2025-09-23
I pro Pal bloccano strade e stazioni e poi devastano la Centrale di Milano
Lo sciopero degenera e mette in ginocchio il Paese. Nel capoluogo lombardo danni ingenti e 60 agenti feriti. Dieci i fermati. Meloni: «Indegni». Ma anche Schlein e Sala sono obbligati a denunciare il «vandalismo».Violenza, distruzione e soprattutto odio. Così si possono sintetizzare le immagini delle manifestazioni «pacifiste» organizzate ieri in molte città d’Italia «contro lo Stato genocida d’Israele» per bloccare tutto in nome di Gaza. Tante le sigle, soprattutto sindacati come Usb e Cobas, ma anche centri sociali, covi di estremisti che hanno messo a ferro fuoco mezza Penisola.Milano, stazione Centrale, sembra che stiano girando la scena di un film apocalittico e invece è tutto vero. È pura devastazione. Inizia tutto così: forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa, di fronte a loro centinaia di violenti pro Pal, kefiah a coprire il volto, bandiere della Palestina, fumogeni e bombe carta. Vola di tutto. Bottiglie, transenne, cestini della spazzatura, ombrelli usati come armi. La situazione degenera in tarda mattinata con un gruppo di giovani vestiti di nero che a volto coperto comincia a spaccare le vetrine dei negozi nell’atrio della stazione, tentando di entrarci dentro e aggredendo la polizia schierata per impedirlo. Si apre un varco e qualcuno passa. Corrono, urlano e spaccano tutto, davanti agli esercenti terrorizzati. Violenze che inevitabilmente bloccano anche la circolazione dei treni per alcune ore. Più tardi, in via Vittor Pisani, circa 200 persone devastano tutto e rimangono per ore a fronteggiare la polizia.Decine i fermati, almeno 60 gli agenti feriti, il bilancio della lunga violenza milanese che il sindaco, Beppe Sala, riduce a mero «vandalismo». In realtà è vera guerra scatenata proprio da chi fa finta di chiedere la pace. A Bologna la tensione cresce in serata quando un centinaio di manifestanti si dirige verso la questura. «Liberi tutti, liberi subito». Poco prima erano state fermate nove persone, quattro arrestate per resistenza aggravata e lesioni a pubblico ufficiale. Uno di questi è un minore. Violenza che si esprime anche in altre forme con scene indegne, come a Calenzano (Firenze) dove un deltaplano ha sorvolato il corteo di manifestanti. Un chiaro riferimento al massacro del 7 ottobre, visto che è stato uno dei mezzi utilizzati da Hamas durante l’attacco a Israele. Le immagini sono state pubblicate condivise dall’account dei Giovani palestinesi. «Hanno inneggiato alla strage del Nova Festival», ha dichiarato l’associazione Studenti per Israele sui suoi account social. A Napoli, altri violenti bruciano le foto del premier, Giorgia Meloni, e del leader israeliano, Benjamin Netanyahu. «Assassini, fascisti, Israele Stato terrorista», alcuni degli slogan gridati da 2.000 persone davanti al consolato di Israele a Bari. E poi ancora Milano, di fronte al consolato americano è stata bruciata una bandiera statunitense. A Campi Bisenzio, vicino Firenze, un gruppo di manifestanti si è avvicinato alla recinzione della sede di Leonardo, dove si concludeva il corteo pro Pal, riuscendo a creare un piccolo varco. I violenti non sono riusciti a entrare ma hanno cominciato a lanciare sassi, petardi e bottiglie contro la polizia schierata in tenuta anti sommossa. A Calenzano altri manifestanti hanno bloccato l’ingresso e l’uscita dall’autostrada A1.Autostrade ma anche porti. Grande tensione a Marghera, dove la polizia ha azionato gli idranti contro i manifestanti che cercavano di avvicinarsi al casello del porto commerciale per bloccarne l’accesso. Alcuni dimostranti hanno risposto lanciando bottiglie, poi il corteo ha ripiegato scandendo cori contro la polizia. Anche a Genova sono stati bloccati due varchi portuali. Bloccato anche il porto di Livorno. Pure a Roma scontri e disagi. Parte del corteo di 50.000 persone ha occupato la Tangenziale Est bloccando il transito delle auto. Altri hanno occupato la facoltà di lettere e filosofia alla Sapienza al grido di «Palestina libera».Non solo, Ivan Grieco, tra gli inviati di Welcome to favelas, il canale social noto per postare video di degrado e violenza, è stato aggredito. Grieco e il suo videomaker stavano documentando la manifestazione quando una decina di persone come riportano alcuni testimoni, li ha colpiti «con calci e pugni». Entrambi si si sono recati in ospedale per accertamenti medici, ma le loro condizioni non risultano preoccupanti. Sono almeno 75 le città che hanno scioperato e manifestato ieri. A Bologna le strade sono state bloccate con pneumatici mentre il Comune decide di esporre la bandiera della Palestina. Giorgia Meloni interviene con un post sui social: «Sedicenti “pro Pal”, sedicenti “antifa”, sedicenti “pacifisti” che devastano la stazione e generano scontri con le forze dell’ordine. Violenze e distruzioni che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e che non cambieranno di una virgola la vita delle persone a Gaza, ma avranno conseguenze concrete per i cittadini italiani, che finiranno per subire e pagare i danni provocati da questi teppisti. Un pensiero di vicinanza alle forze dell’ordine, costrette a subire la prepotenza e la violenza gratuita di questi pseudo manifestanti. Mi auguro parole chiare di condanna da parte degli organizzatori dello sciopero e da tutte le forze politiche». Parole che obbligano i leader di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, a condannare le devastazioni. Pur con qualche distinguo di troppo.Per il vicepremier Matteo Salvini sono «immagini impressionanti. Altro che sciopero, questa è violenza». «Non è con la violenza che si aiuta la popolazione palestinese», il commento del ministro degli Esteri, Antonio Tajani.Dal Pd Chiara Braga e Francesco Boccia minimizzano: «Ancora una volta mentre l’Italia manifestava pacificamente alcune decine, forse un centinaio di esaltati hanno deciso di far degenerare la protesta e scontrarsi con le forze dell’ordine. A queste ultime va la solidarietà del Pd». E infine: «Non accettiamo strumentalizzazioni di chi non fa nulla contro lo sterminio che si sta consumando a Gaza». Il ministro Paolo Zangrillo parla di «inaccettabile violenza che paralizza l’Italia intera» perché siamo di fronte a «a gruppi organizzati che scelgono deliberatamente la violenza, sfidando lo Stato e calpestando le regole».
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