2021-04-16
Il piano per riaprire (anche in zona rossa)
Tutti i presidenti sono d'accordo su una bozza improntata alla progressività, al massimo contenimento del rischio e al buonsenso. Pranzo e cena in ristoranti e bar. Il governo potrebbe già rispondere oggiOrmai non si tratta più di essere rigoristi o aperturisti. Si tratta di uscire da una situazione di paralisi con risvolti kafkiani e di far prevalere il buonsenso, seguendo le buone pratiche dei Paesi che hanno tenuto sotto controllo la diffusione del virus senza che questo comportasse una chiusura generalizzata. È questo il succo della bozza presentata dai governatori, guidati( da Massimiliano Fedriga, al governo per chiedere e organizzare al più presto la ripresa delle attività produttive e degli esercizi, già a partire dalla prossima settimana. E non è un caso che il documento non abbia fatto registrare la minima perplessità, né ufficiale né velata, da parte di alcun presidente di Regione, anche di quelli ascrivibili ai settori della maggioranza più severi nelle regole anti Covid. Una bozza snella, concepita per semplificare al massimo le procedure, nel quadro di una sicurezza scrupolosa. E proprio in quest'ottica va valutato il cambio in corsa suggerito dagli addetti ai lavori e relativo all'obbligo del tampone per poter accedere a cinema, teatri, arene e spettacoli, prima inserito nelle proposte e poi rimosso, almeno per i contesti con un rischio epidemiologico più contenuto, perché avrebbe rischiato di causare una nuova, ingiustificata paralisi. Quanto al merito delle proposte delle Regioni per ripartire in sicurezza, su cui il governo potrebbe pronunciarsi già oggi, queste sono improntate alla progressività e al massimo contenimento del rischio: dieci pagine suddivise in una premessa e quattro capitoli, rispondenti ciascuno a un macrosettore di attività. Si parte dalla ristorazione, per la quale si chiede l'apertura di ristoranti, bar, pizzerie, trattorie, pub, pasticcerie, gelaterie e rosticcerie sia a pranzo che a cena anche nei territori con «scenari epidemiologici ad alto rischio» e cioè, detto in soldoni, anche in zona rossa. Ma affinché ciò sia possibile, le Regioni propongono protocolli rafforzati, che prevedono, oltre alle norme già note su misurazione della temperatura all'ingresso, divieto di assembramento davanti ai locali, un distanziamento dei tavoli tale da «assicurare il mantenimento di almeno due metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e almeno un metro di separazione negli ambienti all'aperto». Parimenti, per i bar o per gli esercizi dove non vi sono tavoli, l'accesso dovrà essere consentito a un numero limitato di clienti per volta, sempre assicurando la distanza di due metri tra le persone. Il secondo capitolo è quello relativo alle palestre, attività martire di questa pandemia assieme alle piscine (alle quali infatti è dedicato il terzo capitolo). Queste, sempre secondo la proposta dei governatori, potranno aprire anche in zona rossa ma gli accessi dovranno essere prenotati e regolamentati e sempre soggetti alla misurazione della temperatura corporea, al distanziamento e alla disinfestazione di macchine e strumenti dopo ogni uso. Quanto alle piscine, la bozza prevede sette metri quadrati di superficie di acqua a persona e nelle aree circostanti (ad esempio aree verdi e solarium) una superficie di almeno dieci mq per ogni ombrellone e una distanza di almeno un metro tra lettini e sdraio. Come per le palestre, sarà data precedenza a chi prenoterà.L'ultimo capitolo è quello dedicato al cinema e allo spettacolo dal vivo, e anche in questo caso le misure proposte dai governatori sono concepite in modo da assicurare lo svolgimento delle attività anche nelle zone a maggiore rischio «purché integrate con strategie di screening/testing». Partendo dal cinema, si prevede un distanziamento di almeno un metro (conviventi esclusi), sempre dando precedenza negli accessi a chi avrà prenotato e sottoponendo tutti a misurazione della temperatura. Nel caso si desse la possibilità di togliersi la mascherina una volta seduti, il distanziamento verrebbe elevato a due metri. Le misure per i concerti, per il teatro e per la danza sono rivolte principalmente a chi lavora nelle produzioni, essendo l'accesso e il distanziamento degli spettatori analogo a quello dei cinema. Per gli orchestrali si prevede il distanziamento di un metro, che arriva a un metro e mezzo per gli strumenti a fiato, mentre più complesso è il discorso per teatranti e ballerini, per i quali si pensa a misure «di mitigazione» della presenza, essendo difficile sia l'obbligo della mascherina che il distanziamento in scena. «Fuori sacco», c'è poi la richiesta di riaprire, oltre alle attività anche i confini tra Regioni, sigillati dal governo ormai da mesi, almeno tra le zone gialle, partendo dal presupposto che le riaperture di strutture ricettive o di ristoranti sarebbero pressoché inutili, soprattutto per le località turistiche, nel caso nessuno potesse raggiungere queste ultime. «È arrivato il momento delle riaperture», ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, «seguendo il criterio della progressività e del buonsenso, dando a tutti la possibilità di riacquistare un po' di libertà e soprattutto alle attività commerciali di programmare la ripresa del lavoro».
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)