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Promossi e bocciati: le pagelle della Serie A

Promossi e bocciati: le pagelle della Serie A
Nicolò Barella e Gianluigi Donnarumma (Ansa)
  • Gianluigi Donnarumma, Theo Hernandez e Zlatan Ibrahimovic colonna vertebrale del miracoloso Milan di Stefano Pioli. Antonio Conte ha plasmato Nicolò Barella, che ora è il cuore pulsante dell'Inter, mentre il Napoli si aggrappa a Hirving Lozano e Piotr Zielinski. Gaetano Letizia e Manuel Locatelli belle novità.
  • Paulo Dybala è disperso: senza di lui la Juve è inguaiata per l'Europa. Arturo Vidal non convince, Christian Eriksen resta una delusione da ogni punto di vista. Viale del tramonto amaro per Diego Godin, Leonardo Bonucci e José Maria Callejon. Qualcuno porti Manolo Gabbiadini a Lourdes.

Lo speciale contiene due articoli.

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Giorgetti rassicura Lagarde sull’oro: non uscirà dai caveau di Bankitalia
Giancarlo Giorgetti e Christine Lagarde (Ansa)
Lettera del Mef alla Bce dopo le critiche all’emendamento sulle riserve auree «di proprietà del popolo»: i lingotti non finanzieranno la spesa pubblica. Intanto il governo conferma più risorse per difesa e sicurezza.

Sono sempre le riserve auree della Banca d’Italia a tenere banco nella discussione sulla legge di bilancio. Dopo il nuovo altolà della Bce che è tornata a chiedere al governo di chiarire quale sia «la concreta finalità della proposta di disposizione rivista», il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è intervenuto a placare le acque garantendo a Francoforte l’invio di «tutti i chiarimenti necessari» e dicendosi «fiducioso che tutto si risolva».

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Unione europea a pezzi pure su come sfidare la Cina
Xi Jinping ed Emmanuel Macron (Ansa)
La norma salva-industria «Made in Europe» slitta al 2026 per il «no» di nove Stati. Ma sono le divergenze tra Francia e Germania sulla linea commerciale da tenere con Pechino che paralizzano il continente. Mentre Parigi parla di dazi, Berlino fa affari con Xi.

L’Unione europea è in pezzi. L’ultimo certificato di stato comatoso è il rinvio dell’iniziativa «Made in Europe», una proposta chiave per proteggere l’industria europea dalle politiche commerciali straniere, segnatamente cinesi. La norma, che mira a imporre un contenuto minimo di componentistica europea nei prodotti (con cifre vicine al 70% per prodotti come le automobili) e a stabilire criteri di preferenza negli appalti pubblici per le merci prodotte nel continente, doveva essere approvata questa settimana ma è stata posticipata a fine gennaio.

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Edicola Verità | la rassegna stampa del 10 dicembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassega stampa podcast del 10 dicembre con Carlo Cambi

Prodi svende ancora la Ue a Parigi e Berlino
Romano Prodi (Ansa)
Trump rimette all’angolo i leader del continente: «Sono deboli e politicamente corretti, guidano Paesi decadenti». Secondo l’ex premier, invece, Bruxelles sarebbe «succube di Orbán». La sua soluzione? «Tornare all’asse franco-tedesco».

Chissà se alla Warthon School of Pennsylvania dove ha studiato c’era un corso di latino, comunque Donald Trump ha capito che «repetita iuvant». Non ha fatto passare neppure 24 ore dal suo monito all’Europa («Tra vent’anni rischiate di sparire») che ha rincarato con una intervista a Politico, il network più influente di qua e di là dell’Atlantico, il suo giudizio: «Penso che i leader europei siano deboli, e vogliono essere così politicamente corretti», ha detto, «non sanno cosa fare. L’Europa non sa cosa fare». La botta è dura, ma guardando la foto di Volodymir Zelensky con i cosiddetti «volenterosi» si fa fatica a dare torto al presidente americano.

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