2024-04-10
«Nervi e parlantina, così i negoziatori sventano le stragi»
Il direttore del Servizio controllo del territorio: «Sono 83 in tutt’Italia e intervengono per neutralizzare ogni minaccia».L’ispettore Paolo Lucci: «A Brancaccio abbiamo evitato che una famiglia finisse sterminata nell’esplosione di casa. E a Pescara una trattativa è durata quasi 44 ore».Lo speciale contiene due articoli.Essercisempre. Scritto tutto attaccato. Una vicinanza di lettere che si fa spirito di servizio nella vicinanza ai cittadini nel claim scelto della polizia di Stato che oggi festeggia i 172 anni dalla fondazione con una cerimonia che si terrà nella suggestiva Piazza del Popolo, a Roma, alla presenza delle più alte cariche dello Stato. «Un anniversario che ferma per un attimo il rapido fluire dell’impegno quotidiano per ricordarci quello che siamo, richiamarci alle attuali responsabilità e prepararci alle nuove sfide. Un momento in cui tradizione e modernità si sovrappongono in un periodo complesso in cui l’instabilità internazionale alimenta la mancanza di fiducia per il futuro», ha detto il capo della polizia, Vittorio Pisani. Le celebrazioni avranno inizio alle 9, a Roma, presso la Scuola superiore di polizia, con la deposizione, presso il Sacrario dei Caduti, di una corona da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dello stesso Pisani. Alle 11, invece, alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, avrà luogo la solenne cerimonia in Piazza del Popolo, che vedrà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegnare la medaglia d’oro al valor civile alla Bandiera della polizia di Stato per le attività svolte dal personale del gruppo Sportivo Fiamme Oro. Un’altra medaglia d’oro al merito civile sarà attribuita alla memoria di Paolo Diano, deceduto in servizio nel 1981 a Bologna a soli 24 anni durante un controllo di un’auto sospetta. Saranno concesse, poi, le promozioni per merito straordinario agli agenti che si sono distinti per gli eccezionali risultati conseguiti durante l’espletamento delle loro funzioni. Funzioni che si fanno di anno in anno più complesse e articolate come dimostra l’introduzione, dal 2020, della innovativa figura del «negoziatore». Un poliziotto, adeguatamente formato presso la scuola di polizia di Pescara, che si occupa di gestire trattative e situazioni di crisi.«Si tratta di professionisti che operano sia a livello locale che nazionale», spiega al nostro giornale Francesca Fava, direttore del Servizio controllo del territorio, chiamato a offrire indirizzo unitario e supporto alle attività di prevenzione e controllo svolte operativamente degli Uffici di prevenzione generale e dei Reparti di prevenzione crimine. «Entrano in azione quando risulta fondamentale, ai fini del successo dell’operazione, instaurare un dialogo, una forma di “collaborazione” con la controparte che spesso agisce in condizioni di alterazione psichica e risulta quindi difficilmente controllabile». In Italia ci sono 75 negoziatori di primo livello, alle dipendenze delle Questure più importanti, e otto di secondo livello, di stanza nella Capitale, che invece entrano in gioco in scenari di estremo pericolo. Ben presto ai primi se ne aggiungeranno altri 75 per rafforzare le squadre di intervento.«Sono donne e uomini caratterizzati da una elevata competenza tecnico-operativa a cui aggiungono conoscenze di tipo psicologico che sono necessarie per entrare in “connessione” con l’altro. Il lavoro del negoziatore è anzitutto diplomatico. Bisogna presentarsi in abiti civili e usare un linguaggio semplice, che ispiri fiducia, che non crei fibrillazione», aggiunge ancora la Fava. Dietro i negoziatori esiste una filiera di supporto che li assiste svolgendo un lavoro di «intelligence» quanto mai indispensabile. «Prima di negoziare bisogna conoscere il maggior numero di dettagli possibili del soggetto in questione, sapere il suo contesto familiare, le amicizie, lo stato di salute. E allora si contattano gli amici, si cercano informazioni utili sui social, si scava nella vita privata», prosegue il direttore del Servizio controllo del territorio. «È un lavoro non meno prezioso di chi, materialmente, conduce il gioco in prima linea».Sangue freddo, capacità di adattamento e nervi d’acciaio. Un negoziatore sa quando inizia a parlamentare ma non sa quando finirà, e con quali risultati. «Una trattativa può andare avanti per ore e ore. Ricordo ad esempio un intervento, la notte della vigilia di Natale di qualche anno fa, in un appartamento in cui un tossicodipendente aveva preso in ostaggio i due anziani genitori e minacciava di far saltare l’abitazione in aria. Il negoziatore è intervenuto alle 3 del mattino e tutta l’operazione si è conclusa, con l’arresto dell’uomo, a mezzogiorno dell’indomani». Contesto analogo che si è verificato qualche tempo dopo a Catania dove un altro assuntore di sostanze stupefacenti voleva fare una strage, barricato in casa. «Una situazione di crisi particolarmente grave che è stata gestita però in maniera esemplare da un nostro negoziatore, una donna, che ha saputo conquistare la fiducia dell’uomo facendolo desistere dai suoi scriteriati propositi». Ma i casi possono essere sempre diversi. L’emergenza assume contorni e manifestazioni impossibili da prevedere. E non si tratta solo di violenza brutale o di crisi di astinenza da droga. Molto spesso è il mal di vivere a scatenare la rabbia, a fungere da detonatore. Sempre a Torino, qualche tempo fa, i negoziatori della polizia sono stati chiamati per convincere un uomo, senza fissa dimora, a lasciare la gru su cui era salito per protesta dopo che gli avevano portato via i cani con cui viveva ormai da anni. «Erano la sua famiglia e questo ha innescato una reazione di ribellione in lui. Ma è stato aiutato a calmarsi e a capire l’insostenibilità delle sue pretese». Ed è tornato coi piedi per terra riabbracciando i suoi amati compagni di viaggio a quattro zampe.