2024-01-08
«Meloni coraggiosa sul Mes. Ma adesso l’Ue si vendicherà»
Gianluigi Paragone (Imagoeconomica)
Il giornalista Gianluigi Paragone: «Ho lasciato Italexit anche perché il centrodestra sta sferrando colpi all’ortodossia europea. Il governo ora non si faccia imporre le liberalizzazioni».Gianluigi Paragone lascia la politica e torna a vestire i panni del giornalista a tempo pieno. Una parabola che si chiude, iniziata con il Movimento 5 Stelle («quando ancora combatteva banche e finanza») e proseguita nel 2020 con la fondazione di Italexit, il partito corsaro anti-euro che, nonostante le battaglie rumorose contro le lobby, non è mai riuscito ad entrare in Parlamento.Ti senti più leggero dopo questo addio?«Non è che prima mi sentissi appesantito. Diciamo che è stato un passo doveroso. Da un lato ho sentito il bisogno di fare chiarezza: la gente deve sapere se parlo in veste di politico o di giornalista. Preferisco tornare nel mio campo, al mio vecchio e unico mestiere».Ma ci sono anche ragioni politiche, dietro la decisione?«Non so come procederà Italexit. È difficile immaginare un forte partito apertamente antieuropeo in Italia. Lo spazio elettorale è estremamente esiguo, anche perché il centrodestra su alcune questioni ha dimostrato coerenza rispetto alle promesse elettorali».Un premier di lotta e di governo?«No, piuttosto direi un premier coraggioso, laddove riesce a sferrare colpi che vanno a segno contro l’ortodossia europea. Avere resistito alla ratifica del Mes è stato un gesto di grande audacia. Anche se pagheremo comunque un prezzo politico enorme dopo avere rotto le uova nel paniere ai Paesi dell’asse del Nord e ai mercati finanziari».Nel senso che qualcuno ce la farà pagare?«Certo, e sarà una vendetta a fuoco lento».Il Mes come simbolo dei mali europei?«Viviamo in una costellazione virtuale fatta di fondi, di Pnrr, di Patti di stabilità, di Mes. In nessuna parte del mondo funziona così. Questi strumenti non hanno niente a che vedere con un progetto politico e mostrano i limiti della Banca centrale europea».E al di là di questo, cosa resta?«Nulla. Al di là del Mes, l’Europa è un bluff. Non esiste come soggetto politico. Qual è la posizione europea sul conflitto in Ucraina o nel Medio Oriente? Al momento della pesa, l’Europa è un peso piuma».Eppure su ambulanti e balneari le pressioni si intensificano per favorire la liberalizzazione, rispettando i dettami europei.«Giorgia Meloni deve resistere a queste pressioni. Nonostante la narrazione dominante, io dico che non esiste alcuna casta dei balneari. Sono imprenditori come gli altri. Andare a gara sulle spiagge significa consentire ai grandi gruppi di conquistare le coste italiane. Non possiamo permetterlo».Non credi che la gestione degli stabilimenti vada liberalizzata, visti i prezzi dell’ultima estate?«Chiariamo: i balneari non sono tutti il Twiga di Briatore. La stragrande maggioranza è fatta dai Bagni Mariuccia, dai Lido Italia che fanno il loro onesto lavoro».Il canone di concessione non andrebbe ritoccato verso l’alto?«Andate a vedere quanto pagano di concessione le aziende che imbottigliano l’acqua minerale. Anche quella è una concessione, anche quello è un bene collettivo, con profitti decisamente più alti. E non dimentichiamoci che i balneari hanno costi tutto l’anno, come le tasse sui rifiuti e il mantenimento delle spiagge anche fuori stagione».E però ci sono norme europee che reclamano applicazione.«Non tutte le norme europee si adattano a un Paese come il nostro. I balneari hanno creato un settore turistico, hanno creato un sogno, la rotonda sul mare di Fred Bongusto. La spiaggia in Italia non è solo un modello di business, ma un pezzo di cultura nazionale, ricordato e celebrato anche al cinema. Ricordate Sapore di Mare?».Dunque il presidente Mattarella non avrebbe dovuto richiamare Parlamento e governo sul ddl concorrenza?«Mattarella critica le proroghe: proprio lui, che ha prorogato la permanenza al Quirinale fino a quattordici anni di mandato? Per carità, è tutto legittimo, ma il fatto che gli ultimi due presidenti abbiano accettato il bis per me rappresenta un’anomalia politica bella e buona».Nonostante tutto, il tuo pensiero resta euroscettico in purezza. Anzi, forse qualcosa di più.«Qualcuno crede che l’Unione europea sia un brutto anatroccolo che, con qualche buona riforma, si può trasformare in cigno. Io invece credo che l’evoluzione del brutto anatroccolo non avverrà mai».E perché?