2020-06-17
Pd e 5 Stelle litigano sulle nomine in Gse e Rfi. I dalemiani puntano su Consap
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Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio (Ansa)
Dopo la tornata di incarichi in Eni, Leonardo e Enel continuano a mancare all'appello i rinnovi di diverse partecipate del ministero dell'Economia. Andrea Peruzy, già nella Fondazione Italiani Europei di Massimo D'Alema, rischia di essere sostituito in Acquirente Unico. Per lui si profila un passaggio nella concessionaria servizi assicurativi pubblici.Dopo l'infornata di nomine pubbliche durante l'emergenza sanitaria - sono stati nominati o confermati i nuovi vertici di Eni, Leonardo e Enel - il governo di Giuseppe Conte continua a rimandare le decisioni su rinnovi di altre controllate del ministero dell'Economia e dei Trasporti, tra cui il Gse, Consap, Consip, la Zecca di Stato e Rfi. I consigli di amministrazione continuano a rinviare le date delle assemblee. Ma più che un problema tecnico, la questione è politica. La maggioranza sta sfruttando i tempi lunghi dell'emergenza sanitaria per spartire equamente le poltrone tra Partito democratico e 5 Stelle. Ma il problema è trovare un accordo. Perché in alcuni settori, come energia e trasporti, i dem di Nicola Zingaretti vogliono avere l'ultima parola. Non solo. I dem sono sempre divisi in correnti. La parte del leone la fa sempre quella più vicino all'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema che ha nel ministro dell'Economia Roberto Gualtieri il suo punto di riferimento. In sostanza le tensione delle ultime settimane a livello di governo sarebbero dovute soprattutto alla spartizione degli incarichi di aziende strategiche dal punto di vista economico e politico. Uno dei nodi dai sciogliere è appunto il Gse, una realtà da 33 miliardi di fatturato all'anno. Nel decreto milleproroghe di dicembre era stato deciso il commissariamento per il gestore servizi elettrici. La decisione era arrivata dopo mesi di tensioni ai vertici, ancora espressione della vecchia maggioranza gialloblu, Lega e 5 Stelle. In teoria, come recitava il decreto, la nomina sarebbe dovuta arrivare entro 60 giorni. Sono passati invece 6 mesi senza che l'esecutivo giallorosso abbia preso una decisione. Il problema è che intorno alla nomina del commissario del Gse si gioca un'altra partita, quella delle aziende collegate al gestore. Sono partecipate strategiche dal punto di vista economico e politico. Tra queste c'è Acquirente Unico dove il presidente è amministratore delegato è il dalemiano di ferro Andrea Peruzy. Non è un caso insomma che il gestore sia rimasto in stallo nelle ultime settimane. 5 Stelle e PD non riescono a trovare una quadra, perché i dalemiani vogliono indicare il commissario ma questo comporterebbe la rinuncia alle altre aziende collegate.Il problema è che Peruzy non può rimanere senza incarichi. Fa parte di quella schiera di fedelissimi di Massimo D'Alema, cresciuti nella Fondazione Italiani Europei di cui anche Gualtieri è un elemento essenziale. Proprio nelle scorse settimane è stato nominato nel consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti l' avvocato Carlo Cerami, anche lui della stessa scuderia. A quanto risulta alla Verità l'instabilità del Gse potrebbe far perdere il posto a Peruzy. Il Pd infatti sarebbe intenzionato a scegliere il commissario, quindi di conseguenza le controllate, come Acquirente Unico sarebbero appannaggio dei 5 Stelle. Peruzy, quindi, sarebbe orientato per diventare presidente e amministratore delegato di Consap, la concessionaria servizi assicurativi pubblici controllata dal Mef e dove ora c'è l'ex dg Rai Mauro Masi. Il mondo assicurativo come quello energetico è sempre stato un pallino del centrosinistra. Oltre a questo c'è ancora da chiarire la situazione dei trasporti. Rfi e altre partecipate legate. Anche qui non si riesce a trovare una soluzione. Il Pd continua a chiedere il controllo di Rfi (Rete Ferroviaria italiana) dove è in scadenza Maurizio Gentile. D'altra parte, si ragiona al Nazareno, Anas è sempre in mano ai 5 Stelle, dal momento che Massimo Simonini fu una nomina voluta dall'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. L'incarico di Simonini è più che mai delicato, proprio perché una sua sostituzione potrebbe riscaldare ancora di più gli animi dei pentastellati già provati dallo scontro tra Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Oltre alle partecipate statali resta ancora in sospeso il rinnovo del garante della privacy e dell'Agcom. Il parlamento continua a rinviare l'elezione. Così il 24 giugno a tenere la relazione annuale sulla privacy sarà Antonello Soro, nominato ormai ai tempi del governo di Mario Monti: si tratta di un record assoluto di permanenza su una poltrona.
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Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
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