2023-11-25
Per la grana pensioni di Gedi la Corte dei Conti insegue i «complici» interni all’Inps
Carlo De Benedetti (Imagoeconomica)
I giudici contestano a 11 funzionari ben 9 milioni di danni erariali. Ma il processo penale all’ex gruppo di Carlo De Benedetti non si muove.Il procedimento penale per la presunta truffa sulle pensioni ai danni dell’Inps, che sarebbe stata perpetrata dal gruppo editoriale Gedi, pare fermo da mesi, cioè da quando, un anno e mezzo fa, sono stati recapitati a 101 indagati (tra cui diversi importanti manager) e a cinque società gli avvisi di chiusura dell’inchiesta. Alcune fonti ci hanno riferito che sarebbero in corso trattative per un patteggiamento dei reati e per la restituzione da parte dell’azienda del maltolto. Ma non è chiaro se l’accordo sia stato raggiunto. Intanto le decine di lavoratori mandati in quiescenza senza i requisiti sono stati privati dell’assegno previdenziale e hanno ricevuto richieste di risarcimento da centinaia di migliaia di euro.Infatti, se la Procura penale tergiversa, l’Inps ha smesso di erogare, da circa un anno, i bonifici sub judice, lasciando molti ex dipendenti di Gedi tra color che son sospesi, senza pensione e senza lavoro. In attesa che arrivi la richiesta di rinvio a giudizio e inizi l’eventuale processo.La Corte dei Conti ha deciso di prendere provvedimenti e ha inviato ai presunti «complici» di Gedi dentro l’Inps il cosiddetto invito a fornire deduzioni, cioè a offrire la propria versione dei fatti.Ma se nel procedimento penale sono indagati solo due (ex) dipendenti dell’ente previdenziale (Giuseppe Piergentili e Mauro Gennari), la Cdc ha messo nel mirino altri nove impiegati. Gli «invitati» (così si chiamano le persone sottoposte a procedimento contabile) sono accusati di una condotta («antigiuridica») che avrebbe comportato «l’illecita fuoriuscita dalle casse dell’Ente di un importo ingente» quantificato in un danno erariale complessivo di oltre 9 milioni di euro. Nel procedimento penale il buco complessivo è stato calcolato in circa 22,3 milioni al mese di ottobre del 2020 compreso, mentre le società del gruppo avrebbero ottenuto un illecito risparmio dei costi del personale per un ammontare complessivo di 38,9 milioni di euro.I numeri della Procura contabile sono più bassi perché le pratiche considerate ascrivibili a Piergentili e Gennari, inizialmente 44, sono scese a 29, a cui vanno aggiunte altre 14 riferibili agli altri nove colleghi nel mirino. Quarantatré sulle 83 prese in considerazione nel fascicolo penale. Per molte di esse probabilmente non è stato individuato con certezza l’estensore.La Procura della Corte dei conti nel giugno del 2022 ha ricevuto tutti gli atti dei colleghi di Piazzale Clodio e nell’agosto successivo il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Roma, per i fatti ascrivibili a Piergentili e Gennari, ha iniziato degli approfondimenti autonomi. Nel marzo scorso le Fiamme gialle hanno trasmesso ai giudici contabili la relazione conclusiva dell’attività ispettiva effettuata. Adesso sono partiti gli inviti a dedurre.Alla fine dell’istruttoria e in base agli elementi di prova acquisiti, per i due principali accusati, Piergentili (a cui viene accollato un buco da 4,1 milioni) e Gennari (1,35 milioni), la Procura parla di «scelta consapevole e volontaria, quindi dolosa o quanto meno gravemente colposa», mentre le azioni degli altri nove sarebbero connotate da «colpa grave». Per le «sviste» di M.C. sarebbero indebitamente usciti dall’ente 925.000 euro, M.I. è incolpato per 657.000 euro ed M.D. per 519.000 euro.Le pratiche gestite da Piergentili e Gennari «risultavano basate esclusivamente sulla produzione di documenti non idonei» e gran parte di esse (37) «non erano di competenza dei loro uffici». E così «in taluni casi, gli stessi dipendenti hanno artificiosamente variato gli indirizzi di residenza dei richiedenti, al fine di attrarre alla competenza delle filiali Inps ove prestavano servizio le pratiche da lavorare». Per esempio Piergentili per 11 dossier ha modificato, sul sistema informatizzato dell’Istituto, la sede di residenza dei pensionandi, trasferendola presso indirizzi fittizi; Gennari lo ha fatto solo in 4 casi.Adesso tutti e undici gli «invitati» potranno offrire la propria versione prima che la Procura contabile emetta nei loro confronti l’atto di citazione. «Dalle informative redatte dalla Guardia di finanza nonché dagli atti del procedimento