2021-02-28
Proroga per la rottamazione ter In vista condono e riforma dell’Irpef
Verrà spostata la scadenza del 1° marzo. Però restano 50 milioni di cartelle. Sul tavolo l'ipotesi di cancellare tutte le posizioni fino a 5.000 euro. Il primo passo per la pace fiscale e una nuova tassazione.Dl Sostegno: soldi in base alle perdite. I sussidi non dipenderanno più dai codici Ateco. In totale, il governo ha a disposizione 32 miliardi di extradeficit. Altre otto settimane di Cig da usare fino al 31 dicembre.Lo speciale comprende due articoli. Al via la proroga per il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. È infatti in corso la redazione del provvedimento che andrà a spostare più avanti la scadenza del 1° marzo per le misure legate alla pace fiscale (rottamazione e saldo e stralcio). A comunicarlo è stato il ministero dell'Economia, che ha specificato come «il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione ter. Il provvedimento entrerà in vigore successivamente al 1° marzo 2021 e i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto».Questo significa che l'atto che andrà a prorogare ufficialmente le scadenze fiscali di marzo non è ancora pronto, e lo si vedrà successivamente alla data di scadenza prevista per le cartelle, ma i contribuenti possono tirare un sospiro di sollievo e non versare, almeno per il momento, le rate fiscali competenti. Quando uscirà il provvedimento definitivo si conoscerà la data entro la quale saldare le somme rimanenti del 2020 e le prime del 2021. Per quanto riguarda invece l'invio di 50 milioni di cartelle fiscali, rimandate in extremis dal governo Conte da inizio anno al 1° marzo, l'Agenzia delle entrate è pronta a inoltrare gli atti. Come anticipato da diversi quotidiani, il nuovo esecutivo sta però pensando di dilazionarne l'invio su più annualità. Dunque, sì alla partenza delle prime cartelle lunedì ma spalmate su due anni. L'obiettivo è quello di cercare di non appesantire ulteriormente i contribuenti che hanno subito danni economici a causa della pandemia dal pagamento anche delle tasse arretrate. A tutto questo si aggiungerebbe anche un'ulteriore misura, che dovrebbe vedere la luce proprio nel decreto Sostegno (l'ex Ristori 5) della prossima settimana. Parliamo dello smaltimento del magazzino fiscale per il periodo 2000-2015. Si tratta di tutte le situazioni pendenti in cui il contribuente è morto, l'azienda è chiusa o fallita e da cui lo Stato continua a cercare di ottenere gli arretrati con scarsi successi. Si parla di circa 70 milioni di cartelle che corrispondono a un valore di quasi 650 miliardi. Secondo ItaliaOggi, per queste situazioni si starebbe dunque studiando una saldo e stralcio. E più nel dettaglio il focus sarebbe per le cartelle che hanno una soglia massima di 5.000 euro (somma più alta rispetto a quella del 2018, pari a 1.000 euro). La misura mira a smaltire un cassetto fiscale vecchio e dal quale difficilmente si riescono a ottenere gli arretrati. Bisogna aggiungere che nel decreto di settimana prossima è anche previsto un ristoro ad hoc per gli impianti sciistici, al quali si sommeranno le misure di sostegno universale che saranno date a tutte le attività economiche che hanno subito perdite. Se prima si concedevano gli aiuti solo a determinati codici Ateco, adesso il ragionamento è a 360 gradi. Al momento si sta studiando da una parte su quale percentuale del calo del fatturato intervenire in termini di rimborso, e dall'altra che impatto questa misura, di più ampia portata rispetto alle precedenti, possa avere sul bilancio dello Stato. Queste disposizioni lasciano però una strascico fiscale. Nel senso che ci saranno comunque dei contribuenti che dovranno pagare le cartelle ricevute, e questo perché l'invio partirà come da programma il 1° marzo. In questo caso si ipotizza l'introduzione di una rottamazione quater, che azzeri le sanzioni, gli interessi e permetta al contribuente di rateizzare il proprio debito con lo Stato, pagando più agevolmente. Sembra dunque andarsi a delineare un disegno ben preciso, con cui il governo Draghi potrebbe ricalcare le orme della riforma Visentini del 1973. Oltre a essere stata citata nel discorso del premier alle Camere, per il modo in cui ha modificato il sistema fiscale allora vigente (riforma Vanoni) attraverso l'introduzione di un team di esperti che si sono confrontati prima con le parti sociali