizzate. E l'idea dell'aborto passò. All'estero la stessa idea è passata, sempre con le due stesse motivazioni: malformazioni, spesso inesistenti come in Italia, gravidanza da stupro, a volte, come negli Usa, falsa. In Italia è cominciata la caccia al medico obiettore e il fiume di insulti (questi molto folti e variegati, posso garantire per esperienza personale) arrivano a chi come me si oppone alla facilità di aborto e chiede che non sia fatto con denaro pubblico. Almeno in Italia questi discorsi li posso fare, in Francia sarei perseguita penalmente, come è stato perseguito l'anziano ginecologo che a un gruppo di signore, in attesa di abortire, ha distribuito, senza dire una parola, scarpine da neonato: quelle scarpine carine, fatte a maglia, con i loro colori carinissimi, la suoletta che tanto non toccherà mai il suolo. È stato condannato a otto mesi con la condizionale per violenza privata, ma delle signore in attesa dell'intervento ben due hanno cambiato idea e hanno deciso di tornarsene a casa con le scarpine e mettere quelle scarpine sui piedini dei loro bimbi.Chi fa soprattutto da finestra di Overton è la narrazione visiva: film e serie televisive. Il Trono di spade ha sdoganato l'incesto: quando i due fratelli amanti muoiono sotto le macerie, l'ultima cosa che ci viene in mente è criticare l'incesto. Serie televisive, film, fumetti, video musicali fanno da finestra alla più straordinaria e fantastica promiscuità sessuale. Sempre più spesso chi osa sottrarsi alla più becera e autodistruttiva promiscuità sessuale è bollato da cretino bigotto. La inquietante presenza negli Stati Uniti di «drag kid», termine con cui si indicano bambini che desiderano spontaneamente essere drag queen, è una finestra di Overton. Se volete avere un esempio di drag kid digitate su Youtube «Desmond is amazing» oppure «Lactatia»: arriverete ai video di bambini di dieci, undici anni, pesantemente truccati, con parrucche improbabili, che parlano in falsetto, ballano, male, sculettando. Vogliono fare «spontaneamente» la «drag kid» , esattamente come la monaca di Monza bambina «spontaneamente» voleva fare la madre badessa; «spontaneamente» i bambini palestinesi vogliono morire da kamikaze e «spontaneamente» i figli degli acrobati fanno gli acrobati. «Spontaneamente» in tutti questi casi vuol dire che il bambino ha seguito l'unica strada che gli è stata lasciata aperta, l'unica da cui ottiene attenzione e incoraggiamento. Il fenomeno delle «drag kid», nessuno si faccia illusioni, è la finestra di Overton perfetta per affermare che i bambini sono sessualizzati e che non aspettano altro che qualcuno «liberi la loro sessualità».Un ottimo libro su come si costruisce una finestra di Overton è Propagande. Segreti e peccati dei mass media di Giuliano Guzzo.Per comprendere l'importanza della fonazione c'è lo straordinario racconto di un monaco del XIII secolo. Fra Salimbene da Parma, nelle sue cronache, racconta un episodio terribile che ci auguriamo falso. Narra che volendo l'imperatore capire se ci fosse una lingua originaria, affidò un gruppetto di bimbi a nutrici con l'ordine di non parlare mai. I bimbi non sopravvissero all'esperimento. La notizia ci lascia perplessi: bambini affidati a genitori sordomuti crescono benissimo anche se il genitore non parla mai. Bambini sordi si trovano nella stessa situazione di silenzio. Perché le nutrici impedite della fonazione furono un tale disastro? Perché la fonazione si accompagna alla mimica. La mamma «naturalmente» muta, non può parlare, ma sorride molto. Il bimbo naturalmente sordo non sente le parole della mamma, ma ne vede il sorriso. Una donna normale cui è impedito di parlare, istintivamente terrà la mimica che si accompagna al silenzio: il broncio. I bimbi son morti perché avevano perso le loro mamme, e quindi l'allattamento materno, erano affidati a donne fornite di mammelle, ma non di sorriso, sfingi silenti e amimiche. Il loro tasso di endorfine si è abbattuto, il cortisolo è aumentato alle stelle ed entrambi questi fattori abbattono il sistema immunitario. I bimbi sono morti di infezioni. I bimbi prematuri hanno cominciato a sopravvivere quando si è capito l'importanza di ninnarli. Nel cervello di ognuno di noi la ninna nanna scema e con le rime che ci cantavano da bambini ha avuto più importanza della poesia di Giosuè Carducci. Fino a quando non conosciamo la parola, non abbiamo il concetto. George Orwell nel suo geniale libro 1984 ipotizzò una micidiale dittatura che vietava le parole, che imponeva un gergo minimale e amputato, dotato dell'ampolloso nome di «neolingua». Nel libro il gergo minimale e amputato era imposto da una micidiale polizia. Noi l'abbiamo imposto con la bontà: la tenerezza con cui si regalano le sufficienze a scuola, libri di testo sempre più semplificati, sempre più impostati al precotto, predigerito, al postvomitato. Un liceale attuale conosce un numero di vocaboli orrendamente più basso di pochi anni fa, faceva notare il linguista Tullio De Mauro. Dove non c'è parola, il pensiero si ferma. Se non ha la parola per esprimerlo, non può pensarlo. Rileggiamo 1984.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.
Toga (iStock). Nel riquadro, Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.






