Le pretese di Licia Ronzulli non passano, ma il Cav piazza i suoi al Mise, all’Editoria e alla Giustizia. Alla Lega dodici incarichi.
Le pretese di Licia Ronzulli non passano, ma il Cav piazza i suoi al Mise, all’Editoria e alla Giustizia. Alla Lega dodici incarichi.«Dalla squadra di governo mi aspetto compattezza e lealtà e devo dire che lo sto riscontrando. Negli ultimi giorni ho letto molte ricostruzioni, ma veramente non ci sono in questa fase problemi di alcun genere», ha detto il premier, Giorgia Meloni, durante la sua prima conferenza stampa. «In cdm si respira un clima di grande compattezza ed entusiasmo, pur nella consapevolezza delle difficoltà che incontriamo», ha concluso ribadendo un concetto che certo non stupisce. La notizia, ovviamente, sarebbe stato l’opposto. Cioè un governo già spaccato. L’uscita della Meloni, tolta la prima patina politica, ha però un significato ben preciso. Ieri è stata presentata e approvata la lista definitiva dei sottosegretari e dei viceministri. Si vede chiaramente che la Lega con un 8% di risultato alle urne ottiene ben dieci sottosegretari ai vari ministeri, compresa la delega ad Alessandro Morelli sul Cipe, e due viceministri. Si tratta di Edoardo Rixi alle Infrastrutture e Vannia Gava all’Ambiente. Forza Italia con il medesimo risultato elettorale si ferma a sei sottosegretari, ma incassa due viceministri. Parliamo di Valentino Valentini al Mise e di Paolo Sisto alla Giustizia. La preponderanza della Lega non è sufficiente però a sconvolgere gli equilibri di fondo. Se da un lato Matteo Salvini può dirsi pienamente soddisfatto sia per le caselle che per le deleghe, altrettanto dovrebbe dire Silvio Berlusconi. È vero, le tensioni degli ultimi giorni si sono concentrate sulla filiera legata a Licia Ronzulli. Giuseppe Mangialavori, calabrese di Vibo Valentia, è stato spinto fino all’ultimo in quanto coordinatore regionale del partito. Ancora l’altro ieri sembrava di assistere, sebbene più in piccolo, allo svolgimento dello stesso film che ha portato gli azzurri a non votare al Senato Ignazio La Russa. All’ultimo Fratelli d’Italia ha forzato la mano, ma senza alcuno strappo. Evidentemente la Meloni ha voluto lasciare a entrambi i partner politici le briglia sufficientemente sciolte per operare e al tempo stesso per prendersi le responsabilità di governo. Sul fronte Forza Italia non si può non sottolineare che tra la Ronzulli e le imprese, Berlusconi dimostra ancora propensione per le seconde. Valentini al Mise dove si discute di telecomunicazioni. Sisto alla Giustizia e, infine, Alberto Barachini, già giornalista di Mediaset avrà le deleghe all’Editoria. Tre temi estremamente cari al Cavaliere. Motivo in più per immaginare che le polemiche dentro Forza Italia e tra gli azzurri e Fratelli d’Italia andranno a spegnersi nelle prossime settimane. Più passerà il tempo più i singoli parlamentari avranno da perdere e più il ruolo dei ministri azzurri andrà strutturandosi. Per il resto la lista del sotto governo è adesso tutta da mettere alla prova. Interessante il ruolo di Maurizio Leo che in quota Fdi sarà il vice di Giancarlo Giorgetti. Avrà una delega di peso, una delega strutturale sulla Finanza e il fisco. Una competenza che non si vedeva dai tempi di Vincenzo Visco con Tommaso Padoa-Schioppa. Confermato Federico Freni. New entry al Mef Sandra Savino, un tempo alla commissione Finanze, e Lucia Albano, marchigiana e dottore commercialista. Da qui al cdm di venerdì restano da definire deleghe e perimetri di competenze tra un ministero e l’altro. Due temi ancora aperti e molto importanti: lo Spazio e l’intelligence. Nel primo caso il comparto riorganizzato da Vittorio Colao è adesso sotto le competenze di Palazzo Chigi. Se Meloni seguirà lo schema del precedente governo dovrebbe finire ad Alessio Butti, titolare dell’Innovazione digitale. Non è escluso che finisca sotto il Mise di Adolfo Urso. In ogni caso ci sarà molto lavoro da fare a cominciare dal correggere le ultime mosse targate Colao. Infine, le deleghe all’intelligence andranno al sottosegretario Alfredo Mantovano. «Nel prossimo cdm», ha confermato ieri il premier, «procederemo». Il verbo si riferisce agli ultimi aggiustamenti. Come ai tempi di Berlusconi fu necessario un decreto apposito per consentire al sottosegretario di avere incarichi aggiuntivi alla delega ai servizi. Nulla di nuovo. Di nuovo invece sarà da capire quali saranno le idee della coppia Meloni-Mantovano sul comparto.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





