2024-08-20
Ötztaler Radmarathon e Olimpiadi: un paragone azzardato ma non troppo
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Ötztal Tourismus @Ernst Lorenzi
Il prossimo 2 settembre prenderà il via la 43ª edizione della Ötztaler Radmarathon con partenza da Sölden, in Tirolo, e via per 227 chilometri e 5.500 metri di dislivello affrontati dai ciclisti in sicurezza con le strade chiuse al traffico.Il percorso si sviluppa a cavallo tra Austria e Italia, tra il Tirolo e l’Alto Adige, e i corridori devono affrontare 4 passi alpini, il Kühtai (18 chilometri per 1.200 metri di dislivello), il Brennero (37.5 chilometri per 777 metri di dislivello), il Giovo (15,5 chilometri per 1.130 metri di dislivello) e il Rombo (29 chilometri per 1724 metri di dislivello).Oltre ai passi alpini, il tracciato è costellato da paesaggi incantati, discese alpine tecniche mozzafiato (tra una curva e l’altra, scendendo dal Kühtai verso Innsbruck si raggiungono i 100 chilometri orari!) e centri abitati al cui passaggio i ciclisti ricevono un tifo, un’accoglienza e un calore degni dei Grandi Giri.I numeri e la bellezza dei luoghi svelano croce e delizia di questa manifestazione, un percorso che fa assurgere la Ötztaler alla granfondo più dura di Europa ma talmente affascinante da richiamare ogni anno circa 5.000 appassionati (tetto limite imposto dagli organizzatori per garantire la sicurezza dei partecipanti) in gran parte provenienti da tutta Europa.L’aspetto che più sorprende della granfondo è vedere il sorriso stampato sulle facce dei ciclisti, anche nei passaggi più duri, e la solidarietà che serpeggia silenziosa tra di loro mentre avanzano lentamente nei tornanti più irti.Non si parla mentre si pedala sulle asperità, ma gli sguardi esprimono tutto il senso di questa gara: non c’è censo, tutti ci si sente uguali, ci si aiuta nelle difficoltà, tutti sono accomunati dalla fatica e rapiti dalla maestosità delle valli che arrivati in cima ci si sente di dominare (e già, perché da sotto, vedendo le vette e i passi lassù in alto, i sentimenti sono opposti).Questo miscuglio di emozioni man mano che ci si avvicina al traguardo si trasformano in una crescente euforia che tocca l’apice quando si taglia il traguardo, qualunque sia la posizione in classifica. Non conta come si arriva, conta solo arrivare. L’impresa è tagliare il traguardo che allo stesso tempo significa vincere a prescindere dalla classifica.Non a caso questa magnifica gara festeggia insieme ai vincitori anche l’ultimo arrivato, che riceve gli stessi onori dei primi. Fin tanto che l’ultimo concorrente non taglia il traguardo non si festeggia, ma dopo si mangia e, soprattutto, si beve tutti insieme parlando la stessa lingua della felicità.Sono appena terminate le Olimpiadi che tanto hanno insegnato in termini di umanità e solidarietà. Anche chi partecipa all’Ötztaler, anche se solo per questi aspetti, è a suo modo un olimpionico.
Volodymyr Zelensky (Ansa)