2019-09-27
«Pd e M5s vogliono fregare le partite Iva»
L'ex viceministro dell'Economia leghista Massimo Garavaglia: «Il governo smonterà il nostro regime forfettario, con un aumento di gabelle pari al 70% Chi nel 2020 avrebbe pagato 10.000 euro, ne sborserà anche 17.000. Alzare l'imposta sul valore aggiunto sarà il prossimo passo».Onorevole Massimo Garavaglia, da viceministro al Mef molti lei è ricordato per il regime forfettario per le partite Iva, da 65.000 e - dal 2020 - 100.000 euro di fatturato.«Era ed è una scommessa. Non si tratta soltanto di ridurre le imposte, ma anche di semplificare gli adempimenti. I costi impliciti ed espliciti per il mantenimento di un'attività incidono quanto più è piccola l'attività. La Cna stima che il total tax rate effettivo prima del nostro provvedimento fosse superiore al 60%. Con le nostre misure siamo intorno al 55%-57%».Il forfettario è bastato?«Ci abbiamo messo insieme un aumento consistente di deduzioni. Prima potevi dedurre solo il 20% dell'Imu, ora fino al 50%, ed è già finanziato la riduzione al 100% nel triennio». Qual è il risparmio di imposte con il forfettario?«Fatturando fino a 65.000 euro l'aliquota prevista è quella del 15%. Quella effettiva ancora più bassa. Un professionista che apre una partita Iva nel 2019 e arriva a fatturare 90.000 euro non perdeva comunque i benefici del forfettario e poteva tranquillamente arrivare a pagare intorno a 3.000 euro, addizionali regionali incluse. L'anno dopo entravi in un regime non più forfettario ma comunque semplificato. L'aliquota saliva al 20% e il professionista poteva arrivare a pagare intorno ai 10.000 euro. L'aliquota non era stata scelta a caso. Il percorso di riduzione dell'Ires già iniziato la portava al 20% nel 2023. E quindi le aliquote sarebbero state identiche». Perché parla all'imperfetto?«Perché il nuovo governo non intende mantenere questa promessa. Il professionista da noi preso ad esempio arriverebbe a pagare sui 15.000-17.000 di imposte anziché i 10.000 promessi. Un aumento di imposte pari al 70%. Si badi che i provvedimenti erano già finanziati con tanto di bollino della Ragioneria Generale. Come useranno questi soldi non lo so, ma è come se avessero aumentato le imposte di 2 miliardi. È una manovra pericolosa che rischia di invertire la tendenza. Molti artigiani tireranno giù la cler, come si dice a Milano. Se ciò che porti a casa una volta pagate le imposte non è sufficiente per vivere, si tornerà nell'economia sommersa. Ciò che con il forfettario volevamo combattere».Il governo attuale parla però di lotta all'evasione. Cosa hanno in mente? «Guardi, a questo governo mancano dai 5 ai 10 miliardi. L'aumento selettivo delle aliquote Iva è sul piatto. Ci hanno raccontato la frottola che il Conte bis servisse a disinnescare l'Iva, e invece qualcosa alla fine aumenteranno. Sull'evasione? Vagheggiano di 100 miliardi di economia sommersa senza sapere che il 20% è fatto dell'elusione delle grandi corporation e un buon 50% dal malaffare criminale. Togli anche il lavoro nero e rimane un 10% di omessa fatturazione. Tutta questa potenza di fuoco è sparata sui poveri cristi che non arrivano a fine mese, perché tenere aperta una partita Iva tornerà costoso».È d'accordo con la proposta di tassare i prelievi di contante?«Una misura folle che si commenta da sola. Non interessa certo le fasce più povere della popolazione, semmai le colpisce. Siccome sono un europeista convinto, dico: facciamo come la Germania. Nessun limite all'uso del contante».Avevate proposto di tassare le giacenze nelle cassette di sicurezza, non è uguale?«La filosofia è diversa: la stessa della pace fiscale. Hai soldi in una cassa nascosta? Rimettili in circolo. Paghi il giusto e torni a spenderli in libertà. Questo governo otterrà invece il risultato opposto. Le cassette di sicurezza continueranno a riempirsi».Quanti soldi pensavate di tirare su con questa manovra?«Dai 5 ai i 10 miliardi. Gli stessi che mancano al governo attuale».È favorevole all'abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione? «Un dibattito che non mi appassiona. Già oggi la Costituzione è formulata in maniera tale che la spesa in deficit è più che possibile. Se poi chi ci rappresenta va a Bruxelles credendo di rappresentare una colonia anziché un Paese fondatore, tutto si complica».Con il vostro progetto di Flat tax al 15% quanti soldi in più avreste messo in tasca ai contribuenti?«Circa 12 miliardi. Era un segnale chiaro per le famiglie e le persone fisiche».La pace fiscale è stata un flop?«Tutt'altro. Oggi molti imprenditori possono pagare in cinque anni ciò che non potevano pagare in un anno».Ma lei doveva veramente fare il commissario Ue?«La disponibilità l'ho data. Ma il nome giusto era Giorgetti. E comunque non ci ho mai creduto fino in fondo». Con Giovanni Tria andava d'accordo?«Sì. Lo scriva: può dare una mano in futuro».Voleva veramente abolire il codice degli appalti?«Siamo entrati a gamba tesa nonostante l'ostracismo dei 5 stelle. Abbiamo aumentato le soglie degli appalti veloci e disinnescato la follia del continuo ricorso al Consiglio superiore dei Lavori pubblici anche per mini investimenti. Si va al Consiglio per una tangenziale, non per una rotonda». In Umbria la Lega quanto prende?«Quanto basta per vincere».