2019-11-26
Per la compagnia spunta un altro supercommissario
Come per il Mose, i giallorossi valutano l'ipotesi di incaricare l'ennesimo consulente. Con 400 milioni di euro a disposizione.Nel giorno in cui i controllori di volo hanno incrociato le braccia per uno sciopero di quattro ore, il governo sta valutando l'ipotesi di nominare un supercommissario per il salvataggio di Alitalia.In attesa della lettera dei tre commissari (Enrico Laghi, Daniele Discepolo e Stefano Paleari) che prospetti all'esecutivo la situazione in modo ufficiale, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sta vagliando le varie opzioni sul tavolo dopo che, allo scadere del termine del 21 novembre (e dopo sette rinvii che non hanno prodotto risultati), Fs ha chiesto ancora tempo per una cordata che non sembra pronta a prendere il volo.Il supercommissario potrebbe avere i 400 milioni di euro necessari per garantire la continuità aziendale e sottoporre Alitalia alla cura dimagrante richiesta dai suoi pretendenti, Lufthansa in primis.Il mandato dell'attuale amministrazione straordinaria potrebbe, quindi, cambiare e passare da una gestione mirata alla «vendita» degli asset, a una nuova fase dedicata alla «ristrutturazione». Nel progetto allo studio, l'azienda avrà tre distinte unità a marchio Alitalia: handling, manutenzioni e volo. Alcune indiscrezioni indicano anche tagli soft al personale con cassa integrazione e ricollocamenti, fattore che ha già innescato l'ira dei sindacati che chiedono di essere convocati.Due giorni fa c'è stata una telefonata tra i tre commissari guidati da Enrico Laghi per definire la strategia e comunicare al governo i rischi che si stanno correndo in questa fase. Senza il consorzio, svanito con il no di Atlantia, c'è il rischio concreto che la Ue accenda un faro sul prestito da 400 milioni, accusando il governo di aiuti di Stato. Non è un mistero che i commissari siano molto irritati per come la situazione si sta evolvendo e che alla fine, in mancanza di una soluzione giuridicamente sostenibile, decidano di portare i libri in tribunale o comunque di spingere l'esecutivo a decidere.In tutto questo, ieri i tre commissari dell'ex compagnia di bandiera avrebbero dovuto vedersi con il ministro Patuanelli per fare il punto della situazione, ma l'incontro alla fine non è stato messo in agenda. Non è dunque escluso che si lasci passare ancora qualche giorno in attesa che possa maturare qualche novità. L'ipotesi Lufthansa, tra le più concrete, escluderebbe infatti altri partner, affidando tutta Alitalia al colosso tedesco. Come precondizione per un ingresso in Alitalia, i tedeschi hanno infatti sempre posto proprio una riorganizzazione profonda del vettore, da sottoporre preventivamente a una cura dimagrante che comprenda taglio dei costi e riduzione del personale. Lufthansa punta a 5.500 esuberi e a una riduzione degli aeromobili a quota 75-85 dai 118 attuali.Ovviamente sul tavolo del Mise ci sono anche altre varie articolazioni della possibili alleanze, tutte richiedono però negoziati non certo rapidi, autorizzazioni governative e il varo di decreti ad hoc. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell'Associazione nazionale piloti, Marco Veneziani. «Dopo il flop del consorzio, il governo ha il dovere di indicare ai sindacati la strada da seguire per salvare Alitalia e i dipendenti. L'arrivo di un esperto del trasporto aereo, sarebbe una buona notizia ma non è più possibile perdere tempo».Dure anche le reazioni dei sindacati. L'Associazione nazionale professionale aviazione civile ha espresso «grande preoccupazione per le notizie che si rincorrono. È imperativo che il governo faccia chiarezza al più presto. Per Anpac rimane centrale la qualità del piano industriale che consenta un effettivo e duraturo rilancio di Alitalia». Insomma, la partita complessa, quasi inestricabile e si gioca sulla pelle di oltre 11.000 dipendenti diretti (circa 30.000, se si considera l'indotto).
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)