2019-09-27
Per coprire i bluff della manovra Gualtieri punta tutto sul gioco del Lotto
La messa a gara delle estrazioni anticipata all'anno prossimo: mossa disperata dell'esecutivo, che è a caccia di 20 miliardi.Al vertice del dicastero dell'Economia abbiamo il ministro più europeista dell'ultimo decennio. Per di più, Roberto Gualtieri è un grande conoscitore della macchina di Bruxelles e, viste le premesse che hanno dato vita all'esecutivo giallorosso, ci saremmo aspettati che l'aggiornamento al Def, documento di economia e finanza, filasse via liscio come l'olio. Invece, pronti via e la prima scadenza è già stata bucata. Oggi il governo avrebbe dovuto mettere nero su bianco il Nadef in modo che anche l'Europa possa dare le prime valutazioni sulla legge Finanziaria. Al massimo il 10 ottobre il Parlamento dovrà avviare la valutazione del documento, ma le certezze che almeno dal Consiglio dei ministri di lunedì esca un testo definitivo non sono molte. Pd e 5 stelle vanno d'accordo soltanto su due punti: il taglio del cuneo fiscale. Sull'obiettivo dovrebbero essere messi a disposizione tra i 4 e i 5 miliardi di euro, in buona parte finanziati dai risparmi (2,5 miliardi) legati alle minori spese per quota 100 e reddito di cittadinanza. Per il resto, la prossima legge di Bilancio partirà da circa 30 miliardi, di cui circa 23 dovrebbero essere destinati alla sterilizzazione dell'Iva, 2 per le spese indifferibili e circa 5 per l'operazione cuneo fiscale. Sempre che la richiesta di flessibilità, più volte richiamata nei giorni scorsi a Bruxelles, si trasformerà in 0,6 punti di Pil cioè in 10,8 miliardi, comportando che l'attuale deficit-Pil tendenziale salga in zona 2-2,1% o intorno a questa cifra, con i pentastellati pronti a spingere fino al 2,2%- 2,3%. Le stime di crescita dovrebbero allinearsi verso un +0,4%, «che sulla scia dell'effetto espansivo sul Pil della manovra, potrebbe però raggiungere 0,5-0,6%», fanno sapere fonti vicine al Mef. Il problema è che questo pacchetto di numeri è meramente teorico. Innanzitutto, non è dato sapere quanta flessibilità l'Ue concederà ai giallorossi, che nel frattempo hanno perso l'occasione di far valere il peso dell'Italia nelle scelte in sede di Commissione Ue. Ma anche se venisse concesso un rapporto tra deficit e Pil del 2,1%, il governo Conte II dovrebbe comunque recuperare più di 20 miliardi per fare quadrare i conti. La somma «dovrebbe essere colmata da spending review, revisione degli sgravi fiscali e lotta all'evasione con incentivazione dell'uso delle carte di credito attraverso sgravi fiscali per chi la usa e fatturazione elettronica», recitano i messaggi a reti unificati diffusi sui quotidiani italiani. Promettendo una manovra espansiva, non si capisce come il governo possa limare le spese. Ma ancora più inverosimile è la nuova crociata sull'evasione fiscale. Il leader dei 5 stelle Luigi Di Maio è tornato a promettere le manette per chi non paga le tasse. Non sa che le leggi italiane prevedono già il carcere sopra determinate somme. Una grande messa in scena che trova invece una sola certezza granita nella sponda piddina: fare maggiore spesa e aumentare le tasse diffuse. Nel testo della relazione allegata al decreto Ambiente ci sono già indicate le direttive di maggiore pressione fiscale. Saranno eliminati ben 16 miliardi di incentivi fiscali. Di questi una decina si trasformeranno in maggiori imposte sulle aziende perché non troveranno una compensazione nelle aliquote e i restanti 6 miliardi saranno ricavati da un innalzamento dell'Iva selettiva. Si tratterà di carburanti agricoli, per mezzi di trasporto e per velivoli. Nella cifra c'è anche il rimaneggiamento verso l'alto dei regimi Iva del settore zootecnico. Batoste che finiranno per far male alla filiera, che si andrà a rifornire all'estero, e ai consumatori. Nel caso in cui le aziende decidessero non assorbire i maggiori costi. Proprio ciò che serve alla nostra economia in fase di calo.Eppure Conte e Di Maio negano la volontà di alzare l'Iva e alzano la posta promettendo mirabolanti incentivi per chi usa le carte di credito e il bancomat. «Per questi contribuenti ci sarà la possibilità di accedere a maggiori detrazioni fiscali», promettono annunciando di voler rivoluzionare la macchina del fisco italiano. Loro stessi, però, non possono che non essere consapevoli di quanto sia impossibile immaginare che lo Stato riesca a tracciare tutti i movimenti contabili di cittadini che non sono in alcun modo tenuti a tener conto delle proprie spese. Il che riporta il tutto all'obiettivo reale: innalzare le aliquote dell'Iva a macchia di leopardo. D'altronde il modello operativo è stato già indicato nel dettaglio dall'ufficio studi di Confindustria a inizio settembre, con un meccanismo di crediti di imposta che finisce per premiare chi paga con valuta virtuale e che invece penalizza chi utilizza il contante. Uno scenario di per sé aspro che comunque non sarà sufficiente a coprire le necessità della manovra. Lo sanno al Mef dove, dopo aver appurato che le imposte sul tabacco non si possono alzare ulteriormente, stanno meditando un colpo da maestro. Rimettere a gara il gioco del Lotto il prossimo anno senza cambiare le scadenze. Obiettivo: chiedere al vincitore in anticipo qualche centinaio di milioni da mettere subito a bilancio.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)