2022-08-10
Per gli Usa l’Ucraina è uno Stato canaglia
Jessica Chastain e Volodymyr Zelensky (Ansa)
Un rapporto del governo americano svela la realtà del Paese sotto Volodymyr Zelensky: torture diffuse, arresti arbitrari, libertà di stampa compromessa, corruzione. Questo non giustifica la guerra, ma dà un colpo alla tesi della difesa di un baluardo di democrazia.Il 4 agosto, Amnesty International ha pubblicato un rapporto sul conflitto in Ucraina che ha suscitato polemiche in mezzo mondo. Il documento era significativamente intitolato Le tattiche di guerra ucraine mettono a rischio la popolazione civile, e sostanzialmente accusava l’esercito ucraino di usare i civili come «scudi umani», commettendo così «violazioni del diritto bellico». L’uscita del report ha provocato una reazione indignata delle autorità di Kiev, e le dimissioni quasi immediate della direttrice della sezione ucraina di Amnesty, Oksana Pokalchuk, secondo cui l’organizzazione umanitaria aveva fatto «un regalo alla propaganda russa». Ebbene, se il rapporto di una Ong può creare un tale scompiglio, viene da augurarsi che i governanti ucraini non leggano ciò che hanno scritto della loro nazione gli esperti dell’amministrazione statunitense.Ogni anno, infatti, il dipartimento di Stato americano pubblica una serie di rapporti nazionali sulle pratiche in materia di diritti umani. Quasi tutte le nazioni del mondo vengono esaminate, e su ciascuna viene prodotto un testo anche piuttosto lungo in cui tutte le violazioni dei diritti umani sono accuratamente riportate. Come si legge sul sito del governo Usa, questi rapporti «trattano i diritti individuali, civili, politici e dei lavoratori riconosciuti a livello internazionale, come stabilito nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in altri accordi internazionali. Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti presenta al Congresso degli Stati Uniti rapporti su tutti i Paesi che ricevono assistenza e su tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite in conformità con il Foreign Assistance Act del 1961 e il Trade Act del 1974».Lo scorso 12 aprile sono stati pubblicati i rapporti sui diritti relativi all’anno 2021, e quello riguardante l’Ucraina non è esattamente entusiasmante. Onde fugare ogni dubbio, il testo si apre con una premessa: «Salvo diversa indicazione, i riferimenti in questo rapporto non includono le aree controllate dalle forze guidate dalla Russia nella regione del Donbass nell’Ucraina orientale o nella Crimea occupata dalla Russia. Alla fine di questo rapporto c’è una sezione che elenca gli abusi nella Crimea occupata dalla Russia». Significa che tutte le segnalazioni riguardanti abusi o violazioni dei diritti toccano direttamente le istituzioni ucraine. E stando alle cento pagine del documento, di cose che non vanno ce ne sono parecchie.Secondo il dipartimento di Stato americano, in Ucraina ci sono state «uccisioni illegali o arbitrarie, comprese uccisioni extragiudiziali da parte del governo o di suoi agenti; tortura e casi di trattamento crudele, disumano o degradante dei detenuti da parte del personale delle forze dell’ordine; condizioni carcerarie dure e pericolose per la sopravvivenza dei detenuti; arresti o detenzioni arbitrarie; gravi problemi con l’indipendenza della magistratura; gravi abusi nel conflitto guidato dalla Russia nel Donbass, compresi abusi fisici o punizioni di civili e membri di gruppi armati rinchiusi in strutture di detenzione; gravi restrizioni alla libertà di espressione e ai media, comprese violenze o minacce di violenza contro giornalisti, arresti o procedimenti giudiziari ingiustificati di giornalisti e censura; gravi restrizioni alla libertà di Internet; respingimento di rifugiati; gravi atti di corruzione del governo; […] crimini, violenze o minacce di violenza motivate da antisemitismo; crimini che coinvolgono violenza o minacce di violenza nei confronti di persone con disabilità, membri di minoranze etniche e persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer o intersessuali; esistenza delle peggiori forme di lavoro minorile».Come potete vedere, si tratta di un catalogo di orrori senza fine. Intendiamoci: secondo le autorità statunitensi i territori controllati dai russi non se la passano meglio a livello di garanzie sui diritti, ma il punto non è fare la gara a chi è più cattivo. Il nodo della questione riguarda il modo in cui Volodymyr Zelensky e il suo governo sono stati raccontati in questi lunghi mesi: paladini della libertà e della democrazia assediati da demoni malvagi.Beh, a quanto risulta anche loro non sono esattamente angioletti. Tanto che il dipartimento di Stato Usa, dopo aver snocciolato i clamorosi abusi registrati a Kiev e dintorni, si permette un sobrio commento: «Il governo generalmente non ha adottato misure adeguate per perseguire o punire la maggior parte dei funzionari che hanno commesso abusi, provocando un clima di impunità. Il governo ha adottato alcune misure per identificare, perseguire e punire i funzionari coinvolti nella corruzione». Insomma, non sembra che i nostri eroi della libertà si siano dati molto da fare per migliorare la situazione in casa propria.A noi è stato richiesto di mettere in gioco la stabilità e l’economia della nostra nazione in nome del sostegno all’Ucraina descritto quale baluardo europeo. Eppure, scorrendo il rapporto del governo americano, vengono i brividi. Secondo gli osservatori internazionali e le Ong presenti sul posto, in Ucraina è molto diffusa la pratica della «detenzione non registrata» e addirittura «arbitraria». Scrivono gli esperti statunitensi che «quasi il 60 percento (circa 2.300) di tutte le detenzioni legate al conflitto (in Donbass, ndr) effettuate dalle autorità tra il 2014 e il 2021 sono state arbitrarie. La maggior parte di queste detenzioni arbitrarie sono state effettuate da funzionari dei servizi di sicurezza ucraini e hanno avuto luogo nel 2014 e nel 2015. Le detenzioni arbitrarie di solito comportavano il confinamento dei detenuti in luoghi di detenzione non ufficiali e il rifiuto di contatti con avvocati o familiari».Non ci sono soltanto torture, detenzioni illegali, condizioni disumane delle carceri e processi pilotati dalle istituzioni. I problemi spuntano come funghi anche per quanto riguarda la libertà di stampa. «La costituzione e la legge prevedono la libertà di espressione, anche per la stampa e altri media, ma le autorità non hanno sempre rispettato questi diritti», si legge nel rapporto. «Il governo ha bandito, bloccato o sanzionato media e singoli giornalisti che sono stati indicati come una minaccia per la sicurezza nazionale o hanno espresso posizioni che le autorità ritenevano minare la sovranità e l’integrità territoriale del Paese. Altre pratiche problematiche hanno continuato a influenzare la libertà dei media, inclusa l’autocensura […] e la pubblicazione di articoli di notizie infondati o di parte a pagamento […]. Anche l’incapacità del governo di indagare o perseguire gli attacchi ai difensori dei diritti umani e ai manifestanti pacifici ha portato a restrizioni de facto alla libertà di riunione e associazione».Attenzione, qui non stiamo parlando di un oscuro passato post sovietico, ma di quanto gli americani hanno registrato nel 2021, dopo due anni di governo Zelensky. Ciò non significa che l’esecutivo guidato dall’ex attore meriti di essere spazzato via a colpi di cannone. Ma forse, anche alla luce di questi dati, una minima riflessione occorre farla: vogliamo davvero mettere a rischio l’Italia per una causa simile?
Veduta aerea di San Paolo (IStock)
Il presidente colombiano Gustavo Petro (Ansa)