2021-09-12
Pallone in crisi? Niente Irpef e Inps
La Figc comunica la sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi per i club di serie A. Il ministero non ne sapeva nulla e anche in Lega calcio ci sono malumori.L'ipotesi circolava da qualche giorno negli ambienti della Federcalcio e della Lega serie A. Ma in molti pensavano si trattasse di una battuta, una boutade di ripresa della stagione calcistica. E invece venerdì un comunicato stampa ufficiale della Figc, firmato dal segretario generale Marco Brunelli e dal presidente Gabriele Gravina ha deliberato la sospensione di tutti gli adempimenti fiscali per le squadre di serie A, B e C. In pratica le società di calcio possono evitare di pagare Irpef e i contributi Inps previsti per le scadenze di settembre, ottobre e dicembre. «Sono sospesi fino a nuova determinazione», recita la nota, che si è fatta sentire nelle stanze del ministero dell'Economia dove sembrano siano del tutto all'oscuro dell'iniziativa di Gravina. Nonostante il capo di gabinetto del Mef, Giuseppe Chinè, sia anche procuratore generale della stessa Figc. Del resto perché il calcio dovrebbe essere esentato dal pagare le tasse mentre tutti gli altri settori sono costretti a farlo? E soprattutto può un semplice organo di controllo come la Figc prendere un'iniziativa di questo tipo? Un paio di mesi fa Gravina aveva provato a incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, ma l'incontro era saltato. In via Rosellini a Milano, sede della Lega serie A, c'è chi arriva a dire che il comunicato Figc sia di fondo un'istigazione a delinquere. E soprattutto potrebbe rappresentare un aiuto da parte di Gravina a due società che in questi anni lo hanno appoggiato in consiglio federale: ovvero Genoa e Sampdoria. Le due squadre sono le più indebitate, tanto che persino il Comune ha chiesto nei mesi scorsi di saldare 1,6 milioni per la concessione dello stadio Marassi. Enrico Preziosi sta nel frattempo trattando la cessione della società rossoblu alla società di investimenti 777 Partners, mentre Massimo Ferrero non sembra così intenzionato a mollare. Anche se Viperetta è alla prese da tempo con una grave crisi finanziaria, tanto che la Samp si ritrova coinvolta nel concordato preventivo di Farvem ed è al momento gestita tramite il Trust Rosan. Insomma a entrambi i presidenti la sospensione dei pagamenti delle tasse potrebbe essere di grande aiuto. Meno di sicuro per le altre società. Difficile che big club come Juventus, Inter o Milan possano evitare di pagare l'Irpef tanto più se non ci sarà un atto ufficiale da parte del ministero dell'Economia e soprattutto dell'Agenzia delle entrate. In teoria un modo per venire incontro alle società di calcio ci sarebbe stato, cioè quello di chiedere ai calciatori di rinunciare almeno a un 8% del proprio stipendio. Ma a quanto pare Gravina avrebbe glissato su questa ipotesi per non inimicarsi l'Aic, associazione nazionale calciatori che vanta 52 delegati in assemblea, circa il 20% dei votanti. Per Gravina è meglio pesare sulle casse dello Stato piuttosto che sui giocatori. Perché «le disposizioni governative attualmente in vigore prevedono che gli eventi e le competizioni sportive sono consentite all'aperto con la presenza di pubblico per un massimo del 50% della capienza dell'impianto sportivo». In questo senso sarebbe giusta la sospensione dei pagamenti di Irpef e Inps. Per la Figc, infatti, «la disputa delle gare con capienza ridotta non consente ancora alle società professionistiche di superare la grave carenza di liquidità che connota i loro bilanci, per le ingenti perdite di incassi che stanno patendo a seguito della pandemia». Gli introiti degli stadi rappresentano un falso problema. La stessa Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport, aveva già detto che il sistema calcio era già in crisi prima della pandemia. La deliberà dovrà essere sottoposta alla ratifica del Consiglio federale. Ma tutti gli altri settori economici del nostro Paese che hanno sofferto la pandemia perché dovrebbero pagare subito le tasse?
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