2024-03-21
Il Papa: «Non vaccinati negazionisti suicidi»
Papa Francesco (Getty Images)
Nell’autobiografia appena pubblicata, Francesco insulta chi rifiutò le iniezioni e torna a irridere il cardinale Raymond Leo Burke: «Qualche prelato rischiò di morire, io feci dosi e richiami». Arriva pure l’ecobenedizione ai lockdown: «Quando era tutto chiuso, il pianeta respirava».Non vaccinarsi contro il Covid «fu un atto di negazionismo quasi suicida». Non è il Vangelo secondo Burioni, Bassetti, Locatelli, Brusaferro o Speranza; sono le parole del Papa. Si è espresso proprio in questi termini, in Life. La mia storia nella Storia (HarperCollins), l’autobiografia scritta con il vaticanista Fabio Marchese Ragona.Le considerazioni sulla pandemia si trovano nel penultimo capitolo del libro, uscito martedì - il giorno di San Giuseppe - e preceduto da anticipazioni che si erano concentrate sul rapporto tra Francesco e Benedetto XVI («Figura strumentalizzata da gente senza scrupoli», ha commentato Jorge Mario Bergoglio), sull’opposizione al suo Pontificato e sulla sua ferma volontà di rimanere sul soglio fino alla fine, senza dimettersi («Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma non c’è questo rischio»). Nella sezione dedicata all’emergenza sanitaria, però, si trovano alcuni passaggi sconcertanti. Ad esempio, quello in cui il vicario di Cristo afferma che «vaccinarsi è sempre una scelta etica». Una frase che riecheggia quella di agosto 2021 («Vaccinarsi è un atto di amore») e quella di gennaio 2022 (allorché vaccinarsi era diventato addirittura «un obbligo morale»). Ma come poteva essere «etico» assumere un farmaco che, non bloccando il contagio, non ha fermato l’epidemia? Lo dimostra la cronaca: nonostante la campagna di inoculazione delle prime due dosi e l’avvio di quella per la terza, alla comparsa di Omicron, gli obblighi e le restrizioni vennero inaspriti, con la costruzione di un autentico regime fondato sul green pass. Tuttavia, sulla discriminazione arbitraria di persone che avevano preso una decisione financo discutibile, ma di certo non pericolosa per la salute altrui (in proporzione, si infettavano di più i vaccinati), il Papa argentino non aveva nulla da dire.Anzi, con il consueto spirito di misericordia, ne ha approfittato per randellare ancora i propri nemici. «Anche tra i vescovi», annota infatti nel volume, «ci furono alcuni negazionisti del vaccino: qualcuno di loro andò vicino alla morte perché rifiutò di curarsi». Naturalmente, Francesco non fa nomi, ma il riferimento è cristallino: parla del cardinale conservatore Raymond Leo Burke, che nell’estate del 2021 contrasse il Covid. I trattamenti medici, in realtà, li accettò eccome: lottò per la vita attaccato a un respiratore. Durante la disavventura, Bergoglio gli aveva lanciato una misericordiosa staffilata: «Nel collegio cardinalizio», riferì, «ci sono alcuni negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus. Ironia della vita». Solo che il Sars-Cov-2 aveva colpito, con la stessa ironia, altri porporati, sicuramente non «negazionisti» e probabilmente, almeno stando alle rivelazioni del sito specializzato Il Sismografo, vaccinati. Ad esempio, Jose Advincula, arcivescovo di Manila, finito in ospedale; Jorge Urosa, ex arcivescovo di Caracas, anche lui bisognoso di essere assistito in nosocomio. A febbraio 2021 si era infettato persino Óscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, fedelissimo di Francesco. Le dosi erano già disponibili, ma non si sa se il religioso avesse fatto in tempo a porgere il braccio.Purtroppo, il Pontefice preferisce liquidare pure la questione delle reazioni avverse, abbandonando il piglio battagliero che adotta in genere nei confronti delle multinazionali - in questo caso, Big pharma. Il successore di Pietro ha le idee chiarissime: le voci critiche su quei medicinali erano frutto di fantasie, «perché qualcuno aveva spiegato con superficialità il funzionamento degli antidoti, parlando soltanto di virus iniettati nel corpo; qualcun altro diceva che nelle fiale c’era solo acqua; c’è stato anche chi ha parlato pubblicamente di microchip che venivano impiantati, e tutto ciò ha contribuito a creare confusione e panico». E le miocarditi negli adolescenti? Le trombosi? Camilla Canepa? Incidenti di percorso? «Quando in Vaticano arrivò la prima dose», si limita a raccontare il Papa, «io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato». Ineccepibile: più grazie a Dio che grazie al vaccino.D’altro canto, la pandemia li ha fatti, i suoi miracoli. «Pensiamo», rileva ammirato il Pontefice, «al fatto che durante il Covid tutto si è fermato e, a livello ambientale, è stato come se il pianeta avesse ricominciato a respirare». Pare di rivedere l’entusiasmo della virologa Ilaria Capua per il ritorno dei delfini nel porto di Cagliari. Peccato che, mentre il mammifero marino sguazzava nelle acque sarde finalmente chiare e la Terra si liberava dell’ingombrante presenza umana, migliaia di persone stessero perdendo il lavoro a causa del lockdown. Più tardi, ai «negazionisti» sarebbe toccato un ulteriore supplizio: niente vaccino, niente stipendio. Bergoglio dovrebbe ricordarselo: l’obbligo vaccinale fu imposto anche ai dipendenti del Vaticano. Ce lo avreste visto Cristo a chiedere il green pass agli apostoli per entrare all’Ultima cena?
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