2022-12-07
Boom di effetti avversi tra i poliziotti. Mentre Aifa latita, la Svizzera indaga
Berna informa: circa 1.400 ricoverati in 9 mesi per reazioni sospette post vaccino. Trasparenza che manca qui. Intanto, crescono le segnalazioni delle forze dell’ordine, ignorate. La sigla Cosap: «Presto una class action».Joe Biden vuole stravolgere il calendario del voto, anticipandolo dove raccolse più consensi. Ma le proteste dei funzionari statali e nel partito possono rovinargli i piani.Lo speciale contiene due articoli.In Italia, né medici né istituzioni parlano di eventi avversi da vaccino anti Covid. «Servono anni di studi e statistiche per capirli», abbozza il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, preferendo concentrarsi sull’aumento di mortalità per patologie non curate durante la pandemia. Questione gravissima, che però non toglie importanza alla necessità di indagare sulle troppe sofferenze da post vaccino che impediscono a tanti italiani di continuare a vivere in salute. Non ha fatto loro male il Covid, ma il siero inoculato, e già questo mette in discussione la validità di un vaccino che produce troppi eventi negativi. Poi c’è la vergogna del non ricevere diagnosi, tantomeno cure. Restano in un limbo, di imbarazzo per le autorità sanitarie e di profonda sofferenza per coloro che si ritrovano abbandonati a malattie non riconosciute. Mentre restiamo in attesa di un rapporto aggiornato dell’Agenzia italiana del farmaco (l’ultimo è fermo al 26 settembre) e a qualche cosa di più credibile delle 99 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate, indicate dall’Aifa a partire dal 27 dicembre 2020, in Svizzera c’è ben altro rispetto per i cittadini. Sono stati sollecitati a vaccinarsi, hanno diritto di sapere se e in quale misura il farmaco ha creato problemi. L’Ufficio federale di statistica (Ust) ha comunicato che nel territorio elvetico, da marzo a dicembre 2021 circa 1.400 persone sono finite in ospedale con una diagnosi di sospetta reazione avversa ai vaccini anti Covid-19. Il riferimento non è ad accessi al pronto soccorso, ma a ricoveri avvenuti tra aprile e luglio 2021, quindi in piena campagna vaccinale. Sempre secondo i dati ufficiali prodotti e diffusi dall’autorità svizzera, il 13% delle ospedalizzazioni ha richiesto prestazioni di terapia intensiva e ben l’11% delle persone ricoverate sono morte in reparto. Il 37% degli under 50 che sono stati così male dopo l’inoculo da non poter essere curati a domicilio o in ambulatorio, presentavano malattie del sistema circolatorio come miocardite, pericardite, insufficienza cardiaca e infarto. Non solo, ma come già riportato dalla Verità, al 22 novembre venivano segnalate in Svizzera quasi il 50% in più di reazioni avverse gravi post vaccino anti Covid, di quanto riporta l’Aifa. Delle 16.212 notifiche analizzate a quella data, su 50.528 pervenute, 10.013 (61,8 %) erano segnalate come non gravi e 6.199 (38,2 %) come gravi. In Italia, su 139.548 reazioni avverse totali, le non gravi risultavano 113.709 (81,5% circa) e le gravi 25.839 (18,5%). Cioè il 48,5% in meno di quanto segnalano in Svizzera. L’abbiamo detto e lo ripetiamo, la farmacovigilanza italiana sul vaccino anti Covid non convince. Troppe poche segnalazioni, troppi pochi eventi avversi e correlazioni che non vengono riconosciute. Eppure, i cittadini stanno male, insieme con loro le forze dell’ordine, e qualche medico lo ammette. Come è accaduto durante un evento che si è svolto a Matera il 7 e 8 ottobre. Organizzato dalla direzione sanitaria guidata da Fabrizio Ciprani, era incentrato su «Prevenzione e promozione salute per gli operatori della polizia di Stato». Molti i temi in discussione, un intervento era dedicato alle «Complicanze post vaccinali». Se IonicaTv, emittente web della Basilicata non avesse ripreso la testimonianza del tenente colonnello dell’aeronautica, Ernesto Giorgio, non avremmo mai saputo che cosa stanno segnalando tanti poliziotti. Nel video, caricato sulla piattaforma multimediale odysee.com, il presidente della Commissione medica ospedaliera (Cmo) del dipartimento militare di medicina legale di Bari, spiega che «in pochi mesi sono arrivate moltissime pratiche», riferite ad eventi avversi. «Problemi al sistema cardiovascolare, al sistema nervoso. Quelle che ricorrono con più frequenza sono pericardite, ne vediamo tante, alcune stanno prendendo la cronicizzazione», elenca Ernesto Giorgio, precisando che «tutti i criteri ci porteranno sicuramente al riconoscimento della correlazione» così pure anche per le tante trombosi. Eventi avversi conseguenza del vaccino fatto in servizio, ma stabilirlo spetta alle commissioni medico ospedaliere. «Dobbiamo formulare il giudizio diagnostico, dobbiamo esprimere il nostro parere sul nesso causale, parere che è unico e definitivo», precisava il tenente colonnello dell’aeronautica. Una pressione enorme sulle commissioni, però delle segnalazioni fatte dai poliziotti nessuno parla. Nel penultimo rapporto dell’Aifa, era indicato che lo 0,2 % delle notifiche (circa 275) di eventi avversi arrivava dalle forze armate, che evidentemente cominciavano a segnalare. Nell’ultimo, la voce forze armate sparisce, viene assorbita in «altro operatore». Ma la polizia lamenta problemi post vaccino anti Covid? «Abbiamo un centinaio di segnalazioni da tutta Italia. Molte sono di eventi gravi, quattro si riferiscono decessi», spiega Teofilo Migliaccio, l’avvocato del Cosap, uno dei sindacati che tutelano gli appartenenti alle forze dell’ordine. «Facciamo una fatica enorme ad ottenere perizie medico legali, siamo boicottati a ogni livello. Ma spezzeremo il silenzio ed entro sei mesi presenteremo una class action appoggiandoci a un’associazione di consumatori».