Matteo Renzi lo ha detto come il solito a modo suo, con quel misto di improntitudine e arroganza che è la sua caratteristica, e di conseguenza ha ricevuto in risposta una serie di pernacchie. Tuttavia, a prescindere dal tono usato dal leader di Italia viva, è innegabile che prima o poi si debba pensare a come riaprire il Paese e, in particolare, come far ripartire l'economia.
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La titolare del Viminale, al processo contro il leader leghista per il caso Gregoretti, spiega che le navi che trasportano migranti sono state fatte attendere in mare anche dal Conte bis, per pressare l'Europa.
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Più che un partito liquido, come si teorizzava anni fa che dovesse essere, il Pd si sta rivelando un partito in liquefazione, anzi: in liquidazione. Il problema non sono solo gli scontri interni, che hanno indotto il suo segretario a trarre le conseguenze, cioè a dimettersi, con la motivazione che all'interno del partito «ormai si parla solo di poltrone». L'addio improvviso di Nicola Zingaretti certo è un segnale di ciò che sta accadendo e del clima che si registra in quello che un tempo era il grande contenitore della sinistra.