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/polizia-cosi-negoziatori-sventano-stragi-2667731860.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lobiettivo-e-liberare-gli-ostaggi" data-post-id="2667731860" data-published-at="1712685692" data-use-pagination="False"> «L’obiettivo è liberare gli ostaggi» «Quando i casi critici diventano statici interveniamo noi», afferma Paolo Lucci, ispettore della polizia di Stato che ha assunto un ruolo nuovo e di grande responsabilità: il negoziatore. Una figura introdotta nel 2020 con due livelli: uno per gli eventi critici di portata provinciale e uno per gli eventi rilevanti o gravi al punto da richiedere l’intervento di reparti speciali. «Si va dall’uomo che si barrica in casa e minaccia di sterminare la famiglia alla rapina in banca con ostaggi, fino al dirottamento aereo o all’evento terroristico», spiega Lucci. E di casi concreti, da quando i negoziatori sono operativi, ovvero dal 2022 (precedentemente chiunque interveniva cercava di cavarsela nel migliore dei modi e, spesso, senza conoscere le strategie più utili per ottenere un buon risultato) se ne sono verificati già diversi. Nel difficile quartiere palermitano di Brancaccio, per esempio, un quarantenne con le forbici in pugno, dopo aver sigillato la sua abitazione, nella quale erano presenti anche gli anziani genitori, annunciò di avere intenzione di fare uscire del gas da una bombola per provocare una deflagrazione. Solo l’intervento di un negoziatore, che ha instaurato un lungo dialogo con l’uomo asserragliato nell’appartamento ha evitato il peggio. Altre quattro ore tesissime hanno impegnato un negoziatore, invece, in zona Bicocca a Milano, dove un quarantottenne minacciava di togliersi la vita dopo un litigio con la moglie. Lucci ricorda un caso molto delicato che si è verificato di recente a Pescara, «dove una persona con disforia di genere, salita sul davanzale di un balcone al quinto piano di un palazzo, minacciava di lanciarsi nel vuoto». La trattativa è stata estenuante: «Per 44 ore», racconta il negoziatore, «questa persona non si è mossa dal davanzale, non ha mangiato e non ha bevuto, tenendo tutti col fiato sospeso». Un’irruzione nell’appartamento o un intervento dal piano superiore non si presentavano come strade percorribili. Inoltre pioveva e c’era un forte vento. «Con la situazione in stallo è intervenuto il negoziatore», spiega Lucci. Il rischio avanzava su due fronti: avrebbe potuto perdere le forze, scivolare, oppure decidere di lasciarsi cadere. «Alla fine», ricorda Lucci, «siamo riusciti a convincerlo, siamo entrati in casa ed è andata bene». Ore e ore ad alta tensione e con i nervi saldi. «Il negoziatore deve presentarsi con ottime capacità comunicative e di gestione dello stress», chiarisce Lucci. E sono proprio queste le caratteristiche che valuta preliminarmente un questore quando tra il suo personale si presenta un candidato a rivestire il ruolo di negoziatore. L’iter prevede dei corsi, molta formazione e poi delle simulazioni. «Ogni sei mesi», spiega ancora l’ispettore, «il negoziatore partecipa da solo e con una squadra di negoziazione a delle esercitazioni». E la squadra di negoziazione, aggiunge il poliziotto, «è particolarmente importante». Ne fanno parte qualificati rappresentanti della Squadra mobile, della Digos, dell’Ufficio sanitario, della Scientifica e dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. «Quando si attiva il negoziatore», sostiene Lucci, «necessariamente viene attivata anche la squadra di negoziazione». Si lavora in team, perché, secondo Lucci, «più informazioni arrivano al negoziatore, più questi ha la possibilità di usare delle leve per far desistere il protagonista dell’evento critico dal portare a termine il suo intento, anche secondo il principio di riduzione del danno». Lucci spiega che esistono due tipi di approcci alla negoziazione: «Uno definibile win-win, quando entrambe le parti escono dalla situazione di crisi alla pari, l’altro, definibile win-lose, si presenta quando l’evento si presenta con poco margine di negoziazione. In questo caso c’è un vincitore e un perdente ed è richiesto un intervento dei reparti speciali». Nella partita win-lose scende in campo il negoziatore di secondo livello. «Il suo compito», conclude Lucci, «è quello di facilitare un irruzione, mettendo in atto una negoziazione tattica che cerca di portare l’offender ad adottare comportamenti che agevolino l’azione di chi materialmente poi dovrà fermarlo».