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/polizia-contagi-covid-2658842518.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="primarie-salta-il-trucchetto-di-biden" data-post-id="2658842518" data-published-at="1670397806" data-use-pagination="False"> Primarie, salta il trucchetto di Biden Joe Biden punta a stravolgere le primarie dem. Venerdì, su input del presidente americano, la commissione addetta ai regolamenti del Comitato nazionale democratico ha votato per approvare un nuovo calendario di appuntamenti elettorali: un primo passo, in attesa della formalizzazione definitiva che dovrebbe avvenire all’inizio dell’anno prossimo. Tradizionalmente, il processo delle primarie dem prendeva avvio con le tornate elettorali dell’Iowa e del New Hampshire. Secondo la nuova tabella di marcia, ad aprire le danze nel 2024 dovrebbe invece essere il South Carolina il 3 febbraio, seguito da Nevada e New Hampshire il 6 febbraio. Il 13 e il 27 dello stesso mese dovrebbe poi toccare rispettivamente a Georgia e Michigan. La motivazione ufficiale di questo cambiamento risiede nella volontà di valorizzare per primi gli Stati più contendibili e soprattutto con una forte presenza di minoranze etniche. Tuttavia, non è affatto escludibile che, dietro questo stravolgimento, si celi in realtà un poco nobile calcolo elettorale. Ricordiamo infatti che, alle primarie dem del 2020, Biden rimediò sonore batoste ai primi appuntamenti elettorali del caucus dell’Iowa e delle primarie del New Hampshire. Quando ormai sembrava a un passo dal tracollo, la sua candidatura si risollevò proprio in South Carolina. Non solo: l’attuale presidente avrebbe poi vinto anche alle primarie della Georgia e del Michigan. Va inoltre sottolineato come, in sede di elezioni presidenziali, proprio il South Carolina risulti ben lungi dal rivelarsi uno Stato contendibile: è infatti dal 1980 che vi vincono ininterrottamente candidati repubblicani. Ora, qualcuno potrebbe obiettare che, qualora Biden all’inizio dell’anno prossimo decidesse di scendere nuovamente in campo, avrebbe la nomination presidenziale già in tasca e che quindi non avrebbe alcun bisogno di stravolgere il calendario delle primarie pro domo sua. In realtà, non è affatto detto che le cose vadano così. L’attuale presidente potrebbe infatti ritrovarsi internamente sfidato da un esponente della sinistra (come accadde, per esempio, a Jimmy Carter con Ted Kennedy nel 1980). Non a caso, proprio ieri la testata liberal Salon ha scritto che, modificando il calendario delle primarie, l’inquilino della Casa Bianca punterebbe a mettere in difficoltà eventuali sfidanti progressisti. A esprimersi contro la «promozione» del South Carolina è d’altronde stato anche Faiz Shakir, che guidò la campagna presidenziale di Bernie Sanders nel 2020. Ma le polemiche non vengono solo da alcuni settori della sinistra americana. I funzionari statali di New Hampshire e Iowa sono sul piede di guerra, visto che entrambi prevedono per legge di tenere rispettivamente primarie e caucus prima degli altri Stati. Anche le locali sezioni del Partito democratico si trovano adesso in una sorta di limbo (oltre che in fibrillazione), dovendo decidere se seguire le leggi del proprio Stato o le direttive del Comitato nazionale democratico: un Comitato nazionale che potrebbe stabilire di sottrarre delegati a quegli Stati che non si conformino alle proprie eventuali indicazioni. Che il clima generale sia teso è testimoniato anche dal fatto che le due senatrici dem del New Hampshire, Jeanne Shaheen e Maggie Hassan, non hanno preso parte in forma di protesta al tradizionale ballo del Congresso, ospitato lunedì dalla Casa Bianca. Anche i funzionari statali della Georgia - in cui si è tenuto ieri il ballottaggio per un seggio del Senato - hanno espresso forti perplessità, sottolineando di non voler tenere le primarie democratiche e quelle repubblicane in giorni differenti. Ricordiamo che Iowa, New Hampshire e la stessa Georgia esprimono attualmente governatori del Gop e parlamenti statali a maggioranza repubblicana: difficile, dunque, che vengano incontro alle riforme del calendario elettorale, proposte dai dem.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
content.jwplatform.com
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)