2021-04-15
Pure «Striscia» nel tritacarne «antirazzista»
I conduttori messi alla gogna dal profilo Instagram americano «Diet Prada» per un innocente sketch sui cinesi. Il blog nel 2018 accusò anche D&G, procurando danni d’immagine ed economici. La Hunziker, sposata con lo stilista Trussardi, si è dovuta scusareAvviso per tutti i bambini delle scuole primarie italiane: sostituire per scherzo le «r» con le «l», e allungarsi gli occhi con gli indici, è razzista nei confronti dei cinesi e non andrà più fatto. Avviso per tutte le aziende: pubblicità e gag di questo tipo sono discriminatorie e si verrà boicottati e distrutti su tutti i mercati. Lo ha deciso una pagina Instagram Usa di nome Diet Prada, (2,7 milioni di seguaci) che ha già messo nel mirino Dolce & Gabbana (che li ha denunciati). In questi giorni, il blog ha attaccato Gerry Scotti e Michelle Hunziker per un innocente siparietto a Striscia la Notizia, in cui facevano la più classica imitazione dei cinesi. E Diet Prada ha coinvolto addirittura la figlia della Hunziker, Aurora Ramazzotti, che non c’entra nulla. L’ultima idiozia del politicamente corretto, insomma, oltre a essere una minaccia per le aziende italiane, è a sua volta politicamente scorretta. Nella puntata di Striscia fulminata dalle cyberbadanti di Diet Prada, che si occupa di moda e varia umanità ed è molto temuta nel settore per ogni suo byte, i due conduttori italiani si sono permessi di lanciare un servizio sulla sede di Rai Cina facendo gli occhi a mandorla e parlando come i cinesi delle barzellette. «Gerry Scotti, ex membro del Parlamento italiano, e Michelle Hunziker, attrice e modella italo-svizzera, hanno iniziato deridendo la pronuncia cinese della lettera R, chiamando la rete “LAI” invece di RAI», denuncia il blog a stelle e strisce. Che prosegue così: «I conduttori hanno quindi continuato alzando gli angoli degli occhi alla maniera dei comuni gesti razzisti intesi a caricaturizzare i lineamenti asiatici». Orrore profondo. E a un certo punto «con gli occhi alzati, Hunziker ha parlato in modo incomprensibile». Quindi, occhio anche a parlare in modo incomprensibile. Un po’ inquietante la chiusa pseudo informativa dei blogger: «L’episodio è stato seguito da 4.662.000 spettatori secondo Auditel, società che misura i dati della TV italiana. Striscia la Notizia va in onda su Canale 5, un canale televisivo di Mediaset, società di mass media di destra di proprietà dell’ex premier Silvio Berlusconi». A parte il fatto che definire di «destra» Mediaset, forse, è leggermente grossolano, quando si indicano gli spettatori o i lettori di un media in un contesto così negativo, talvolta si tratta di un modo di preannunciare richieste danni, che usano questo numero come moltiplicatore dell’importo finale.L’accusa di razzismo è talmente demenziale che non meriterebbe altro spazio, se non ci fossero risvolti sgradevoli e interessi concreti in gioco, visto che ormai tra reputazione e fatturato c’è un legame sempre più forte, come dimostrò la famosa scivolata di Pietro Barilla sulle famiglie gay negli spot, otto anni fa. Sul caso Striscia, Diet Prada ha fiondato su Instagram anche storie di Louis Pisano, americano che vive a Milano e si autodefinisce «un aficionado presuntuoso dei social media», nonché creativo e appassionato di «cultura pop, moda e diversità». Pisano ha rivolto un appello, taggandola, ad Aurora Ramazzotti: «Per favore, parla con tua madre. Questo è troppo. È così disturbante che queste persone continuino a essere presenti su media seguiti da milioni e milioni di italiani che vengono influenzati e informati da questo tipo di comportamento». Insomma, ormai siamo al cortocircuito totale tra influencer, blogger e sceriffi del politicamente corretto. La figliola della Hunziker e di Eros Ramazzotti è da giorni protagonista di una confusa crociata contro il catcalling (fischi e commenti non richiesti sul corpo), in cui si mettono insieme volgarità, maleducazione, molestie vere e proprie, intimidazioni e reati veri e propri. Insomma, si rischia un secondo MeToo, ma la ragazza stessa, sui social, è stata investita dalla consueta marea di insulti e nefandezze. Ecco, le mancava giusto Diet Prada che le «consiglia» di far ragionare la madre, seminando zizzania in famiglia. Per altro, la stessa Hunziker è stata presa per anni in giro per le origini svizzere, ma evidentemente prendere in giro gli svizzeri si può. Dovrà rigare dritto anche lo stilista e imprenditore bergamasco Tomaso Trussardi, figlio di Nicola, e attuale marito della showgirl di Mediaset. Non ha fatto sketch parlando con la «l», ma Diet Prada, alla fine del 2018, condusse una dura campagna contro Dolce & Gabbana, per alcuni spot in Cina, accusati di essere sessisti e razzisti. Vi si vedeva una modella imbranata nel mangiare cibo italiano, il tutto in un’immagine un po’ da macchietta della Cina, fatta di lanterne e abuso del colore rosso. Poi c’era anche la sequenza con un cannolo siciliano, con una voce maschile fuori campo che diceva alla ragazza cinese: «È troppo grande per te?». Ci sono cose più eleganti, certo, e anche i luoghi comuni possono piacere o meno. Tuttavia per D&G fu una bella gatta da pelare. Ma anche per Diet Prada, che si è beccata una richiesta di risarcimento da mezzo miliardo di euro. Succede quando si è di fronte a un fenomeno ibrido come quello di alcuni blogger, piazzisti di merci varie, ma giornalisti quando conviene.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)