
Nuovi aiuti alla compagnia aerea, nulla ai fornitori coinvolti nel default. Un albergatore: «Vogliono indietro 330.000 euro».Il governo suona la fanfara per il Dl Rilancio, il ministro dei Beni cultuali Dario Franceschini sbandiera la norma del decreto «che aiuterà le persone a poter fare le vacanze vale oltre 2 miliardi di euro per il turismo». Intanto, nello stesso decreto dovrebbero finire i 3 miliardi per la newco di Alitalia interamente controllata dal Tesoro o da una società a prevalente partecipazione pubblica anche indiretta che potrà «acquistare e prendere in affitto rami d'azienda di imprese titolari di licenza di trasporto aereo, anche in amministrazione straordinaria». Ovvero l'ex compagnia di bandiera. Con una sorta di coazione a ripetere si applica il solito schema: depositare la polvere sotto al tappeto di una bad company e poi lasciare a prenderne di nuova con una newco. Così si salvano i dipendenti ma si rischia di causare pesanti danni collaterali ai fornitori. Compresi quelli sono già costretti a fare i conti con la spaventosa crisi da Covid 19 e che ora rimangono ostaggio di questo ciclo vizioso. Perché nel frattempo una delle «vecchie» Alitalia sta mandando in stallo proprio una delle filiere più colpite dal lockdown: il turismo. Tutti i contratti commerciali nazionali e esteri sono stati annullati cosi come gli acconti stabiliti, le caparre versate dai clienti restituite con un quadro finanziario aziendale irreversibile.A farne le spese sono per esempio gli albergatori come Riccardo Giorico. Cinquantadue anni, imprenditore, la sua famiglia opera nel nordest della Sardegna da sessant'anni. Il core business sono le costruzioni e l'edilizia privata ma da quindici anni i Giorico hanno deciso di investire sul turismo e hanno aperto un albergo cinque stelle da 450 posti letto e 80 dipendenti ad Alghero, il Carlos V. Ora completamente vuoto. Ma ecco che ai danni del Covid, agli ostacoli burocratici per riuscire ad ottenere i prestiti stanziati col Dl Liquidità, si aggiunge una enorme beffa. «Avevamo da anni un contratto con Alitalia che faceva dormire nel nostro albergo, che è sempre stato aperto sia d'estate sia d'inverno una trentina di equipaggi. Camere a prezzi scontati e servizi di colazione, pranzo e cena. Per un fatturato annuo che viaggiava attorno ai 500.000 euro», racconta Giorico alla Verità. «La mia azienda è creditrice nei confronti della società Alitalia S.p.A. per prestazioni alberghiere rese ad equipaggi e passeggeri, per un importo di circa 145.000 euro per fatture insolute afferenti il periodo febbraio-maggio 2017. Ma proprio nel maggio 2017 Alitalia veniva ammessa al procedimento di amministrazione straordinaria ed il Tribunale di Civitavecchia ne dichiarava lo stato di insolvenza. Il ministero dello Sviluppo economico, con decreto del marzo 2018, autorizzava la compagna alla esecuzione di un programma di cessione dei complessi aziendali, prorogandone i relativi termini di esecuzione fino al 23 marzo 2021 con decreto del 25 febbraio 2020». Ed ecco la beffa: lo scorso 30 aprile la Giorico Hotels srl ha ricevuto una notifica di un atto di citazione dall'avvocato difensore dell'Alitalia società aerea italiana Spa in amministrazione straordinaria. «In sostanza, Alitalia promuove nei confronti della mia azienda un'azione revocatoria fallimentare con cui chiede la ripetizione delle somme corrisposte dalla stessa alla mia azienda nel periodo maggio 2017 - novembre 2016. Ciò perché pretende di considerare i pagamenti effettuati, non giustificati e legittimati da un regolare rapporto contrattuale commerciale e dall'osservanza dei termini di pagamento ivi previsti, ma “sospetti" ovvero fatti perché la mia società si sarebbe approfittata della condizione di insolvenza di Alitalia una volta certificata dal tribunale di Civitavecchia».Alla srl vengono chiesti indietro circa 330.000 euro per l'utilizzo di servizi appunto già prestati tra il 2016 e 2017 . «In un altro momento storico la situazione in cui ci siamo trovati potrebbe essere definita paradossale, ma nell'emergenza che stiamo vivendo per le note vicende legate al Coronavirus assume una connotazione drammatica. Se l'intento del governo è quello di mantenere le aziende italiane cercando garantirne la liquidità, lo stesso governo non può avallare iniziative che oggi possono mettere in ginocchio qualsiasi azienda che ha come colpa solo quella di essere stata creditrice nei confronti di un'impresa sommersa dai debiti periodicamente appianati con i soldi di tutti i contribuenti», attacca l'imprenditore sardo. Che anche in qualità di costruttore chiede a Roma misure d'urgenza come un fondo perduto proporzionato al fatturato perso, il blocco degli adempimenti fiscali almeno fino al 31 gennaio 2021 e di allungare i tempi di pagamento delle cartelle esattoriali.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
Antonella Bundu, in corsa per le Regionali in Toscana, scatenata al Meeting antirazzista: «Riconoscere il privilegio, non basta più parlare del problema. Bisogna attaccarlo. Smontarlo. Disarticolarlo». Ovviamente il colpevole è solamente l’uomo europeo.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 16 settembre con Carlo Cambi
Il killer di Charlie Kirk, Tyler Robinson (Ansa)
- Tyler Robinson premeditava l’omicidio, forse incoraggiato dal suo compagno in transizione sessuale. Trovato il suo Dna sull’asciugamano che avvolgeva il fucile. L’Fbi: «Non sta collaborando con noi».
- In Germania distrutti i manifesti che ricordano l’attivista e l’ucraina Iryna Zarutska. La figlia di The Rock, Ava Raine: «Doveva dire parole gentili». Il rapper afro l’oltraggia sul palco.