2023-04-08
Il Parlamento indaghi sull’attentato alle libertà
L'ex premier Mario Draghi (Imagoeconomica)
Peter Doshi è un professore dell’Università del Maryland che scrive come editorialista anche per il British medical journal, una delle più autorevoli riviste scientifiche inglesi. Con alcuni suoi interventi, Doshi ha chiesto più trasparenza sui vaccini anti Covid, sia da parte delle aziende che li producono, sia da parte della Food and drug administration, cioè dell’ente che vigila sulla sicurezza dei farmaci. Forte degli studi curati nei mesi passati, ora Doshi rivela che Pfizer sapeva fin dall’inizio del 2021 che il suo vaccino non impediva la trasmissione del virus, ma tuttavia si è ben guardata dal rendere pubblica la cosa. A qualcuno forse questo aspetto potrà apparire un dettaglio, considerando che ancora non sono noti gli studi sugli effetti collaterali registrati su chi si è sottoposto al siero anti Covid.Invece si tratta di una notizia fondamentale, perché sulla base del presupposto che il vaccino impedisse di contrarre il virus e di trasmetterlo, si sono prese decisioni che hanno danneggiato la libertà delle persone. Credo che tutti ricordino la famosa conferenza stampa dell’allora presidente del Consiglio Mario Draghi. Nell’annunciare le misure che rendevano esecutivo il green pass, il premier spiegò che la carta verde certificava l’avvenuta vaccinazione e consentiva di sapere di essere fra persone che non si contagiavano e non trasmettevano il contagio. Era il 22 di luglio di due anni fa e sulla base di questo convincimento il governo decise di discriminare gli italiani che rifiutavano di vaccinarsi, impedendo loro l’ingresso in locali pubblici, ma anche a eventi all’aperto. Vietati ristoranti e bar, negati perfino i servizi essenziali come i trasporti urbani. Ricordo che prendere un caffè seduti a un tavolino all’aperto fu inibito. Tutto sulla base di un falso che Pfizer, ma anche le altre case farmaceutiche, non si premurarono mai di smentire. Ovviamente, sin da allora noi per primi dubitammo che ci fosse qualcosa di scientifico nella decisione, sospettando che la perentoria affermazione del premier («è una misura che dà serenità e garantisce di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose»») non avesse fondamento. Infatti, subito erano state segnalate persone che avevano contratto il virus e anche gravemente nonostante il vaccino. Ma la congiura del silenzio - sposata da medici e giornalisti - aveva deciso che dei casi avversi alla narrazione ufficiale non fosse utile parlare. Dunque, giornali e tv hanno ignorato la realtà. E peggio a quanto pare ha fatto Pfizer che, pur sapendo da mesi che il siero non impediva affatto di contagiare e contagiarsi, ha fatto finta di niente, lasciando non solo che le persone contraessero il virus, ma soprattutto che in nazioni come l’Italia si decidesse di punire chi non si vaccinava, limitando le libertà costituzionali. Certo, il nostro Paese è quello che, con il consenso di alcuni medici e di parecchi giudici, ha violato più gravemente i diritti delle persone. E le case farmaceutiche hanno dato un forte contributo, nascondendo dati che se resi noti avrebbero dimostrato da subito l’inutilità del green pass e dei divieti.Le rivelazioni di Doshi circa la mancata trasparenza di Pfizer rappresentano non solo un contributo che aiuta a capire quante cose sono state tenute nascoste e quanto ci sia bisogno di chiarimenti. Ma sono informazioni che rendono ancora più urgente la costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sugli anni del Covid. Non si tratta solo di indagare sulla mancata predisposizione delle misure preventive utili a combattere la diffusione del virus. E nemmeno ci si deve limitare a stabilire perché non furono istituite le zone rosse nella provincia di Bergamo. C’è molto da sapere sui vaccini, sulle reazioni avverse e sull’attentato alle libertà costituzionali. La Consulta nei mesi scorsi è andata in soccorso della politica, con una sentenza che rimarrà negli annali a dimostrazione della mancanza di coraggio e della vicinanza ai governi di un organo che dovrebbe essere terzo. Ma anche se i giudici della legge hanno ignorato i fatti, le violazioni restano e la commissione d’inchiesta è il luogo per accertarle.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)