2021-04-07
Picchetti e cortei degli esercenti. I «paria» del Covid invadono le piazze
Gli ambulanti bloccano l'A1, fermata anche l'auto di Vincenzo De Luca. Manifestazioni in tutt'Italia: «Multateci, ma dobbiamo riaprire»Scontri a Montecitorio dopo il discorso di Vittorio Sgarbi. Spunta la foto di un uomo in abiti da Sciamano e la stampa prova a screditare i dimostranti come un gruppo di estremistiLo speciale contiene due articoliChissà se Roberto Speranza, ministro della Salute, ce l'ha questa cartina dell'Italia. Sono tutte zone in rosso, senza più un centesimo: da Milano a Bari, passando per Imperia e Caserta fino ad arrivare a Roma, in piazza Montecitorio, dove ci sono stati tafferugli, cariche della polizia, con un agente ferito e sette manifestanti fermati. Centinaia, arrivati da tutta Italia davanti al Parlamento per chiedere di riaprire subito ristoranti, negozi, palestre. Alla polizia che li pressava hanno gridato: «Siamo imprenditori, non delinquenti, vogliamo lavorare». Chissà se il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stato avvertito dal Cts e dalla cabina di regia (si doveva convocare e invece è tornata nel limbo) che circola un altro virus: la variante imprese. Il vaccino c'è; si chiama lavoro. Ieri in migliaia hanno trasformato il loro disagio in blocco del traffico, in adunata di piazza, a volte senza mascherina, come occhiutamente notano, tra lo sdegnato e la richiesta di repressione, i commentatori. Ma che importanza ha la mascherina, il contagio, per chi ormai ha perso tutto, come piange una ristoratrice di Napoli, che campa con 1 euro al giorno accasciata davanti al Parlamento, dopo aver schivato una manganellata della polizia? L'Italia è stata percorsa da un terremoto sociale: si è aperta la faglia tra garantiti e non garantiti. E ora bisogna darsi da fare a scavare tra le macerie economiche per costruire una ripresa. Tutto è cominciato ieri mattina a Milano. Migliaia di ambulanti hanno bloccato il traffico in centro con i loro furgoni in zona Monforte, poi a piedi il lunghissimo corteo, sorvegliato dalla polizia, è arrivato davanti alla Prefettura. Ci sono stati attimi di tensione anche in zona Stazione dove un altro gruppo di commercianti si è radunato al grido «lavoro, lavoro». Nelle stesse ore a Torino gli ambulanti sono arrivati sotto la Prefettura e oggi monteranno il mercato nonostante il divieto. A Imperia i commercianti dei mercati hanno inscenato una protesta in centro. A Bari il blocco del traffico è stato totale tra viale di Maratona e piazzale Lorusso. La richiesta sempre la stessa: sussidi e riaperture. Con Paolo Gonella, del coordinamento ambulanti, che dice: «Ci fate rimpiangere il governo Conte». Durissima l'azione degli ambulanti campani. Hanno bloccato per ore l'Autostrada del Sole attorno a Caserta mettendo i furgoni di traverso sulla carreggiata. La polizia stradale ha istituito uscite obbligatorie a Caserta Sud e ad Acerra. Nell'ingorgo è rimasto bloccato anche Vincenzo De Luca, presidente della Campania, che doveva raggiungere Santa Maria Capua Vetere e ha protestato stizzito. L'epicentro del terremoto è stata, ieri pomeriggio, piazza Montecitorio. Paolo Bianchini del Mio (Movimento imprese ospitalità aderente a Federturismo) ha riunito Rete, Pin, Apit Italia, il Movimento Io apro, i lavoratori dello sport, le partite Iva. In piazza c'erano anche militanti di Italexit, il movimento di Gianluigi Paragone, e Casapound, ma anche Ermes, ristoratore di Modena, che è venuto vestito da Sciamano come Jake Angeli, uno dei manifestanti di Capitol Hill, «perché questa manifestazione deve essere mondiale». Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha espresso vicinanza all'agente ferito. Per molte ore la piazza ha continuato a scandire «libertà, libertà». Così ha accolto Vittorio Sgarbi che ha parlato (senza mascherina): «Sono qui con voi contro questo governo di pazzi, questi politici sono traditori della democrazia». Ha commentato: «Non ho visto violenza e io sono stato il solo politico invitato». Anche Enrico Montesano ha portato la sua solidarietà ai manifestanti. Due grandi chef, Gianfanco Vissani e Antonello Colonna, temono che la situazione sia vicina al punto di non ritorno. Tanti gli slogan contro il ministro Roberto Speranza, di cui si chiedono le dimissioni, ma anche contro Matteo Salvini, che pure ha annunciato che insisterà con Draghi «per riaperture