e poi hanno presentato una bozza al lato politico per la discussione finale, questa è stata anche la prima che ha introdotto in Italia il condono fiscale. All'epoca era stato visto come un modo per azzerare il passato e lavorare sul presente e sul futuro. Accantonata la flat tax, il centrodestra porterebbe comunque a casa una vittoria su uno dei suoi cavalli di battaglia.I provvedimenti che si stanno prendendo mirano da una parte a sanare delle situazioni pregresse che continuano a intasare il sistema fiscale, senza portare a entrate, e dall'altra a costruire un terreno fertile sul quale installare la nuova riforma fiscale. Le misure sembrano anche «prendere tempo» per poter mettere in pratica proprio quel modello danese e italiano degli anni Settanta del confronto fra le parti sociali, coordinato da un team di esperti che sappia dove mettere le mani per arrivare a modificare gli attuali scaglioni Irpef nel nome della semplificazioni e di una minore pressione fiscale sul ceto medio. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/proroga-per-la-rottamazione-ter-in-vista-condono-e-riforma-dellirpef-2650826123.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="dl-sostegno-soldi-in-base-alle-perdite" data-post-id="2650826123" data-published-at="1614468368" data-use-pagination="False"> Dl Sostegno: soldi in base alle perdite Il governo Draghi tira un colpo di spugna sul sistema dei ristori e introduce il decreto Sostegno. Niente più finanziamenti a pioggia, insomma, ma aiuti alle aziende in difficoltà sulla base delle perdite reali. L'ipotesi è dunque quella di non fare più affidamento sul codice Ateco, ma di sostenere le imprese basandosi sul fatturato dichiarato al fisco. Il governo avrà a disposizione i circa 32 miliardi di extradeficit ai quali il Parlamento ha già dato il via libera e per cui è arrivata anche l'autorizzazione di Bruxelles. E con il primo provvedimento potrebbero anche essere prese alcune scelte selettive. Mario Draghi lo aveva preannunciato parlando alle Camere: «Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi». Di certo, l'unica strada percorribile è quella di procedere con una selezione di finanziamenti alle imprese in crisi. Altrimenti, 32 miliardi potrebbero non essere sufficienti (come è già avvenuto in passato ai tempi del governo Conte bis) per aiutare chi è in difficoltà. Ecco allora che arriveranno fondi - utilizzando le risorse europee Sure - per altra cassaintegrazione. Si ipotizzano otto settimane di Cigo e 26 settimane di Cig in deroga e assegno ordinario da utilizzare entro il 31 dicembre 2021. Il tema è molto spinoso e al momento ci sono ancora poche informazioni chiare. Se, però, l'idea venisse confermata, con il nuovo decreto i datori di lavoro avrebbero un «bonus» di settimane di cassaintegrazione da utilizzare nell'arco dell'anno. Questo porrebbe diversi quesiti una volta partito lo sblocco dei licenziamenti. Innanzitutto, questo significherebbe che ci sarebbero meno licenziamenti? Una volta conclusa la Cig, i datori di lavoro potranno licenziare? Per il momento è difficile avere delle risposte. Quello che è certo è che è sicuramente migliore una soluzione di questo genere, piuttosto che posticipare tutti i licenziamenti, una soluzione costosa e che non risolve il problema alla base. Altre risorse arriveranno per ristorare i lavoratori autonomi dal pagamento dei contributi previdenziali mentre per i lavoratori dello spettacolo e stagionali l'idea iniziale è quella di una indennità da 3.000 euro. Al via, inoltre, anche una ulteriore proroga ai pagamenti delle cartelle esattoriali. C'è poi il capitolo sci, sul quale si è speso in particolare il leghista Massimo Garavaglia, che anche prima di indossare la maglia da ministro del Turismo aveva chiesto interventi per 4,5 miliardi. Di sicuro ci saranno circa 800 milioni per sostenere il trasporto pubblico locale. Il decreto Sostegno sarà la prima risposta alla crisi firmata dal governo Draghi. I ministeri hanno messo a punto le proprie richieste, che con la pausa della crisi di governo si sono accumulate. Sarebbero arrivate più di un centinaio di proposte ed è molto probabile che ci sarà qualche scrematura. Alla messa a punto del testo sta lavorando il ministro dell'Economia Daniele Franco e l'obiettivo è che tutto possa essere pronto la prossima settimana. L'ipotesi è di un testo con circa 25-30 provvedimenti.