2021-09-29
Il Parlamento dica a che condizioni archivieremo foglio verde e divieti
A quante iniezioni (o contagi) finiranno le restrizioni? E la card sarà legata al booster?Salvo improbabili modifiche parlamentari, ulteriormente sterilizzate da possibili ricorsi alla fiducia, tra un paio di settimane l'Italia sarà «esempio per il mondo» - parola di Anthoy Fauci - con l'introduzione del green pass più restrittivo dell'Occidente e non solo. Il ministro alla Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha definito l'obbligo di esibizione del documento per qualunque attività lavorativa in presenza un'idea «geniale», col suo corredo di «costo psichico e monetario» (sono sempre parole dell'esponente di Forza Italia) rappresentato dai tamponi necessari a chi non possa o non voglia inocularsi il vaccino.Dal 15 ottobre, dunque, ci vorrà il green pass per accedere ai posti di lavoro (comprese le forze dell'ordine), in un'escalation normativa cui è tuttora impossibile fornire una giustificazione dal punto di vista sanitario. È peraltro altrettanto difficile trovare una base giuridica che non vacilli. Anche perché queste settimane sono caratterizzate da un andamento tutto sommato lineare della eccellente campagna vaccinale (non c'è alcun «boom» recente nelle somministrazioni, se si eccettua una piccola ripresa post agostana dell'attività degli hub): ieri sera risultava completamente vaccinato il 77,2% degli italiani over 12. Con valori prossimi a questi, molti Paesi hanno rimosso vincoli e restrizioni. Non solo: da settimane il tasso di positività tra i «tamponati», il numero di nuovi contagi complessivi, i ricoveri e le terapie intensive sono in cauta ma costante diminuzione. Ieri sera si contavano meno di 100.000 persone poste in isolamento e neppure 3.900 ricoveri - intensive comprese - di pazienti positivi al Covid. Pur con tutta la prudenza dovuta visto il tragico pregresso, è difficile considerare questi numeri l'indice di un'emergenza sanitaria tale da giustificare misure repressive via via maggiori.E se rimane quindi arduo sia motivare il «super green pass» sia accettare la sua martellante definizione di «strumento di libertà», un'altra faccenda si impone: tutto ciò fino a quando deve durare? Procedere per decreti e fiducie avrà magari ottenuto l'effetto di annichilire le già ridotte possibilità di emendare i testi in Aula, ma ha anche l'effetto di esaltare una domanda: a che condizioni l'obbligo del tesserino può essere abbandonato? L'ultimo decreto (quello sul green pass al lavoro, per capirsi) reca la data di scadenza dei suoi dettami al 31 dicembre 2021. L'esperienza di questi mesi insegna che l'emergenza ha confini molto elastici. Perché non discutere, almeno in sede di conversione parlamentare, di un obiettivo (contagi, vaccini, ricoveri) raggiunto il quale il vincolo si allenta o - meglio - se ne va?Il green pass è presentato come viatico a riaperture (che però sono avvenute prima, e per scelta politica, così come lo erano state le chiusure) e ritorno alla normalità, ma è di tutta evidenza che l'attuale «normalità» è fatta di regioni che possono tornare gialle, arancioni e rosse, e di una pletora di intoppi burocratici che spesso assumono l'aspetto vessatorio e l'inutilità tipica di certe cattiverie, che Brunetta ha pure ricoperto di ragion di Stato. Fanno tenerezza quelli che ora chiedono un po' stizziti che vengano rimosse le restrizioni, ma solo per la «categoria» dei vaccinati. Ma fanno anche un po' paura, perché l'idea che le prossime possano colpire solo i non vaccinati mette qualche brivido. Non è forse un caso che di questo green pass «estremo» non si colgano con chiarezza né l'obiettivo, né il limite, né l'orizzonte temporale. In tale limbo rimane anche l'intreccio con le terze dosi, le cui somministrazioni sono partite in assenza di rigogliose certezze. Come funziona il lasciapassare per chi fa la terza dose? L'obbligo per i sanitari sarà «spalmato» anche sull'ultimo (per ora) richiamo? La questione è spessa, perché in Israele molti stanno per perdere la validità del «green pass» perché non hanno la terza dose, ed è possibile che tra poco sia necessaria anche la quarta.Non sarebbe il minimo sindacale se, nell'introdurre uno dei provvedimenti più impattanti degli ultimi lustri, quasi sicuramente fonte di tensioni sociali e a dir poco scarsamente comunicato e motivato al Paese, quantomeno si discutesse apertamente di questi argini e di questi problemi senza agitare spauracchi?
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)