«Gli Stati europei che danno le carte non vogliono gli Stati uniti d’Europa, ma puntano a conservare in eterno la golden share sull’Unione. E l’Italia, in questo contesto, è destinata a giocare di sponda, vivendo delle sue eccellenze e subendo le mortificazioni delle misure a taglia unica di Bruxelles».Ma oggi nessuno vuole più uscire dall’euro, nemmeno Salvini e tantomeno Meloni…«A questo tema si arriverà forse, un giorno, quando finalmente i cittadini europei potranno esprimersi liberamente tramite referendum. Ipotesi sempre respinta con terrore, perché questa Europa nasce come creatura elitaria».Fratelli d’Italia dovrebbe quindi pendere verso il fronte sovranista, nell’alchimia delle alleanze europee in vista del voto?«Sarebbe una pessima notizia se Fdi diventasse europeista come popolari e socialisti. Bisogna partire dal presupposto che l’Europa non funziona. Da 25 anni, dopo la grande ubriacatura dell’euro, assistiamo al dibattito sulla “costruzione europea”. Eppure il debito pubblico europeo ancora non c’è. La global minimum tax, quella che dovrebbe abbattere i paradisi fiscali, non è stata accettata guarda caso da Olanda e Lussemburgo. Dunque, siamo di fronte all’assurdità di un’Europa che pur avendo una moneta unica è dilaniata da asimmetrie fiscali. E non solo». Ma il voto europeo potrebbe spostare gli assetti, e inaugurare un nuovo corso con una guida di centrodestra?«I numeri spingono verso una riconferma delle larghe intese, con il perpetuarsi di un allargamento verso est che per me non è indice di forza, ma di debolezza. E comunque io credo che l’Europa sia irriformabile». Davvero non ci sono possibilità di autoriforma?«Milei allontana l’Argentina dai Brics: come sarebbe bello se anche con l’Unione europea si potesse fare altrettanto. Come sarebbe bello se si lasciasse agli Stati la possibilità di confederarsi. Ognuno potrebbe decidere se e come allentare il vincolo. Del resto, perché continuare a impegnarsi, firmando e rinnovando debiti, nell’edificazione di un castello ideologico che è comunque destinato a cadere?».Dunque come dovrebbe proseguire il governo sulla strada dei rapporti con l’Ue?«Dovrebbe proseguire ispirandosi agli statisti: Craxi e Andreotti, che andrebbero rivalutati, a dispetto della “vulgata” giustizialista dei Travaglio. Loro fecero valere gli interessi nazionali, ritagliarono una posizione italiana forte nel Mediterraneo, soprattutto nei rapporti con il mondo arabo. E perseguendo scopi nazionali, hanno anche favorito tutto l’Occidente».Quindi pretendi dal governo più autonomia in politica estera?«Inutile parlare del “piano Mattei” se prima non ci ricordiamo chi è stato Mattei: un gigante, che ha pagato il fatto di avere avuto una visione indipendente, anche nei confronti della Nato e degli Stati Uniti. Viviamo nell’era dei padroni: politici e finanziari. Gli Stati devono essere più forti dei padroni, insistendo sulla strada del coraggio».Coraggio anche contro gli eccessi di certa magistratura?«È assurdo che dopo le frasi obbrobriose pubblicate sui social da un magistrato della corte dei Conti, nessuno abbia protestato. Quel magistrato ha parlato più duro della Schlein, e si è permesso di dire all’opposizione che è troppo morbida. Possibile che, anche di fronte a casi così plateali, nessuno si prenda la briga di toccare la magistratura? La saldatura tra magistratura e giornalisti è il peggior residuo della lunga stagione di Mani pulite».Contro obbligatorietà di vaccino e lockdown, il tuo partito era in prima linea. Cosa dobbiamo aspettarci dalla commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione della pandemia?«Mi aspetto lo stesso coraggio che il governo ha avuto sul Mes. Occorre dire la verità su quanto accaduto, a costo di scoperchiare un pentolone pieno di schifezze intollerabili e interessi lobbistici. È ora di guardare le carte, e i numeri veri. Ed è un lavoro che non può essere affidato solo agli esperti di quella stagione, che si sono rivelati perfetti sacerdoti del credo di Big Pharma».Pentito dell’avventura politica?«Non è stato semplice traslare in politica le mie posizioni, che, ammetto, sono spesso molto rigide. Ma rifarei tutte le battaglie che ho intrapreso, dalla prima all’ultima».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.