
La norma sulla trasparenza del comparto assicurativo è stata approvata dal consiglio dei ministri tre settimane fa e poi è andata alla firma del Colle. A oggi non se ne ha notizia in Gazzetta. Nonostante ciò, l'Ivass ha già avviato il regolamento.Giallo attorno alla legge che dovrà liberalizzare il comparto assicurativo e aggiornalo alle norme Ue sulla trasparenza. Approvato in consiglio dei ministri lo scorso 18 maggio è andato due giorni dopo alla firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a distanza di tre settimane il testo non è ancora finito in Gazzetta ufficiale. Nonostante ciò in modo del tutto anomalo, l'Ivass, l'istituto per la vigilanza delle assicurazioni, venerdì scorso ha diramato un testo alle parti in causa. Per la precisione, sono stati emanati, previa la necessaria procedura di pubblica consultazione, alcuni provvedimenti che attuano un decreto legislativo che però è ancora inesistente.Si tratta dello schema di regolamento sulla distribuzione assicurativa che «reca una disciplina organica con riferimento alle regole di accesso al mercato, di esercizio dell'attività, di condotta nella fase di vendita alla clientela, di formazione e aggiornamento professionale degli operatori». In ballo c'è anche lo schema di regolamento sulla trasparenza, pubblicità e realizzazione dei prodotti che «introduce i documenti informativi precontrattuali (Dip) dal formato unitario e dai contenuti standardizzati, per agevolare la comprensione e la comparazione dei prodotti (vita e danni) da parte dei consumatori». Ivass, sempre venerdì scorso, ha avviato pure lo schema di regolamento sulle sanzioni, che «definisce i criteri per l'individuazione della rilevanza della violazione, la nozione di fatturato per l'applicazione delle sanzioni pecuniarie e l'accertamento unitario di più violazioni». Insomma, tutto pronto per partire in quarta. Peccato che la legge non ci sia ancora e soprattutto non si capisce che fine abbia fatto. Tanto più che il decreto in questione ha avuto un parto veramente delicato. La direttiva europea Idd sulla distribuzione assicurativa è stato recepito dal governo Gentiloni l'8 febbraio scorso con una serie di interventi che minavano alla basa la logica della liberalizzazione. Il testo poi è finito alle commissioni e il dibattito successivo ha permesso nuove modifiche positive e mirate alla maggior tutela dei cittadini assicurati. Il senatore grillino, Daniele Pesco, relatore in Commissione speciale dello schema aveva spiegato che «nella normativa attuale all'intermediario è consentito, con autorizzazione dell'impresa di assicurazione, di arrivare alla conclusione del contratto e alla vendita del prodotto finanziario. Nella nuova definizione, invece, questa possibilità scompare e l'attività di distribuzione appare confinata alle azioni informative, istruttorie, preparatorie alla vendita o eventualmente di monitoraggio e gestione post vendita». Il senatore 5 stelle aveva a sua volta fatto notare come si tratti «di una limitazione contenuta solo nel testo italiano della direttiva. Non in quello inglese che contempla la conclusione dei contratti. Un perimetro più stretto che, se fosse recepito dal decreto legislativo, costituirebbe un grave handicap per gli intermediari assicurativi. In Parlamento, al di là del merito del provvedimento, il M5s farà notare al governo che è doverosa una preliminare correzione del testo di recepimento», aveva concluso Pesco. In realtà, spulciando il testo del documento finito in commissione si potevano evincere altre anomalie. La prima riguarda l'esclusiva. Da anni la possibilità di lavorare esclusivamente per una compagnia assicurativa non è prevista per gli agenti assicurativi italiani. Il nuovo decreto inspiegabilmente sembra voler reintrodurre il concetto. Nonostante l'anacronismo, si chiedeva agli agenti di dichiarare al contraente l'eventuale esclusiva. Queste ultime voci sono state modificate in commissione e recepite , come ovvio, dal consiglio dei ministri. Ora si muove l'Ivass senza che il testo sia in Gazzetta. Solo che la politica assicurativa italiana compete al ministero dello Sviluppo economico. Ci sono da aspettarsi nuove frizioni su questo tema. D'altronde il comparto assicurativo muove tanti miliardi è tra i principali del nostro Paese.
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