2018-12-26
La Corte dei conti Ue ammette: «Non si sa come le Ong usino i contributi»
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I magistrati contabili europei circoscrivono l'incapacità da parte della Commissione di vigilare sull'utilizzo dei fondi destinati alle onlus. Il ministro degli Affari strategici israeliano, Gilad Erdan, rincara quanto sostenuto da Matteo Salvini durante la recente visita: «Le organizzazioni di boicottaggio travestite da gruppi per i diritti umani sfruttano l'Unione europea e utilizzino i fondi che ricevono per promuovere il boicottaggio contro Israele».In tempi di crescente e fervente euroscetticismo a Bruxelles farebbero bene a vigilare sulla destinazione dei fondi erogati alle organizzazioni non governative. Pochi giorni fa la Commissione ha ricevuto un'avvertimento da parte della Corte dei conti europea, secondo cui «il sistema attualmente utilizzato per classificare le organizzazioni come Ong non è affidabile e la Commissione non dispone di informazioni sufficientemente dettagliate su come viene speso il denaro». A poche ore dalla pubblicazione del rapporto è arrivata la prima, durissima reazione. Quella del ministro degli Affari strategici israeliano, Gilad Erdan, che ha scritto al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, chiedendogli di fermare i finanziamenti alle Ong che promuovono il boicottaggio di Israele, cioè le campagne di Bds (boicottaggio, disinvestimento e sanzioni).Nel mirino dei giudici contabili di Lussemburgo sono finiti gli 11,34 miliardi spesi tra il 2014 e il 2017 dalla Commissione in progetti delle realtà no profit. Il problema, secondo il rapporto della magistratura contabile europea, risiede nella scarsa chiarezza sul ruolo e sulla classificazione delle organizzazioni non governative. Infatti, i giudici hanno riscontrato incongruità nella classificazione delle Ong da parte dei diversi enti e direzioni generali della Commissione. Proprio gli errori nella classificazione avrebbero permesso una gestione scorretta dei fondi e la difficoltà di controllarne i canali di impiego.Alla luce della denuncia della Corte dei conti europea circa l'incapacità da parte della Commissione di vigilare su come i fondi vengono utilizzati, il ministro Erdan spiega di non aver dubbi «che le organizzazioni di boicottaggio travestite da gruppi per i diritti umani sfruttino l'Unione europea e utilizzino i fondi che ricevono per promuovere il boicottaggio contro Israele». E finanziare tali Ong, spiega il ministro del governo guidato da Benjamin Netanyahu, contraddirebbe la politica dell'Ue di opporsi a simili campagne. Per questo, l'Ue dovrebbe immediatamente interrompere i flussi, conclude il ministro. Il quale ha recentemente annunciato lo stanziamento di 3 milioni di shekel, pari a 700.000 euro, in due anni per creare una rete leale internazionale anti Bds, visto il proliferare di queste campagne nel mondo occidentale, prevalentemente negli Stati Uniti e in Europa.A maggio, il ministero guidato da Erdan aveva pubblicato uno studio dettaglio di 40 pagine con cui accusava le istituzioni europee di finanziare organizzazioni non governative che promuovono le campagne Bds: ben 5 milioni di euro nel 2016. Senza dimenticare quei diversi milioni di euro affidati a Ong che li hanno a loro volta incanalati verso i Bds. L'Ue, attraverso un suo portavoce, si era affrettata a definire «infondati» i risultati di quel rapporto. Ma, oggi, alla luce del documento della Corte dei conti europea, da Gerusalemme trapela l'intenzione di aggiornare quel rapporto e inchiodare Bruxelles.Recentemente, anche il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha puntato il dito contro quelli che definisce «eurocrati di Bruxelles», che ai suoi occhi non sono una garanzia di trasparenza. Durante la sua recente visita in Israele, Salvini si è soffermato sul doppiopesismo di Bruxelles in merito al maggiore conflitto mediorientale. «L'Ue in questi anni è stata assolutamente sbilanciata e poco equilibrata nella gestione del conflitto in Medio Oriente, condannando e sanzionando Israele ogni quarto d'ora», ha detto il leader leghista, che ha sottolineato come lo Stato ebraico, «bastione di democrazia e civiltà», non possa essere abbandonato dall'Europa che, essendo «sempre contro Gerusalemme e sempre a favore dei palestinesi», è fonte di grave squilibrio e destabilizzazione. E ora, con le accuse della Corte dei conti e quelle di Gerusalemme, questo squilibrio si conferma essere praticato soltanto con dichiarazioni politiche pubbliche ma anche attraverso i fondi comunitari destinati a Ong antisioniste se non addirittura antisemite mascherate da «umanitarie».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)