2023-03-08
«La virata ha fatto affondare il barcone»
Matteo Piantedosi (Imagoeconomica)
Il ministro Matteo Piantedosi ricostruisce in Parlamento le fasi del naufragio di Cutro: «Gli scafisti temevano l’arrivo dei controlli». Confermato il mancato sos di Frontex: «Primo allarme solo a mezzogiorno di domenica. Il governo non ha responsabilità».Una manovra sciagurata e cinica, che ha causato una strage di migranti. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nell’informativa resa ieri sia alla Camera che al Senato sul tragico naufragio sulle coste calabresi, si è affidato alla testimonianza di chi era sull’imbarcazione distrutta dalle onde, per rigettare ancora una volta ogni accusa di negligenza da parte del governo nel far partire i soccorsi. E per riportare l’attenzione sulla necessità di stroncare l’attività dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, se si vuole evitare che un’ecatombe come quella di Cutro possa ripetersi all’infinito. Ripercorrendo in modo minuzioso la concatenazione degli eventi che ha portato al disastro, Piantedosi è partito dal piano iniziale di sbarco dei tre scafisti, partiti il 22 febbraio dalla Turchia con 180 persone a bordo: «Decidono di sbarcare», spiega il ministro, «in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli; il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma, evitando tutti i controlli». È a questo punto che arriva il cambio di programma fatale: «A circa 200 metri dalla costa, erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare. In quel frangente», prosegue Piantedosi, «la barca, trovandosi molto vicino alla costa ed in mezzo ad onde alte, urta, con ogni probabilità, il basso fondale e per effetto della rottura della parte inferiore dello scafo comincia ad imbarcare acqua».Prima di quel momento, come detto già più volte sia dal ministro che dal premier Giorgia Meloni, «Frontex non aveva segnalato alcuna situazione di emergenza», mentre «alle 4 di domenica al 112 giunge una richiesta di soccorso telefonico da un numero internazionale che veniva geolocalizzato e comunicato, con le coordinate geografiche, alla sala operativa della Capitaneria di porto di Crotone. È questo il momento preciso», riferisce Piantedosi, «in cui, per la prima volta, si concretizza l’esigenza di soccorso per le autorità italiane». «L’attivazione dell’intero sistema Sar», spiega ancora il ministro, «non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Due unità navali della Guardia di finanza sono state costrette a rientrare in porto per le condizioni del mare, confermando il quadro non relativo ad eventuali criticità dell’imbarcazione. Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo», ha sostenuto il ministro rivolgendosi ai banchi dell’opposizione, «costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili».Ed è stato a questo punto che l’aula di Montecitorio ha vissuto l’unico vero momento di tensione, con i parlamentari di maggioranza hanno tributato un lungo applauso al responsabile del Viminale e l’opposizione che ha fatto salire i decibel quando Piantedosi ha tenuto a precisare di non aver voluto «in alcun modo colpevolizzare le vittime» e che «la tragedia è dovuta al comportamento criminale degli scafisti».Sugli scudi, come detto, l’opposizione, che attendeva il ministro in aula per ripartire alla carica con le accuse di aver ritardato i soccorsi. La segretaria del Pd, Elly Schlein, che aveva lasciato la parola al suo vice Giuseppe Provenzano nel corso del dibattito, ha parlato dopo la fine dell’informativa di «un’occasione sprecata per rispondere a domande precise: chi ha deciso che intervenisse la guardia di finanza invece che la guardia costiera?», mentre per la deputata grillina Vittoria Baldino «il M5s non dice che il governo abbia volontariamente e coscientemente lasciato annegare quelle persone ma ritiene che stia facendo di tutto per nascondere le responsabilità che ogni giorno si evidenziano in tutta la loro profonda gravità». Al Senato il leader di Iv Matteo Renzi ha voluto intervenire personalmente, bacchettando la maggioranza ma allo stesso tempo affermando di non voler chiedere le dimissioni di Piantedosi (cosa che invece Carlo Calenda poche ore prima aveva affermato di voler fare) anche se «quando ero io al governo Salvini chiese 137 volte le dimissioni del ministro Alfano». Duri, prevedibilmente, i toni usati da Nicola Fratoianni, dell’Alleanza rossoverde, per il quale si è trattato di «una strage che si poteva evitare». Nel perimetro della maggioranza già in mattinata, prima che il ministro si recasse in Parlamento, Matteo Salvini aveva affermato che «Piantedosi è sostenuto al 100 per cento da tutto il governo». Il concetto è stato ribadito da tutti gli esponenti dei partiti che sostengono l’esecutivo, intervenuti in aula, a partire dal capogruppo di FdI a Montecitorio Tommaso Foti: «non penso che il governo potesse fare di più», ha affermato, aggiungendo che bisogna «fare in modo che il problema dell’immigrazione non sia un problema dell’Italia ma un problema europeo». Per il suo omologo leghista Riccardo Molinari «sono giorni che qualcuno di fatto sta chiedendo l’intervento delle manette perché non si sono vinte le elezioni» e per l’azzurro Alessandro Cattaneo «avremmo voluto oggi un dibattito con toni differenti davanti a vittime innocenti, invece va in scena una strumentalizzazione per il solo gusto di chiedere le dimissioni».
Elly Schlein (Imagoeconomica)
Edoardo Raspelli (Getty Images)