2024-07-15
Quando la Pelosi invocava rivolte
Da anni il magnate è additato dai big democratici, da Biden e Hillary Clinton in giù, come un pericoloso dittatore. Johnny Depp «scherzava» sul suo omicidio.Fino a prova contraria, l’unico responsabile del tentato omicidio di Donald Trump è l’attentatore. Non si può tuttavia non riconoscere che il tragico evento - in cui, ricordiamolo, ha perso la vita una persona - sia avvenuto in un clima sempre più avvelenato dall’estrema polarizzazione in cui versa l’opinione pubblica americana. Andando indietro nei mesi e negli anni (o anche solo nelle ultime settimane), si ritrovano parole rivolte contro il tycoon, forse non sufficientemente ponderate, che lo ritraggono come il male assoluto. «Donald Trump è una minaccia reale per questa nazione», twittava lo scorso 28 giugno l’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. «È una minaccia per la nostra libertà. È una minaccia per la nostra democrazia. È letteralmente una minaccia per tutto ciò che l'America rappresenta».Non si tratta, purtroppo, di uno dei suoi momenti di scarsa lucidità, perché parole analoghe sono state pronunciate in Michigan, dallo stesso Biden, anche il giorno prima dell’attentato. Rinforzate poi da un ulteriore post su X: «Gli americani vogliono un presidente, non un dittatore». Durante un comizio di poche settimane prima, lo stesso si esprimeva così: «Donald Trump e la dirigenza repubblicana rappresentano un estremismo che minaccia le fondamenta stesse della nostra Repubblica». «I repubblicani Maga», continuava poco dopo, «non rispettano la Costituzione. Non credono nello Stato di diritto. Non riconoscono la volontà del popolo. Le forze Maga sono determinate a riportare indietro questo Paese». E concludeva: «I repubblicani Maga sono intenzionati a distruggere la democrazia americana. Guardano l’America e vedono carneficina, oscurità e disperazione. Diffondono paura e menzogne, menzogne raccontate per profitto e potere. I repubblicani Maga credono che per il loro successo tutti gli altri debbano fallire».Nancy Pelosi, esponente di spicco dei Democratici ed ex speaker alla Camera dei rappresentanti, meno di un anno fa spiegava al Corriere che «l’occasionale occupante della Casa Bianca è un pericolo per la democrazia». La stessa, durante la prima amministrazione Trump, si esprimeva così: «Non so nemmeno perché non ci siano rivolte in tutto il Paese, e forse ci saranno. La gente deve iniziare a scendere in strada. Questo è un dittatore».Leitmotiv caro anche a Hillary Clinton che, nel 2019, parlava di Trump nei termini di un «chiaro pericolo, una minaccia per gli Stati Uniti». Concetto ribadito ad aprile di quest’anno, quando l’ex segretaria di Stato ha sentenziato che «le minacce provenienti da Donald Trump dovrebbero spaventare ogni americano». «Se mai si riavvicinerà alla Casa Bianca», concludeva in quell’intervista, «sarà come avere un dittatore, e non lo dico alla leggera».Da anni si susseguono frasi violente contro Trump, a partire da senatori dem come Jon Tester («Bisognerebbe dargli un pugno in faccia») fino ad arrivare a personaggi come Robert De Niro e Johnny Depp («Quand’è stata l’ultima volta che un attore ha assassinato un presidente?», dichiarò quest’ultimo - a suo dire per scherzo - nel 2017). Nessuno vuole invocare mandanti morali, ma le parole hanno un peso, così come il clima che grava su chiunque non si allinei al pensiero dominante. Ma quando il rivale passa da essere un avversario da battere a un nemico della democrazia, o peggio ancora un dittatore, qualche problema forse sussiste ancora prima che succedano disgrazie come quella a cui abbiamo assistito.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.