Pichetto Fratin: «L'Italia deve puntare sull'autosufficienza energetica»

Durante l'evento organizzato da La Verità, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica assicura l'impegno sul nucleare nel nostro Paese. «Ma deve esserci il consenso degli italiani». A margine smentisce i ritardi sul Ponte di Messina. «E' un obiettivo del governo».
Case green, packaging, fotovoltaico e nucleare. Sono solo alcuni degli argomenti trattati dal il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin durante l'evento «il Giorno della Verità». Il ministro, moderato dal condirettore Massimo De Manzoni, ha parlato all'incontro «Energia, Ambiente: la demagogia ci ha reso un paese fragile». Per Pichetto Fratin è vero che esiste «un'ideologia sul fronte ambientalista» e anche per questo motivo «bisogna tenere i piedi per terra». Le politiche ambientali «sono temi fondamentali, anche perché sono oggetto degli ultimi provvedimenti da parte della Commissione uscente». Proprio su questo il ministro ha precisato che su questi provvedimenti c'è stata la condivisione dell'Italia «in fase finale, come quello sul packaging. Altri pur cambiati, come le case green, non hanno ancora ricevuto il nostro parere favorevole. Il tema è quello di essere realistici rispetto alle condizioni del nostro Paese». Anche per questo motivo, «sono convinto che l'elettrico sia uno dei veicoli principali, essendomi occupato per gran parte della mia vita del settore vi dico che il motore elettrico è più facile. Ma non l'elettrico imposto per legge». Nel futuro, secondo Pichetto Fratin («non ho la sfera di cristallo»), «probabilmente nel 2035 una gran parte dei veicoli utilizzerà energia elettrica. Detto questo sono convinto che ci siano motori endotermici che possano starci benissimo anche con carburanti come i biocarburanti. Quindi la scelta di non mettere il biocarburante nella tassonomia dell'Ue è una scelta di interesse di parte, non ha nulla di scientifico».
Per Pichetto Fratin, non c'è da mettere «in discussione gli obiettivi al 2050, che sono accordi internazionali e ci rendiamo conto che è un percorso da fare, di sviluppo delle nostre economie, ma certamente tutto va calato realisticamente sulle nostre condizioni». Il ministro, in pratica, in questo «dibattito sulle case green» si sente nel mezzo. «Io sono in mezzo, a volte vengo accusato di essere negazionista, anti ambientalista e troppo ambientalista. Sto in mezzo un po' come l'arbitro che se c'è da insultare qualcuno insulto l'arbitro». Anche perché: «C'è stata un'eccessiva ideologizzazione da parte Unione Europea . Io sono nel governo italiano che fa parte delle varie Cop. Devo svolgere un compito lasciando completamente fuori il dibattito ideologico, ma con i piedi per terra per raggiungere un obiettivo» ha aggiunto. Pichetto Fratin ha anche assicurato che sul nucleare il governo sta andando avanti. «Sul nucleare sto andando avanti, sto lavorando anche al quadro giuridico, ma dobbiamo poi avere il consenso degli italiani, è una democrazia. Non vorrei nemmeno dei contraccolpi rispetto all'azione». Per il ministro «siamo nella fase di revisione del piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) e nello scenario si prevede il nucleare. Il fotovoltaico produce di giorno, l'eolico se c'è vento, di gas e petrolio ne abbiamo poco, con l'idrogeno possiamo arrivare a fare qualcosa, ma per dare continuità non c'è altra scelta che il nucleare. Con il nucleare si creano le condizioni per avere un livello di autosufficienza energetica in grado di dare futuro. Finché non siamo a questo punto non possiamo andare avanti a spostare le virgole. Dobbiamo arrivare a essere più risicati sui prezzi dell'energia e questo si può fare solo con il nucleare».
A margine del convegno, Pichetto Fratin ha confermato l'impegno del governo Meloni sulla realizzazione del Ponte di Messina nonostante gli ultimi stop. «Non è un ulteriore ritardo» ha replicato il numero uno del ministero dell'Ambiente, «c'è una richiesta da parte della società del Ponte, di tre mesi per rispondere a quelli che sono stati i quesiti e le osservazioni da parte della commissione. E' un tema di quarant'anni, non sono i tre mesi quelli che lo mettono in discussione. E' solo un elemento di garanzia, trasparenza e di correttezza della procedura».