2024-12-01
Da ottobre 2022 registrate 15 astensione al mese. Colpiti soprattutto i treni: proclamati 22 giorni di stop solo quest’anno.Frammentazione delle sigle sindacali, esplosione della microconflittualità e concentrazione a livello locale, sono le caratteristiche degli scioperi spesso slegati dai rinnovi contrattuali, che hanno rappresentato una chiara sfida al governo Meloni. Le mobilitazioni interessano soprattutto i trasporti perché è lì che i disagi si fanno sentire di più e l’effetto di visibilità e impatto è maggiore. In 25 mesi con Fratelli d’Italia al comando, come riferito dal vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ne sono stati proclamate 518 in totale, di cui effettuate 374, una media di 15 al mese. Nel 2024 i trasporti sono stati particolarmente presi di mira sia dai sindacati confederali sia da quelli autonomi. Il trasporto pubblico locale, solo a livello confederale, ha collezionato fino ad oggi cinque scioperi, uno da 24 ore uno da otto, gli altri, solo in virtù della precettazione, di quattro ore. Secondo le rilevazioni della Commissione di Garanzia degli scioperi, il complesso del settore (treni, Tpl e aerei), da gennaio a novembre, è stato terremotato da 54 giorni di stop, con una media di uno ogni sei giorni. Sempre secondo i dati del Garante gli scioperi nazionali dei treni nel 2023 sono stati 15 di cui ben dieci di venerdì o di lunedì, quattro nel weekend e solo uno nel mezzo della settimana. E siccome formula vincente non si cambia, nel 2024 emerge come i giorni coinvolti siano stati per dieci volte venerdì o lunedì, sei volte nel weekend e sei volte in altri giorni della settimana. Senza considerare lo sciopero di venerdì scorso. Invece le mobilitazioni nazionali del trasporto pubblico locale nel 2024, sono cadute nove volte venerdì o lunedì, quattro volte nel weekend e tre volte in altri giorni della settimana.Sempre nel 2024, guardando al settore aereo su 14 giornate di sciopero, quattro sono state tra venerdì o lunedì, cinque nel weekend e cinque durante la settimana. Disagi anche nella sanità con lo sciopero nazionale di 24 ore di medici, sanitari e infermieri, il 20 novembre, che ha visto mobilitate soprattutto le sigle autonome. Riguardo all’adesione, i numeri sono sempre una giungla. Per la mobilitazione di venerdì scorso, secondo la Cgil la partecipazione è stata di oltre il 70% e 500.000 persone sarebbero scese in piazza. Diversa la valutazione del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: «Se le Poste hanno aderito al 4%, se i numeri delle scuole danno le adesioni del 5%, evidentemente c’è gente che ha scioperato ma la stragrande maggioranza dei lavoratori ha fatto una scelta diversa. Io rispetto chi era in piazza, stando ai dati dei sindacati 500.000 persone, rispetto anche gli altri 50 milioni di italiani che non hanno aderito». Il ministro può quindi legittimamente dirsi soddisfatto, malgrado i molti attacchi ricevuti, di aver garantito ad alcuni milioni di italiani di poter vivere una giornata quasi tranquilla prendendo le metropolitane, gli autobus e i treni». Da Salvini si leva intanto la preoccupazione per le prossime agitazioni in programma. «Per dicembre son già previsti 15 scioperi e mi sembra che ci sia un problema: è una battaglia politica non la rivendicazione del diritto di sciopero». Effettivamente dicembre si presenta da cardiopalma, in particolare come sempre, nei trasporti: il 15 giornata complicata per chi viaggia in aereo con cancellazione dei voli. Interessati il personale dell’Enav e i lavoratori di diversi settori aeroportuali. Il 13 è la volta dei treni per uno stop generale deciso dal sindacato Usb che dovrebbe coinvolgere categorie pubbliche e private. La protesta durerà 24 ore. Coinvolto anche il Tpl e forse il servizio taxi. Il trasporto merci si fermerà il 9 dicembre su decisione di Cgil, Cisl e Uil e coinvolgerà il personale delle imprese di logistica. In calendario anche una serie di agitazioni per gennaio, dal settore marittimo in Sicilia (Ugl), al trasporto pubblico locale il 10 gennaio degli autonomi Faisa-Confail. Sempre il 10, astensione dal lavoro degli addetti alla manutenzione delle infrastrutture Rfi. A questi si aggiunge una galassia di agitazioni a livello locale. I pendolari ringraziano. Il trend delle mobilitazioni è in palese aumento. Nel 2023 sono stati proclamati 1.649 scioperi (1.618 nel 2022) dei quali ne sono stati effettuati 1.129 (in aumento rispetto al 2022). Sulle 1.649 proclamazioni, 639 nel trasporto passeggeri (aereo, ferroviario, marittimo, pubblico locale), con 449 scioperi fatti (quasi il 40%). Questo settore è tormentato da anni da un ampio fenomeno di microconflittualità, legato alla annosa questione della frammentazione della rappresentanza sindacale. Particolarmente colpito il trasporto aereo con 141 scioperi, rispetto ai 138 del 2022, di cui 58 a livello nazionale. Nel Trasporto pubblico locale effettuati 245 scioperi, contro i 193 del 2022, di cui 17 a livello nazionale. Il Garante sottolinea un fattore interessante: «i dati disaggregati confermano che si tratta di conflitti prevalentemente locali, non legati alle scadenze dei rinnovi contrattuali». Su 1.129 scioperi effettuati nel 2023, 920 hanno avuto una dimensione locale, ben oltre l’80%.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
Finita la caccia al killer dell’attivista Usa: è un ragazzo di 22 anni, convinto dal padre a consegnarsi. Sui bossoli inutilizzati le scritte: «Fascista, prendi questo!» e il ritornello del canto.
Sergio Mattarella (Ansa)
Facendo finta di ignorare le critiche della Meloni, Re Sergio elogia il «Manifesto» rosso di Spinelli. E lo propone nuovamente come base di un’Unione ai minimi storici.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Dal 19 al 21 settembre la Val di Fiemme ospita un weekend dedicato a riposo, nutrizione e consapevolezza. Sulle Dolomiti del Brenta esperienze wellness diffuse sul territorio. In Val di Fassa yoga, meditazione e attenzione all’equilibrio della mente.
Non solo il caso Kaufmann: la Procura di Roma ha aperto diversi fascicoli su società di produzione che hanno goduto di faraonici sussidi. C’è pure la Cacciamani, ad di Cinecittà. Intanto i film italiani spariscono dalle sale.