2024-10-09
Al momento è fallito il tentativo di mettere in difficoltà l’Ue alzando i prezzi del greggio. Dumping invece sulla siderurgia. Zheng Shanjie, presidente della Commissione per lo sviluppo e le riforme della Cina, ha promesso una serie di azioni per sostenere l’economia. Tuttavia non ha annunciato alcun nuovo piano di stimolo significativo, deludendo gli investitori e indebolendo i mercati cinesi. I risultati non hanno tardato a manifestarsi. L’indice di Hong Kong ha perso il 9,4% e i prezzi delle materie prime sono entrati in agitazione. In particolare il petrolio perde oltre il 4,5% col Wti sceso a 73,5 dollari al barile e il Brent a 77 dollari, interrompendo il recente rally attribuiti ai rischi geopolitici in Medio Oriente. In realtà il mercato non sembra tanto preoccupato per quello che accade in Medioriente trattandosi di un fronte che da ottant’anni rappresenta un focolaio di guerra. Sempre sull’orlo del precipizio ma senza mai varcare la linea rossa. Molto più interessante vedere quello che accade in Cina e, sicuramente le dichiarazioni di ieri non sono state rassicuranti. Perdite superiori al 4% anche per l'argento, mentre la discesa del rame si ferma a -2,5%. In calo dell’1,3% le quotazioni dell’acciaio che resta al centro delle polemiche per i possibili interventi in dumping da parte del governo di Pechino.A lanciare il grido d’allarme era stato Antonio Gozzi, nel corso della recente assemblea della Federacciai. Aveva spiegato che la Cina è un problema se è vero che nella prima metà del 2024 la siderurgia di Pechino ha aumentato le esportazioni del 20%. Una crescita drogata considerando che la congiuntura geopolitica fa accapponare la pelle e il costo dell’energia sta soffocando l'intera filiera italiana. In Germania l’elettricità che fa funzionare i forni ha prezzi molto inferiori rispetto ai nostri. Nel 2023, le aziende tedesche hanno pagato in media 65 euro/MWh per l'energia elettrica, mentre in Italia i costi superavano i 110 euro/MWh In Cina, che utilizza ancora il carbone i costi sono ancora più bassi. Zheng ha affermato che «la Cina aumenterà l’emissione di obbligazioni destinate ai governi locali per sostenere la crescita economica regionale». Ha comunicato che obbligazioni ultra-lunghe, per un totale di 1 trilione di yuan (140 miliardi dollari circa), sono state completamente destinate a finanziare progetti locali e ha promesso che «la Cina continuerà a emettere obbligazioni di questo tipo anche l’anno prossimo». Inoltre, il governo centrale prepara «un piano di investimenti di 100 miliardi di yuan per il prossimo anno». Il programma sarà pronto entro la fine del mese, anticipando i tempi. Il dirigente cinese ha poi detto che «la Cina è pienamente fiduciosa» di raggiungere l'obiettivo di crescita economica annuale quest’anno, promettendo alcune misure per sostenere il mercato immobiliare e stimolare la spesa interna. Ma secondo la Banca Mondiale, si prevede che il tasso di crescita economica di Pechino subirà un ulteriore calo nel 2025, nonostante la spinta temporanea derivante dalle misure di stimolo. Gli esperti hanno stimato che la crescita della Cina scenderà al 4,3% l’anno prossimo, rispetto al 4,8% previsto per il 2024. Il dato arriva dopo che Pechino ha lanciato misure di stimolo la scorsa settimana, aumentando la fiducia degli investitori e innescando un rally del mercato azionario, che da allora si è esaurito. Tuttavia, nonostante queste misure, la proiezione di crescita della Banca Mondiale per il 2025 è rimasta invariata rispetto alle precedenti proiezioni. Parlando al programma «Street Signs Asia» della Cnbc, Aaditya Mattoo, economista capo per l’Asia orientale e il Pacifico ha affermato che «non è ancora chiaro» se lo stimolo avrà un impatto duraturo sull’economia in generale. Il mese scorso, i leader cinesi avevano segnalato l’ urgenza di affrontare un lungo e difficile rallentamento economico che ha messo in dubbio la capacità del paese di raggiungere un obiettivo di crescita annuale «intorno al 5%» Prima delle festività, le autorità cinesi avevano chiesto di rafforzare il supporto delle politiche fiscali e monetarie svelando una serie di misure di stimolo mirate a porre fine al calo dei prezzi immobiliari. Nella prima metà dell'anno, l'economia cinese è cresciuta del 5% rispetto all'anno precedente, soddisfacendo l'obiettivo del governo centrale, mentre nel trimestre aprile-giugno, la crescita ha deluso, registrando un incremento del 4,7%, il tasso più lento dal primo trimestre del 2023. E l’ultimo indice dei prezzi al consumo della Cina è aumentato dello 0,6% su base annua ad agosto, mancando le aspettative fissate allo 0,7%. Tra una serie di dati economici deludenti, l'attività industriale della Cina si è contratta per il quinto mese consecutivo a settembre.
Mattia Furlani (Ansa)
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