2022-05-26
Parte in silenzio il bando di gara per il «capo» del golden power
Sabino Cassese. Nel riquadro, Bernardo Argiolas (Imagoeconomica)
Tra i candidati Bernardo Argiolas, vicino al Pd e a D’Alema ed ex allievo di Sabino Cassese.Con particolare discrezione, e un silenzio a dir poco assordante, il 20 maggio scorso è stato pubblicato il bando interno (il cosiddetto interpello) con cui palazzo Chigi sceglierà il dirigente che si occuperà della riorganizzazione del comitato del golden power. La Verità ne aveva già parlato ad aprile. In pratica la presidenza del Consiglio ha deciso di creare una nuova struttura «per le attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali, la cooperazione europea, lo studio e l’analisi degli investimenti dei settori strategici», appunto il golden power. L’interpello fa seguito al decreto del 12 maggio firmato da Roberto Garofoli, segretario generale della presidenza del Consiglio. Ora la partita entra nel vivo. Con alcune particolarità. Di solito il regolamento prevede 10 giorni di tempo per la presentazione delle candidature. Questa volta invece, di fatto, il bando interno è durato poco meno di 5 giorni. Essendo uscito venerdì 20, di sera, molti dirigenti ne hanno avuto notizia solo lunedì 23. E per preparare la documentazione hanno dovuto fare molto in fretta, anche perché scade venerdì 27. È una fretta che di certo lascia qualche dubbio, anche perché si tratta di un incarico più che mai strategico. Del resto deve essere nominato il coordinatore della struttura, ovvero colui che nei prossimi anni valuterà e sotto cui passeranno le decisioni della politica industriale del governo. Ma soprattutto sarà scelto il dirigente che farà da metronomo nei rapporti diplomatici con i Paesi esteri. Che si ritroverà a esaminare le segnalazioni delle aziende entrate nel mirino di fondi stranieri. E che avrà anche il compito di analizzare i movimenti di mercato che avranno un impatto sulla sicurezza nazionale, dagli interessi della Cina a quelli della Russia. La struttura ricadrà sotto il Dica (Dipartimento per il coordinamento amministrativo). Tra i requisiti c’è l’esigenza di essere un dirigente di prima fascia, laurea magistrale, conoscenza della lingua inglese, di avere «conoscenza del diritto amministrativo e societario, con particolare riferimento alla normativa in materia di poteri speciali», di avere «esperienza nella gestione di procedimenti amministrativi con attività di supporto e coordinamento interministeriale e nella predisposizione dei relativi atti e provvedimenti amministrativi», nonché «esperienza in materia di contenzioso amministrativo». Dopo la chiusura dell’interpello, la prossima settimana sarà emanato un decreto per formare la commissione che dovrà valutare i requisiti di ammissione. A quel punto sarà scelto in una rosa il nuovo dirigente. È noto da tempo come il Pd abbia spinto perché il nuovo coordinatore ricada sotto l’ala amministrativa del Dica. Non bisogna dimenticare che tra i candidati ci dovrebbe essere Bernardo Argiolas, al momento dislocato al Servizio per le attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali. Argiolas cura il coordinamento delle attività per il golden power in relazione a operazioni societarie che possono costituire una minaccia «per gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale (compresi i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G), nonché per gli interessi pubblici nei settori dell’energia, dei trasporti». Argiolas è molto vicino al Pd. Ha un passato universitario al fianco di professori come Sabino Cassesse (dal 2000 al 2005) e Bernardo Giorgio Mattarella, figlio di Sergio. Ma indirettamente, dato il suo passato in Agcom e nell’autorità di regolazione dei trasporti, è considerato vicino anche a Massimo D’Alema. Argiolas però potrebbe avere un problema: è ancora un dirigente di seconda fascia.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.