penale e dagli accertamenti espletati, emergono chiaramente i presupposti per l’affermazione della responsabilità amministrativo-contabile degli odierni invitati» scrive nel suo invito il viceprocuratore generale Maria Teresa D’Urso. Il fascicolo istruttorio, come risulta dall’atto, è stato aperto il 14 febbraio 2022 «a seguito dell’acquisizione di diversi articoli stampa pubblicati su alcune testate giornalistiche a rilevanza nazionale aventi ad oggetto una presunta truffa all’Inps». Tutte notizie pubblicate dalla Verità. «Dalla lettura dei citati articoli si apprendeva dell’esistenza di indagini penali nei confronti del Gruppo Gedi (che comprende, oltre alla Repubblica, anche La Stampa, il Secolo XIX, 9 testate locali, l’Espresso e diversi periodici, nonché tre emittenti radiofoniche nazionali) per l’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato, aggravata dall’entità del danno patrimoniale, finalizzata alla fruizione illecita della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) e ai prepensionamenti, attraverso il fittizio demansionamento e il trasferimento di decine di persone in organico, tra cui dirigenti e giornalisti».I giudici contabili descrivono il machiavellico meccanismo ideato per far guadagnare le aziende di Carlo De Benedetti: «Il sistema truffaldino ipotizzato si basava sul trasferimento di alcuni dipendenti che godevano di stipendi alti, “passati” con qualifiche drasticamente rimpicciolite (da manager a grafici) da aziende che non avevano diritto ad ammortizzatori sociali ad altre infragruppo, grazie alle quali sono stati concessi milioni di contributi in danno dello Stato, quantificati in oltre 38 milioni, oggetto di sequestro preventivo subito dalla società editrice Gedi, somma che l’autorità giudiziaria penale ha ritenuto essere stata sottratta al bilancio dell’Inps».Le toghe spiegano anche che dirigenti, non prepensionabili, sono stati demansionati a livello di quadro, ma «agli stessi è stato comunque riconosciuto il medesimo livello retributivo del periodo in cui erano dirigenti, attraverso altre voci salariali indicate in busta paga (ad esempio il “superminimo assorbibile”), oltre ad ulteriori benefit dirigenziali».La frode si sarebbe basata pure su illeciti riscatti di annualità mai lavorate, per le quali non risultavano i relativi versamenti contributivi (i libretti di lavoro sarebbero stati truccati) e su trasferimenti di personale eseguiti (in svariati casi solo sulla carta) per poter accedere «indebitamente» agli scivoli previsti per la sede/società di destinazione.La D’Urso conclude, riferendosi agli «invitati»: «Da quanto sopra esposto, emerge in modo chiaro il sistema truffaldino realizzato a favore del gruppo Gedi al fine di operare una importante ristrutturazione aziendale […] principalmente attraverso la riduzione del personale dipendente, cioè collocando in pensione anticipata il personale ritenuto in esubero».La reprimenda contro i bracci operativi di Gedi si conclude in questo modo: «In questo modo, approfittando della normativa previdenziale che favorisce il settore poligrafico, sono stati prepensionati, una serie di soggetti che non avevano diritto a tali agevolazioni e, per farlo, sono stati posti in essere comportamenti truffaldini».Adesso l’Inps potrà rivalersi, quale soggetto danneggiato, nei confronti delle società beneficiarie e dei loro amministratori davanti al giudice ordinario.Nonostante questo quadro desolante alcuni dei dirigenti indagati continuano a far carriera, per esempio Corrado Corradi è recentemente diventato amministratore delegato e direttore generale di Gedi news network e Monica Mondardini resta saldamente al vertice, come amministratore delegato, del gruppo Cir di De Benedetti. Ovviamente incarichi con stipendi a cinque o sei zeri.Al contrario i dipendenti più umili sono senza pensione dall’autunno del 2022. Per esempio l’ex archivista dell’Espresso, Anna Piludu, 66 anni, ha smesso di percepire i suoi 1.500 euro di pensione e, da agosto, non prende più neanche i 140 euro e rotti del fondo di previdenza per i lavoratori dei quotidiani «Fiorenzo Casella» in cui aveva versato 30 anni di contributi. «In questa situazione mi faceva comodo anche quel poco» ci confida. Poi aggiunge: «Si vocifera di una richiesta di rinvio a giudizio. Ma io non ho ancora ricevuto nulla. Spero che questo incubo finisca il prima possibile».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.