Il Pd pretende di plasmare la Chiesa tutta a sua immagine e somiglianza

Gianni Cuperlo sulla Stampa dice che il Pd deve passare dalla strategia del campo largo a quella del pensiero lungo, ma a prescindere dalle etichette, che a sinistra inventano con molta facilità per giustificare qualunque strategia, si capisce che il principale partito della sinistra al momento continua a volare basso.
Anzi, bassissimo. Del resto, a Elly Schlein e ai suoi collaboratori, più che gli slogan per definire una linea politica servirebbero le idee, altrimenti si rischia il bis di un celebre claim del Pci di Enrico Berlinguer, quando in campagna elettorale i comunisti riempirono le piazze con la scritta «Veniamo da lontano e andiamo lontano», e mani anonime aggiunsero irridenti «Siamo solo di passaggio».
Dopo l’accoglienza riservata a Giorgia Meloni dal popolo di Comunione e liberazione, fra i compagni è scattato l’allarme rosso. Lo ha spiegato bene in un’intervista al Corriere della Sera l’ex ministro Graziano Delrio: «La premier è capace di entrare in sintonia con mondi diversi dal suo, una qualità che a noi manca». Tradotto, mentre a sinistra si discute di come far crescere cespugli centristi per irrobustire l’albero dell’Ulivo che tanto piace a Romano Prodi, il presidente del Consiglio è già avanti, perché si rivolge direttamente, senza mediazione di un Ruffini o di un Renzi, ai moderati di Comunione e liberazione e della Cisl. «Se il Pd non riesce a parlare ai cattolici», sostiene Delrio, «avrà un problema. E chi pensa che nel 2027 Meloni sarà inevitabilmente sconfitta, credo che non colga questa evoluzione». Da Cuperlo a Delrio, passando per Rosy Bindi, che ne scrive su Avvenire, tutti nel Pd sembrano colpiti dal discorso di Rimini e, soprattutto, dagli applausi che sono stati tributati alla premier. Così Cuperlo si incarica di osservare che al centro - inteso come area politica che guarda a sinistra - ci sono troppi leader e troppa poca generosità. Con scarsa attenzione al mondo moderato. «La cultura cattolica deve trovare nel Pd l’accoglienza che merita», sentenzia alla fine l’ex presidente del Pd. Bindi sul quotidiano della Cei, che da tempo più che dei vescovi sembra l’organo ufficiale del Partito democratico, ammette che a Rimini il presidente del Consiglio ha saputo toccare le corde giuste, ma il suo non è un complimento, perché subito dopo l’ex ministro della Sanità si incarica di respingere l’abbraccio con il popolo di Comunione e liberazione, invitando Meloni a partecipare a un corso accelerato di storia del movimento cattolico in Italia, le cui lezioni ovviamente sarebbero impartite direttamente da lei . «Deve portare rispetto per il pluralismo che lo caratterizza e soprattutto non deve coltivare il seme della divisione, emettendo giudizi sommari».
Da Cuperlo a Delrio per finire con Bindi, si capisce che i quadri del Pd sono preoccupati di quella che l’ex ministro della Sanità definisce «l’appropriazione indebita dei cattolici». Il senso del suo intervento su Avvenire è chiaro: giù le mani, sono roba nostra. Tutto ciò fa comprendere quanto dentro il Partito democratico siano terrorizzati dall’idea di uno spostamento al centro di Giorgia Meloni. Soprattutto sono spaventati che la premier riesca a intercettare quel mondo cattolico che non si sente rappresentato dalla Cei del cardinale Zuppi e non fa il tifo per l’immigrazione e nemmeno per una sinistra che vuole imporre i matrimoni gay, l’eutanasia e l’utero in affitto. Il monito di Bindi fa capire che dopo aver conquistato la maggioranza, il presidente del Consiglio potrebbe occupare quello spazio rimasto a lungo senza leader, un’area che con l’avvento di papa Leone XIV non si sente più messa al bando come ai tempi di papa Francesco, e va in cerca di una rappresentanza per far sentire la propria voce. Bindi prova a dare l’altolà, rivendicando a sé e alla sua parrocchia politica il compito di interpretare il pensiero cattolico nelle istituzioni, ma è da tempo che la sinistra non parla più a quell’area. E lo dimostrano proprio le parole di Delrio: Meloni ha trovato il modo di rivolgersi a un mondo diverso dal suo. La sinistra invece pensa ancora che i cattolici siano quelli che fanno il tifo per l’accoglienza dei migranti e per le coppie gay. Con il risultato che il Pd, invece che guardare all’Azione cattolica, pare orientato ad un’azione suicida.



















