2022-10-19
I Paesi del Nord puntano già i piedi per boicottare il piano anti inflazione
Ursula von der Leyen (Ansa)
Austria, Germania e Olanda scettiche sul price cap. Al progetto della Commissione mancano pezzi: rischio affossamento.Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha illustrato ieri l’ennesimo pacchetto di proposte che intende sottoporre al Consiglio per affrontare la crisi energetica. Insieme con Kadri Simson, commissario per l’Energia, e Mairead McGuinness, commissario per i Servizi finanziari, l’azzimata von der Leyen ha tratteggiato i principi generali dei provvedimenti, lasciando i dettagli alle colleghe. Non ci sono novità rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi, ma alcuni particolari interessanti sono emersi. Il regolamento proposto, che consta di 35 articoli, si divide in due temi principali: sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi. La von der Leyen ha anche colto l’occasione per mandare rassicurazioni sul prossimo futuro: «Gli impianti di stoccaggio di gas in Europa sono al 92%. La quota russa del gas via gasdotto è scesa al 9%, i 2/3 delle forniture russe sono stati tagliati. Grazie a tutto questo siamo preparati per affrontare l’inverno».Le parti più cogenti e dettagliate sono quelle legate alla sicurezza degli approvvigionamenti, cioè agli acquisti comuni e alla solidarietà tra Stati in caso di emergenza. È previsto che gli Stati debbano procedere obbligatoriamente all’acquisto congiunto di almeno il 15% dei volumi necessari a riempire gli stoccaggi europei, pari a poco meno di 14 miliardi di metri cubi. L’acquisto comune potrà svolgersi anche tramite la creazione di un consorzio di compratori e sarà possibile aggregare la domanda degli operatori europei, coinvolgendo un fornitore di servizi terzo che predisporrà una piattaforma attraverso cui chiedere offerte. Questa parte sembra fatta apposta per favorire la Germania, il maggiore consumatore di gas europeo, alle prese con un forte ridimensionamento delle forniture che costringeranno a riduzioni forzate dei consumi.Non clamorose, ma importanti, le norme sullo «sbottigliamento» dei gasdotti, mentre le norme sulla solidarietà sono quelle più cogenti perché obbligano alla solidarietà tutti i Paesi, anche in assenza di accordi bilaterali (sinora ne erano stati stipulati solo 6 sui 40 possibili). L’articolato si diffonde sulle regole per chiedere e dare solidarietà nel caso in cui un Paese vada in emergenza gas. Essendo una situazione straordinaria, il regolamento norma anche prezzi e flussi di gas conseguenti.Riguardo ai prezzi, si istituisce un nuovo riferimento per i prezzi del Lng scambiato in Europa, per separare questo mercato da quello dell’ormai famigerato mercato olandese, il Ttf. Il Ttf sarà dotato invece di un «freno automatico» nel caso in cui la volatilità all’interno di un singolo giorno di contrattazione superi una certa soglia. Il freno, che non è un tetto, dovrebbe solo sospendere le contrattazioni momentaneamente, ma il regolamento di dettaglio è rimandato ad atti successivi e diversi.Infine, il «meccanismo di correzione dinamica del mercato»: ovvero, quello che dovrebbe essere l’originario tetto al prezzo del gas tanto agognato da Mario Draghi e dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Secondo l’articolo 23, il Consiglio, su proposta della Commissione, può adottare un meccanismo temporaneo (massimo tre mesi) che limiti episodi di prezzi eccessivi. Il meccanismo deve determinare una «correzione dinamica del mercato» che si applicherebbe solo al Ttf, il cui prezzo così rimodulato dovrà essere coordinato tramite «corridoi dinamici» con i prezzi degli altri hub europei. Il meccanismo può essere attuato a condizione che questo: a) non pregiudichi gli scambi di gas fuori Borsa; c) non metta a repentaglio la sicurezza dell’approvvigionamento di gas dell’Unione; d) dipenda dai progressi compiuti nell’attuazione dell’obiettivo di risparmio di gas; e) non comporti un aumento complessivo del consumo di gas; f) sia progettato in modo tale da non impedire i flussi di gas intra Ue basati sul mercato; g) non pregiudichi la stabilità e l’ordinato funzionamento dei mercati dei derivati energetici; h) tenga conto dei prezzi di mercato del gas nei diversi mercati organizzati nell’Ue.Nessun’altra previsione normativa di questo regolamento è soggetta a una tale mole di condizioni, che la rendono nei fatti inapplicabile, oltre che, in realtà, ancora tutta da inventare. Sarebbe la Commissione a dover preparare il marchingegno per poi proporlo al Consiglio. Ma il sospetto è che questo non accadrà mai.Fonti Ue hanno fatto sapere che il tetto dinamico e temporaneo «risponde molto da vicino a ciò che è stato richiesto e discusso» con l’Italia e altri 14 Paesi. Una sottolineatura che sa di cortesia nei confronti dell’uscente Draghi che nell’ultimo Consiglio a Praga pare sia stato molto diretto, lamentando i ritardi sul tema. Un rilievo che però può anche avere una doppia lettura, dato che si sta parlando di una misura eventuale e temporanea, la cui attuazione on demand è subordinata a ben sette condizioni, alcune delle quali difficili persino da verificare. Insomma, si sta parlando di qualcosa che nei fatti difficilmente vedrà mai la luce. Tanto che le medesime fonti poco dopo si premurano di far sapere che anche l’Austria, oltre a Germania e Olanda, figura tra i Paesi più scettici sulla proposta di price cap dinamico sui prezzi del gas, nel timore che la sua introduzione porti a un calo delle forniture. Significativo anche il fatto che nel regolamento non ci sia traccia del decoupling tra gas ed elettricità. Mentre in Italia qualcuno si glorierà di un successo inesistente, la Germania porta a casa ciò che più le sta a cuore, cioè la solidarietà e gli acquisti congiunti con il coordinamento dell’attività di riempimento degli stoccaggi. Il nuovo ministro del prossimo governo italiano avrà subito molto, molto da fare