«Nervi e parlantina, così i negoziatori sventano le stragi»
- Il direttore del Servizio controllo del territorio: «Sono 83 in tutt’Italia e intervengono per neutralizzare ogni minaccia».
- L’ispettore Paolo Lucci: «A Brancaccio abbiamo evitato che una famiglia finisse sterminata nell’esplosione di casa. E a Pescara una trattativa è durata quasi 44 ore».
Lo speciale contiene due articoli.
Essercisempre. Scritto tutto attaccato. Una vicinanza di lettere che si fa spirito di servizio nella vicinanza ai cittadini nel claim scelto della polizia di Stato che oggi festeggia i 172 anni dalla fondazione con una cerimonia che si terrà nella suggestiva Piazza del Popolo, a Roma, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.
«Un anniversario che ferma per un attimo il rapido fluire dell’impegno quotidiano per ricordarci quello che siamo, richiamarci alle attuali responsabilità e prepararci alle nuove sfide. Un momento in cui tradizione e modernità si sovrappongono in un periodo complesso in cui l’instabilità internazionale alimenta la mancanza di fiducia per il futuro», ha detto il capo della polizia, Vittorio Pisani. Le celebrazioni avranno inizio alle 9, a Roma, presso la Scuola superiore di polizia, con la deposizione, presso il Sacrario dei Caduti, di una corona da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dello stesso Pisani. Alle 11, invece, alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, avrà luogo la solenne cerimonia in Piazza del Popolo, che vedrà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegnare la medaglia d’oro al valor civile alla Bandiera della polizia di Stato per le attività svolte dal personale del gruppo Sportivo Fiamme Oro. Un’altra medaglia d’oro al merito civile sarà attribuita alla memoria di Paolo Diano, deceduto in servizio nel 1981 a Bologna a soli 24 anni durante un controllo di un’auto sospetta. Saranno concesse, poi, le promozioni per merito straordinario agli agenti che si sono distinti per gli eccezionali risultati conseguiti durante l’espletamento delle loro funzioni. Funzioni che si fanno di anno in anno più complesse e articolate come dimostra l’introduzione, dal 2020, della innovativa figura del «negoziatore». Un poliziotto, adeguatamente formato presso la scuola di polizia di Pescara, che si occupa di gestire trattative e situazioni di crisi.
«Si tratta di professionisti che operano sia a livello locale che nazionale», spiega al nostro giornale Francesca Fava, direttore del Servizio controllo del territorio, chiamato a offrire indirizzo unitario e supporto alle attività di prevenzione e controllo svolte operativamente degli Uffici di prevenzione generale e dei Reparti di prevenzione crimine.
«Entrano in azione quando risulta fondamentale, ai fini del successo dell’operazione, instaurare un dialogo, una forma di “collaborazione” con la controparte che spesso agisce in condizioni di alterazione psichica e risulta quindi difficilmente controllabile». In Italia ci sono 75 negoziatori di primo livello, alle dipendenze delle Questure più importanti, e otto di secondo livello, di stanza nella Capitale, che invece entrano in gioco in scenari di estremo pericolo. Ben presto ai primi se ne aggiungeranno altri 75 per rafforzare le squadre di intervento.
«Sono donne e uomini caratterizzati da una elevata competenza tecnico-operativa a cui aggiungono conoscenze di tipo psicologico che sono necessarie per entrare in “connessione” con l’altro. Il lavoro del negoziatore è anzitutto diplomatico. Bisogna presentarsi in abiti civili e usare un linguaggio semplice, che ispiri fiducia, che non crei fibrillazione», aggiunge ancora la Fava. Dietro i negoziatori esiste una filiera di supporto che li assiste svolgendo un lavoro di «intelligence» quanto mai indispensabile. «Prima di negoziare bisogna conoscere il maggior numero di dettagli possibili del soggetto in questione, sapere il suo contesto familiare, le amicizie, lo stato di salute. E allora si contattano gli amici, si cercano informazioni utili sui social, si scava nella vita privata», prosegue il direttore del Servizio controllo del territorio. «È un lavoro non meno prezioso di chi, materialmente, conduce il gioco in prima linea».
Sangue freddo, capacità di adattamento e nervi d’acciaio. Un negoziatore sa quando inizia a parlamentare ma non sa quando finirà, e con quali risultati. «Una trattativa può andare avanti per ore e ore. Ricordo ad esempio un intervento, la notte della vigilia di Natale di qualche anno fa, in un appartamento in cui un tossicodipendente aveva preso in ostaggio i due anziani genitori e minacciava di far saltare l’abitazione in aria. Il negoziatore è intervenuto alle 3 del mattino e tutta l’operazione si è conclusa, con l’arresto dell’uomo, a mezzogiorno dell’indomani».
Contesto analogo che si è verificato qualche tempo dopo a Catania dove un altro assuntore di sostanze stupefacenti voleva fare una strage, barricato in casa. «Una situazione di crisi particolarmente grave che è stata gestita però in maniera esemplare da un nostro negoziatore, una donna, che ha saputo conquistare la fiducia dell’uomo facendolo desistere dai suoi scriteriati propositi». Ma i casi possono essere sempre diversi. L’emergenza assume contorni e manifestazioni impossibili da prevedere. E non si tratta solo di violenza brutale o di crisi di astinenza da droga. Molto spesso è il mal di vivere a scatenare la rabbia, a fungere da detonatore.
Sempre a Torino, qualche tempo fa, i negoziatori della polizia sono stati chiamati per convincere un uomo, senza fissa dimora, a lasciare la gru su cui era salito per protesta dopo che gli avevano portato via i cani con cui viveva ormai da anni. «Erano la sua famiglia e questo ha innescato una reazione di ribellione in lui. Ma è stato aiutato a calmarsi e a capire l’insostenibilità delle sue pretese». Ed è tornato coi piedi per terra riabbracciando i suoi amati compagni di viaggio a quattro zampe.






