2023-12-14
Il Pd ammette: dava notizie riservate della Guardia costiera a Casarini & C.
Matteo Orfini (Imagoeconomica)
Il centrodestra chiede ai dem di riferire in Aula. Arriva la confessione dell’ex presidente Matteo Orfini: chiamavo i militari e riferivo alla Ong «per salvare vite». Nicola Fratoianni: pure io. Peccato che l’ex no global fosse indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.Alla fine, in una seduta convulsa della Camera dei deputati, l’ex presidente del Pd Matteo Orfini ha ammesso di aver passato informazioni raccolte presso la Guardia costiera all’equipaggio della Mare Jonio, di «capitan» Luca Casarini. Ricordiamo che quest’ultimo all’epoca dei fatti era indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, esattamente come oggi. Infatti il gip del Tribunale di Agrigento ha prosciolto lui e il comandante Pietro Marrone dall’accusa a fine 2020 (la richiesta di archiviazione era stata presentata dalla Procura a gennaio), ma Orfini e altri suoi compagni di partito erano molto prodighi di informazioni riservate dal momento dell’insediamento del nuovo governo giallo-rosso. Cioè dal settembre del 2019. L’accusa preoccupava persino Casarini, il quale, non invitato a un convegno di «compagni» a Napoli, nel giugno del 2019, piagnucolava: «Abbiamo la nave sotto sequestro, siamo sotto inchiesta per favoreggiamento e davvero non capisco perché fate così. Sono amareggiato».Ma nonostante tutti sapessero delle indagini, nessuno, a sinistra, sembra essersene preoccupato e, anzi, i dem hanno iniziato a passare informazioni sensibili sulle ricerche in mare dei barconi a chi in quel momento era sotto inchiesta proprio per un reato che la Guardia costiera è chiamata a contrastare.Ma poi, con il nuovo governo, il vento era cambiato e non solo era arrivata l’archiviazione, ma si era stabilito un canale privilegiato con i ministeri dei Trasporti e della Difesa, guidati entrambi da due dem, Paola De Micheli e Lorenzo Guerini.Orfini, pressato in aula, tra le ole dei colleghi della sinistra, si è difeso in un modo originale, così sintetizzato dalle agenzie: «Spesso ci sono state segnalazioni pubbliche di distress da parte di Alarm Phone che chiama l’Mrcc (Comando generale del corpo delle capitanerie di porto, ndr) per chiedere il soccorso ai barchini. Quando c’è una barca che rischia di affondare penso siamo tutti d’accordo che non vada lasciata affondare. Tantissime volte questa segnalazione mi è arrivata dalle Ong che mandavano le segnalazioni di Alarm Phone (una specie di numero d’emergenza dei migranti, ndr). Io ho semplicemente chiamato la Guardia costiera. Le risposte le ho ricevute e sono contenute nelle intercettazioni illegalmente pubblicate. È un lavoro che rientra tra i parlamentari salvare persone. Se contribuire a salvare vite è una colpa sono colpevole. Se non lo è penso di aver fatto bene il lavoro di parlamentare» ha concluso.Da identificateci tutti, il tormentone della Prima della Scala, ad arrestateci tutti. Anche se, in queste cose, a volte, la coerenza lascia un po’ a desiderare. Infatti Orfini parla di chat pubblicate illegalmente, quando il suo partito è quello dell’intercettateci tutti.Nonostante queste piccole contraddizioni, i dem fanno proseliti e, ieri, il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza verdi e sinistra, si è subito accodato: «Anche io in molte occasioni ho fatto quello che ha fatto l’onorevole Orfini».Casarini, che nelle chat, definiva alcune informazioni che riceveva riservate e non divulgabili, oggi racconta che a dare le notizie alla Guardia costiera era lui, glissando sul ritorno di notizie da Mrcc, ammesso anche da Orfini: «Sono io che ho fornito informazioni preziose alla Guardia costiera, tramite i parlamentari, su casi di persone in pericolo in mezzo al mare […]. I parlamentari da me sollecitati a fornire ogni elemento alle autorità marittime per provvedere al soccorso in mare, hanno non solo fatto il loro dovere, ma vanno ringraziati per le notti passate in piedi con noi a tentare di salvare esseri umani». Poi l’ex no global, oggi gesuita ad honorem, forse a smentire la segretezza delle informazioni divulgate, ha aggiunto: «Ogni telefonata tra chiunque e gli ufficiali di turno del Mrcc della Guardia costiera, è ovviamente registrata». Anche se non capiamo che cosa cambi.Con l’arrivo del governo giallorosso, come abbiamo già raccontato ieri, Mediterranea sembrava volersi liberare dell’abbraccio mortale di Liberi e uguali per lanciarsi tra le braccia dei dem. E le mire puntano dritte sull’Europa. Sia quella politica che quella ecclesiastica. Infatti i nostri in quei mesi cercano l’appoggio di Jean-Claude Hollerich, cardinale, ex presidente della Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea e oggi vicepresidente