2024-01-14
La procreazione assistita è un Far West: sacrificati quasi 2 milioni di embrioni
Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute c’è una ricerca affannosa del prelievo di ovociti dalla donna. Prassi che comporta rischi e un aggravio di costi.Difficile il disgelo sull’inverno demografico anche sul versante della procreazione medicalmente assistita (Pma). Segnali poco rasserenanti arrivano dalla recente relazione - non impeccabile per la carenza di vari dati - del ministero della Salute sull’applicazione della legge 40/2004 che regola le procedure della Pma.Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2021, segnalano la nascita di 11.722 bambini, ma la percentuale delle 64.473 coppie trattate (età media della donna 36,7 anni) che hanno avuto «un figlio in braccio» è del 16,9%. A fronte di questi risultati resta sempre elevato il numero di embrioni sacrificati (138.376) e crioconservati (61.769). A vent’anni dalla legge 40 sono quasi 900.000 le coppie trattate, 156.508 i bambini nati e quasi 2 milioni (1.870.451) gli embrioni sacrificati. Nei freezer sono attualmente conservarti quasi 170.000 embrioni che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno un futuro già segnato.In una sintesi diffusa da Aigoc (Associazione italiana ginecologi ostetrici cattolici), Angelo Francesco Filardo osserva una «ricerca affannosa del prelievo di un numero maggiore di ovociti, in particolare nelle donne con età più avanzata», con risvolti importanti anche per la salute. Il numero degli ovociti prelevati è in crescita, quasi 8 alla volta, ma circa il 25% viene scartato. Del 70% che viene inseminato, intorno al 30% non viene fecondato. Degli embrioni che si formano, il 50% è trasferibile ma alla fine, spiega Filardo, «solo il 38,69%, cioè 38.188, sono stati trasferiti nell’utero delle proprie madri», il resto, più del 60%, «è finito nei freezer».La maggioranza dei trasferimenti omologhi, però, avviene con un solo embrione (50,7%), con due nel 44,1% dei casi e con tre o più embrioni nel 5,2%. «Il fatto che la stragrande maggioranza dei trasferimenti (94,8%) sia stata fatta con uno o due embrioni», sottolinea Aigoc, «conferma la bontà del limite dei tre embrioni da produrre, presente nella formulazione originale della legge 40/2004 (annullato dalla Corte costituzionale, ndr). Quello che andava modificato era solo l’obbligo di trasferire tutti gli embrioni prodotti anche in più trasferimenti, invece che in un unico trasferimento, che responsabilizzerebbe la coppia sul numero degli embrioni da produrre ed eviterebbe il crescente numero dei crioconservati».La ricerca «affannosa» del prelievo di un numero maggiore di ovociti, in particolare nelle over 40, non è esente da rischi. Il primo è l’insuccesso - prevedibile - della stimolazione. Il report chiarisce che 4.480 donne (ovvero l’8,9%) sospende il trattamento ormonale prima del prelievo degli ovociti e in quasi il 6% dei casi il motivo è la mancata risposta.«Ci sembra», osserva Filardo, «che ai nostri giorni tale causa sia facilmente diagnosticabile con una buona anamnesi prima di iniziare un trattamento inutile, costoso e potenzialmente dannoso; così come anche la risposta eccessiva legata agli alti dosaggi dei farmaci usati (204 casi, lo 0,4%), evitando rischi e delusioni alle coppie», oltre ai costi per il Servizio sanitario. A questi numeri si dovrebbero aggiungere i 1.387 cicli in cui non è stato prelevato alcun ovocita. Colpisce che su 4.480 cicli sospesi prima del prelievo ovocitario, l’11,9% sia avvenuto nelle donne di 40-42 anni e il 15,7% nelle over 43 per rischio Ohss (sindrome da iperstimolazione ovarica). Questa condizione può essere pericolosa per la salute della donna portando a tromboembolia polmonare, insufficienza renale, aritmie cardiache, emorragia da rottura dell’ovaio e danno multiorgano. L’Ohss è la causa del 12% delle interruzioni del trattamento anche dopo il prelievo ovocitario.«Stupisce, ma non troppo», commenta Filardo, «che nel report siano riportati solo 260 casi (0,52%) di Ohss quando, nella stessa relazione, si cifra come causa di “sopravvenuto rischio di Ohss severa per la paziente” nell’11,4%. Resta, però, il fatto che il valore è in crescita del 10,5% rispetto al 2020». Questi dati «ci farebbero pensare alla necessità di usare in futuro molta più prudenza nelle stimolazioni ovariche», riflette l’esperto, «invece nella relazione ministeriale leggiamo che diventa significativo il prelievo anche di più di 15 ovociti».Per quanto riguarda la Pma eterologa (gameti esterni alla coppia) non sono disponibili tutti i dati esaminati per la Pma omologa. Sappiamo che è cresciuta rispetto al 2020 e che ci sono stati 1.967 cicli con donazione di seme maschile (94,3% importato) e 10.584 cicli con donazione di ovociti (99,8% importati); 910 con doppia donazione (6,4%), di cui il 98,2% con gameti importati. Sono stati prodotti 45.293 embrioni, ne sono stati trasferiti in utero 14.421 e sono nati 2.063 bambini (21,5% embrioni trasferiti). Dei restanti 30.872 embrioni non abbiamo alcuna notizia.Nonostante la carenza di dati, emerge un aumento dell’import-export di gameti, ma anche di embrioni (più di 5.000), che coinvolgono Spagna, Polonia e Grecia e alcune Regioni italiane (Lazio, Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna). Si chiama «egg sharing crociata»: una coppia offre i propri ovociti in cambio del liquido seminale e viceversa. Il figlio è come un qualsiasi prodotto.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.