in sicurezza, dove i dati lo consentono, e nuovi protocolli per gli accessi in teatri e impianti sportivi, senza dimenticare palestre, bar, ristoranti e negozi». Sulla stessa lunghezza d'onda i presidenti di centrodestra delle Regioni, che domani incontreranno il premier. L'idea è tentare di riaprire gradualmente dal 20 aprile e a maggio dare via libera anche alle palestre. Debora Serracchiani, presidente dei deputati Pd, ha detto: «La preoccupazione c'è, la tensione è alta, siamo consapevoli che bisogna dare i ristori». Ma Paolo Bianchini, leader della protesta, insiste: «Condanniamo cgesti estremi [...], però la politica non può fingere di non vedere che in piazza Montecitorio ci sono centinaia di persone disperate». Per oggi Bianchini annuncia l'apertura di tutti i bar e i ristoranti. «Ci multano? Non ci interessa, noi dobbiamo riaprire, altrimenti si muore». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/picchetti-e-cortei-degli-esercenti-i-paria-del-covid-invadono-le-piazze-2651376906.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="tafferugli-a-roma-poliziotti-feriti" data-post-id="2651376906" data-published-at="1617735349" data-use-pagination="False"> Tafferugli a Roma, poliziotti feriti Se prevarrà la mistificazione, ad averla vinta saranno stati i violenti e a rimetterci i lavoratori ridotti dal Covid alla canna del gas. Per cui è doveroso chiarire da subito che gli scontri di ieri pomeriggio di fronte a Montecitorio, che hanno duramente impegnato le forze dell'ordine, hanno danneggiato per primi coloro che quella manifestazione l'avevano indetta. E chi farà rimbalzare solo le immagini del «Jake Angeli de noantri», vestito da sciamano e affiancato da un paio di complottisti e da qualche vecchia conoscenza della questura capitolina senza entrare nel merito delle istanze dei manifestanti, avrà assestato un altro colpo mortale a quei lavoratori che non scorgono più la famosa luce in fondo al tunnel. Ma andiamo ai fatti: ieri, in tutto il Paese, è stata la giornata della protesta (sacrosanta) di alcune categorie messe ko dalle chiusure decretate dal governo e in molti casi rafforzate dalle Regioni. Le più rappresentative sono state quelle indette dagli ambulanti a Milano e dai ristoratori a Roma, davanti alla Camera dei deputati. Nel secondo caso, ai ristoratori si sono affiancati altre categorie di esercenti, gli ambulanti della Capitale e, come spesso accade e come ben sa chi è avvezzo a seguire questo tipo di manifestazioni (che in quella location hanno cadenza pressoché quotidiana) al grosso dei manifestanti si è aggregata quella piccola corte dei miracoli composta da sbandati, cacciatori di inquadrature sulle tv, sciacalli del caos che gravita attorno a questo tipo di occasioni. Compresi, purtroppo, un manipolo di estremisti (alcuni con precedenti) che da mesi stanno tentando di far virare verso gli scontri con la polizia ogni legittima protesta di lavoratori e imprenditori. La miccia si è accesa quando, dopo un breve intervento di Vittorio Sgarbi in solidarietà alla protesta dei lavoratori, alcuni di questi hanno tentato lo sfondamento delle transenne per avvicinarsi all'ingresso di Palazzo Montecitorio. Il tentativo, secondo la ricostruzione dei presenti e delle stesse forze dell'ordine, è stato accompagnato dal lancio di bottiglie e di corpi contundenti e dall'accensione di fumogeni. A quel punto la polizia ha operato, a più riprese, delle cariche di alleggerimento che hanno consentito, seppure a fatica e dopo ripetuti contatti, di ristabilire il controllo della situazione. Feriti un paio di poliziotti e alcuni manifestanti, e tra questi ultimi gli identificati sarebbero stati almeno sette. Dopo gli scontri, i ristoratori e le altre categorie presenti hanno continuato pacificamente a manifestare e una delegazione è stata poi ricevuta sia da esponenti della maggioranza di governo che dell'opposizione. Paolo Bianchini, presente in piazza e presidente di Mio Italia-Movimento imprese ospitalità, con una nota ha immediatamente condannato l'accaduto, aggiungendo altresì che «la politica non può girare il capo fingendo di non vedere, che in piazza ci sono centinaia di persone disperate, di tutta Italia: imprenditori che hanno perso tutto a causa delle chiusure e ora non hanno più nulla da perdere».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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