2023-02-16
«Pechino pronta a vendere la sua quota in Pirelli». Un messaggio per la Meloni
Giorgia Meloni e Xi Jinping (Ansa)
Bloomberg: «Sinochem si ritira». Sarebbe il primo disinvestimento cinese in Italia. Sullo sfondo il rinnovo della Via della seta. Oggi Antonio Tajani incontra l’uomo di Xi Jinping.Contrordine, compagni? Dopo lo shopping sfrenato dei primi dieci anni del XXI secolo, i cinesi avrebbero deciso di battere in ritirata dall’Italia. Il segnale è l’indiscrezione rilanciata ieri dall’agenzia Bloomberg e clamorosa, se confermata: Sinochem holdings vuole razionalizzare il suo portafoglio di attività e sta valutando la possibilità di vendere la sua quota del 37% nel colosso di pneumatici Pirelli. Il conglomerato statale con sede a Pechino, viene aggiunto dall’agenzia, è nelle prime fasi di revisione della partecipazione e potenziali acquirenti hanno mostrato un interesse preliminare per il pacchetto. Sinochem potrebbe anche vendere solo una parte delle azioni o disinvestire nel tempo sul mercato, hanno spiegato le fonti (anonime) riportate da Bloomberg. Di certo, i colossi statali cinesi - tra cui Sinochem, attiva principalmente nell’agricoltura e nella petrolchimica - hanno ricevuto istruzioni dal governo di Xi Jinping di abbandonare le partecipazioni che non fanno più parte del loro core business. Come quella in Pirelli acquistata nel 2015 con un’Opa da 7,4 miliardi di euro. L’intera operazione non è priva di ostacoli, sottolinea comunque Bloomberg. I costi di finanziamento relativamente alti per gli acquirenti negli ultimi mesi così come il debito di Pirelli sono due ostacoli per qualsiasi potenziale deal (l’azienda aveva una posizione finanziaria netta negativa per 3,4 miliardi al 30 settembre 2022). Senza contare che un eventuale cambio di controllo potrebbe far scattare un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulla società, che è quotata a Milano. Ieri il titolo ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,17% a 4,7 euro ma nell’ultimo anno ha lasciato sul terreno di Piazza Affari il 18,19% conferendo alla società un valore di mercato di circa 4,8 miliardi. Marco Tronchetti Provera è il secondo maggiore azionista con il 14,1%, mentre l’investitore statale cinese Silk road fund controlla il 9%. Li Fanrong, presidente di Sinochem, presiede da ottobre anche il consiglio di Pirelli. Martedì 14 febbraio, il consigliere non esecutivo Bai Xinping si è dimesso dal cda a fronte di nuove responsabilità professionali in Sinochem e secondo alcuni analisti anche Li Fanrong potrebbe seguirlo. Nel 2020 Sinochem si è fusa con ChemChina, il colosso che nel 2015 ha rilevato Pirelli, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari. Il 16 maggio del 2022 i cinesi e la cassaforte di Tronchetti, Camfin, hanno rinnovato il patto parasociale sul 51% di Pirelli e definito la successione al vertice dell’azienda di pneumatici col passaggio della carica di amministratore delegato da Tronchetti Provera, confermato vicepresidente esecutivo, a Giorgio Bruno, manager da oltre 30 anni al fianco di Tronchetti. Il rinnovo dell’accordo ha però effetto a partire da quest’anno, ossia dalla data di convocazione dell’assemblea di primavera per l’approvazione del bilancio 2022, e per un ulteriore periodo di tre anni, dunque fino alla primavera del 2026. Intanto, mercoledì 22 febbraio il board di Pirelli si riunirà per approvare i conti del 2022 e vedremo se l’appuntamento con il mercato servirà a fare chiarezza sul futuro dei cinesi nell’azionariato.Se la ritirata di Sinochem fosse confermata, si tratterebbe del primo - sostanzioso - disinvestimento di un colosso cinese in Italia. Per altro in un momento assai delicato nei rapporti tra il nostro Paese e il Dragone. Nel pieno della crisi dei palloni spia, e con l’avvicinarsi del primo anniversario dall’invasione russa dell’Ucraina, Pechino ha deciso di inviare in Europa il suo diplomatico di più alto livello, Wang Yi, fino a fine 2022 ministro degli Esteri e ora a capo dell’ufficio della Commissione centrale per gli affari esteri del Partito comunista cinese. Oggi Wang sarà a Roma, dove incontrerà il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, prima di partecipare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, nel fine settimana. Nei rapporti bilaterali il nodo più difficile da sciogliere rimane quello legato al rinnovo del memorandum sulla Belt and road initiative, firmato nel 2019 dal governo gialloblù presieduto da Giuseppe Conte e lasciato in sospeso da Mario Draghi. La Cina, oltre al rinnovo tacito, punta sulla visita del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (invitata lo scorso novembre da Xi durante il G20 di Bali) in primavera, in occasione del terzo forum dedicato alla nuova Via della seta, evento preannunciato di recente dallo stesso presidente cinese. Chissà se oggi Tajani con Wang parlerà anche di Pirelli o dei porti italiani, in particolare quelli pugliesi, dove l’attività del Dragone è ancora assai intensa.
Jose Mourinho (Getty Images)