2019-12-31
        Presepi sul gommone imposti a mezza Italia. La Chiesa naufraga anche sulla Natività
    
 
Molti parroci fanno politica schiaffando Gesù, Giuseppe e Maria sui barconi. Piccolo dettaglio: la linea del clero allontana i fedeli. Esiste una Chiesa che dà a Cesare quello che è di Cesare, se Cesare è il rappresentante di un certo tipo di propaganda selezionata ad hoc. In parole povere: una Chiesa che pensa molto alla politica e poco alle anime dei fedeli. Ne sono convinti alcuni cittadini di Cividale del Friuli, provincia di Udine, che pare non abbiano apprezzato più di tanto l'inventiva del parrocco del Duomo di Santa Maria Assunta, nel centro del paese. Vicino all'altare, per le festività natalizie, è stata allestita una rielaborazione del presepe secondo criteri di contingenza raffigurativa un po' lontani dalla tradizione della Natività. Ci sono Giuseppe e Maria al cospetto del Bambinello, e fin qui nulla di strano. Ma la Sacra Famiglia è a bordo di una barchetta, sospinta da una vela su cui campeggia l'immagine di una stella cometa involontariamente posta in verticale, da sembrare quasi, ironia della sorte, una mezzaluna all'occhio distratto di chi guarda. Il benedetto natante, con a bordo l'infante, viaggerebbe su una distesa blu, significante il mare, cosparsa di bottiglie e oggetti di plastica, in ossequio alla predicazione di Greta Thunberg, forse immaginata dagli autori della rappresentazione come una novella Ildegarda da Bingen. Non tutti i parrocchiani hanno capito, e gradito, la pensata. Non è la prima volta che accade, a testimonianza di una progressiva diversità di vedute tra alcuni pastori e molte pecorelle, smarrite nel constatare come i loro luoghi di culto nascondano o modifichino i simboli della tradizione quasi per vergogna. Basta andare indietro di poche settimane per rammentare un episodio che ha visto protagonista ancora una volta un povero presepe. Una lettera dell'assessore all'Istruzione della Regione Piemonte, Elena Chiorino, ha invitato le scuole a «valorizzare i presepi e le recite natalizie per mantenere viva l'identità del territorio in quanto parte fondante della nostra tradizione», innescando la foga iconoclasta del critico d'arte Tomaso Montanari che, dalle pagine del Fatto Quotidiano, si è lanciato in una filippica contro l'assessore. La richiesta della Chiorino, secondo Montanari, conterebbe parole «di una violenza inaudita, offensive per i cattolici che credono davvero e verso i migranti». Sarà stato per questo motivo, disinnescare l'inaudita violenza della Natività, che la parrocchia di Sant'Ambrogio di Trebaseleghe, a Padova, ha scelto di rappresentare il presepe a bordo di un gommone. Su alcuni forum e social network, in tanti hanno criticato l'iniziativa, stigmatizzandone i sottintesi politici, l'intenzione di dividere il mondo in buoni e cattivi a seconda delle posizioni prese sulla questione immigrazione, e lanciando l'appello a «salvare il Natale». Qualcosa di analogo è accaduto anche a Pratofontana, provincia di Reggio Emilia. Don Daniele Simionazzi, parrocco della chiesetta locale, ha dato disposizione di allestire il presepe utilizzando alcuni giubbotti salvagente prelevati direttamente da Lampedusa. Non scordando poi le polemiche suscitate dalle prediche di don Massimo Biancalani: dalla sua parrocchia di Vicofaro, provincia di Pistoia, ha chiesto ai fedeli di intonare Bella ciao, canzonetta che per ritmo e testo ha poco a che fare con l'Adeste fideles canonico. Alcuni vi hanno visto un ennesimo esempio di sacerdoti che faticano a dividere il grano dal loglio, la salvezza delle anime dall'azione politica. È un dato di fatto che le recenti polemiche mostrino una certa parte dei vertici cattolici impegnati a sostenere punti di vista non condivisi dai parrocchiani delle varie diocesi, determinando, non è una novità, uno scollamento tra territorio e stanze dei bottoni. In questo caso talari.
        La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
    
        Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
    
        Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
    
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico. 
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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        Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)