del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, ma anche dell’eurodeputato (dimessosi nell’aprile 2023) pd Pierfrancesco Majorino.Questi è citato dalla banda come colui «che aveva promesso», quando la Mare Jonio, che era sequestrata a Lampedusa, l’«interessamento suo e di Sala (Beppe, sindaco di Milano, ndr)».Nel maggio del 2019 Caccia è particolarmente concentrato su Majorino, in quel momento candidato alle Europee nelle file del Pd, e comunica a Casarini: «Mi scrive che entrano sia lui sia Bartolo». Pietro Bartolo è il medico di Lampedusa, anche lui in lista con i dem. Caccia spiega: «Majo dice Smeriglio in bilico». Alla fine, all’Europarlamento, entrerà anche Massimiliano Smeriglio, già vicepresidente della Regione Lazio. Caccia è informatissimo sul voto a Strasburgo: «Bartolo passa sia al Centro che nelle Isole. E se opta per le Isole fa entrare Smeriglio (che al momento è quinto con quattro eletti)». Poi mostra di essere aggiornato su ogni votazione che riguardi il partito alllora guidato da Nicola Zingaretti: «Primarie Milano, spoglio inizia alle 20. Alle 16 erano già 41.000 i votanti. Sala fa cacao. E i cinesi non c’entrano».A elezioni vinte, l’armatore della Mare Jonio passa all’incasso e scrive a Majorino: «Rispetto alla costruzione di un “lobby per Mediterranea a Bruxelles”, nelle scorse settimane abbiamo discusso con Ska Keller (influente europarlamentare tedesca dei Verdi, ndr) e appena insediati dovremmo venire su a ragionare come organizzarci nel modo più efficace. Contiamo anche sul tuo aiuto».Risposta di Majorino: «Assolutamente. Contate su di me».Ma quando dentro a Mediterranea scoppiano le faide Majorino sembra pentirsi e domanda: «Mi spieghi che cosa sta succedendo dentro Mediterranea?». Sono i giorni degli scontri con Cecilia Strada.Majorino si era speso anche per la cooperativa di Marie Terese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, suocera e compagna di Aboubakar Soumahoro. Su Facebook si trova ancora una foto della Mukamitsindo con l’europarlamentare a Bruxelles dopo «una fruttuosa riunione sul sistema d’accoglienza».La figlia Liliane, invece, in una mail informava i colleghi di una sua trasferta a Milano per «incontrare il Sindaco, Giuseppe Sala, il deputato europeo Majorino e vari mondi (fondazioni e altro)».Insomma Majorino è quasi un rabdomante nell’individuazione di associazioni o cooperative destinate a far discutere e finire nei tribunali.Ma se dem e sinistra difendono insieme a spada tratta la collaborazione con l’associazione di un pregiudicato come Casarini, quest’ultimo e il socio Caccia, da tempo, per garantire il successo di Mediterranea, hanno scelto di prendere le distanze dalla sinistra. Anche perché pensano il peggio dei vecchi compagni di viaggio: «In un momento di polemica pubblica fortissima mettere un parlamentare a capo della missione è una sciocchezza. Poi non ci meravigliamo se nessuno vorrà entrare nell’associazione e se dicono che è la barca di Sinistra italiana» diceva Casarini nel luglio del 2019. A maggio si era persino rifiutato di firmare «l’appellone per la sinistra alle elezioni». Per Casarini, Fratoianni si era «dispiaciuto», per Caccia l’aveva «presa sul personale». Ma i due compari di Mediterranea, nelle chat, ne hanno anche per Erasmo Palazzotto, ora del Pd, ma all’epoca con Sinistra italiana. Viene definito «un inutile coglione» e un «idiota». In un’altra occasione Caccia dice: «Palazzotto si è sputtanato come “autorevole super partes”».Ma per loro anche il vicepresidente dell’Arci ed esponente di Leu, Filippo Miraglia, è «un’inutile testa di cazzo».E quando il portavoce di Fratoianni, Paolo Fedeli, prova a portare Med in alcune trasmissioni televisive e non in altre, Casarini perde le staffe: «Non me ne frega un cazzo. Ma ti pare che possiamo stare al giochino chi non invita Fratoianni bisogna boicottarlo? […] Si occupasse delle elezioni e non scassasse la minchia. Non rispondergli nemmeno». L’amico Caccia rincara: «Fedeli mi sta cagando il cazzo per l’arrivo di Carta bianca. Credo per problemi con Piazza pulita. Faccio solo notare che la Berlinguer ti ha fatto 20 minuti di intervista, Formigli mai un invito in trasmissione». Ieri sono pure uscite le anticipazioni di un’intervista del presidente della Cei Matteo Zuppi al settimanale Oggi, in cui l’alto prelato ha fatto riferimento anche alla nostra inchiesta: «Quest’anno a Mediterranea hanno dato contributi due diocesi, credo per 150 mila euro, solo per aiutare a salvare persone. Troppi sono i morti. Sono sorpreso e amareggiato da questa vicenda. Sembra che ci sia dietro una malizia, un disegno». Nei giorni scorsi la Cei aveva parlato di 400.000 euro, oggi siamo a 150.000, domani, forse, scopriremo che è Mediterranea ad aver fatto beneficenza alle diocesi.
Jose Mourinho (Getty Images)