2025-05-09
Dagli Usa, amico del Sud globale. Il vero enigma è la Cina
L’elezione favorita da Timothy Dolan. Donald Trump: «Non vedo l’ora di incontrarlo», nonostante le critiche a J.D. Vance. E Vladimir Putin si dice «fiducioso».Una certa sorpresa ha accompagnato, ieri, l’elezione dell’agostiniano Robert Francis Prevost al soglio pontificio con il nome di Leone XIV. È senza dubbio ancora presto per capire quali saranno le sue mosse dal punto di vista della politica estera vaticana, anche perché, sotto questo aspetto, dirimente sarà la figura che designerà come segretario di Stato. È comunque possibile formulare qualche ipotesi, guardando non solo alle parole da lui pronunciate dal balcone di San Pietro ma anche al nome pontificale che ha scelto. Innanzitutto, nel suo primo discorso, Prevost ha fatto molto riferimento al tema della pace. «La pace sia con tutti voi», ha detto, per poi proseguire: «Grazie papa Francesco e ai cardinali che mi hanno scelto. Questo è il primo saluto del Cristo risorto. Vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie. A tutti i popoli, tutta la terra, la pace sia con voi. Pace disarmante, umile, perseverante». È quindi assai probabile che Prevost guarderà attentamente alle situazioni di conflitto di cui è disseminato il mondo: dal Medio Oriente all’Ucraina. Ieri Vladimir Putin si è detto «fiducioso» sulla possibilità che il dialogo tra Russia e Santa Sede continui a svilupparsi con il nuovo pontefice.Considerato molto vicino a papa Francesco, Prevost è statunitense ma è stato anche amministratore apostolico in Perù: ragion per cui è probabile che, all’interno della Sistina, abbia ottenuto l’appoggio dei porporati latinoamericani. Forse non a caso, ha parlato in spagnolo durante una parte del discorso dal balcone. La sua elezione potrebbe quindi avere un duplice significato dal punto di vista geopolitico. Da una parte, la Chiesa ha trasmesso la volontà di continuare a guardare con particolare interesse al Sud Globale. Dall’altra, si vuole al contempo smorzare un atteggiamento un po’ troppo antiamericano e antioccidentale che ha caratterizzato il papato precedente. La scelta di Prevost potrebbe, in qualche modo, rappresentare una sintesi di queste due tendenze. In tal senso, bisognerà vedere come il nuovo Papa si rapporterà ad alcuni dossier decisivi, come, per esempio, il controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi, firmato nel 2018 e rinnovato per la terza volta l’anno scorso.Certo, Prevost non è un ammiratore dell’amministrazione Trump. Di recente, aveva anche avuto una polemica con JD Vance sulla questione dell’accoglienza dei migranti, mentre una parte della base trumpista dura e pura non ha affatto gradito la sua elezione a papa (Laura Loomer lo ha addirittura bollato come «marxista»). Ciò detto, è il primo pontefice americano della storia. E i cardinali americani solitamente in conclave non si dividono tra «conservatori» e «progressisti» ma tendono a salvaguardare il principio dell’interesse nazionale. Lo stesso Donald Trump, ieri, si è congratulato con Prevost per l’elezione. «È un così grande onore realizzare che si tratta del primo papa americano», ha dichiarato. «Non vedo l’ora di incontrare papa Leone XIV», ha aggiunto. Sotto questo aspetto, è interessante anche il nome pontificale scelto da Prevost. Leone XIII, a cui probabilmente ha voluto rifarsi, nutrì ammirazione e interesse per gli Stati Uniti: approvò non solo la fondazione della Catholic University of America ma anche i decreti del terzo Concilio Plenario della Chiesa cattolica americana di Baltimora.In sintesi, sotto il profilo geopolitico, la scelta dei cardinali si è rivelata articolata. Da una parte, la continuità con Jorge Mario Bergoglio è evidente. Dall’altra, tale continuità - lo abbiamo visto - non è totale. E quanto stiamo dicendo è evidenziato dal fatto che, nonostante le aspettative di molti, alla fine il segretario di Stato uscente, Pietro Parolin, non è stato eletto. Segno, questo, che i porporati, nella Sistina, hanno deciso di correggere il tiro. E probabilmente la regia di questa correzione potrebbe essere arrivata proprio dalla delegazione statunitense: in particolare, chissà, da parte del cardinale Timothy Dolan che, secondo qualcuno, avrebbe potuto svolgere il ruolo di kingmaker. Chiaramente il futuro della politica estera vaticana resta al momento un enigma. Non abbiamo abbastanza elementi per capire come Leone XIV si muoverà sullo scacchiere internazionale. Ma le ragioni e le implicazioni della sua elezione potrebbero rivelarsi più complesse e sfumate di quanto possa apparire a prima vista.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.