2022-02-11
Ossa rotte, risate e nessun limite. Il calcio degli «asini» al perbenismo
Il cast di «Jackass Forever» (Universal Pictures)
Per anni la combriccola sciroccata di «Jackass» ha demolito convenzioni e tabù con una comicità demenziale ma rivoluzionaria: in un mondo di quote da proteggere, hanno preso per i fondelli tutti. Partendo da sé stessi.Un tempo, Rousseau e Voltaire si scrissero parole di fuoco, litigando sul valore socializzante degli spettacoli teatrali. Oggi, nell’era del perbenismo imperante che, con il proposito di tutelare le differenze tra individui, finisce per abolirle, e che in America annovera nel movimento Black lives matter e negli abbattitori delle statue gli esponenti più in vista dell’oltranzismo liberal, il ritorno degli ex ragazzacci terribili di Jackass suona come uno scherzo della Provvidenza. E di socializzante ha moltissimo. La combriccola di stuntman capace, nei primi anni del secolo, di prendersi gioco di tutto e di tutti, forte di una comicità demenziale e sporcacciona, e di imprese fisiche ai limiti del disturbante, delle differenze non si cura proprio: oltraggia tutti, minoranze e maggioranze, femministe e anziani, nani e ballerine, neri e bianchi, «conformi» e non. Insomma, del politicamente corretto se ne frega. Quasi a dire: volete un mondo in cui ogni verità è relativizzabile? Vi accontentiamo, per noi non esistono paletti ideologici. In qualche salotto ultradem di Manhattan, qualcuno potrebbe ritrovarsi percorso da brividi, verrebbe da pensare. E invece, secondo un articolo dell’Hollywood Reporter, il nuovo film Jackass Forever, in arrivo in Italia il 10 marzo, rappresenta «il capolavoro che unisce l’America», portando a una tregua le fazioni contrapposte sulle diverse visioni del mondo. L’Associated Press parla di «antidoto sfrenato alle persone belle e senza macchia che interpretano gli eroi che non sanguinano mai», Rolling Stone scrive di come la pellicola offra «battutacce sulla lunghezza dell’organo maschile, ma anche acrobazie folli e trovate assurde, in un cocktail incredibilmente fantastico», fino al Washington Post: «Il messaggio del film sta nel dolore, universale e inevitabile, e nella possibilità di esorcizzarlo con spiriti affini con cui riderne». In altre parole, Jackass Forever sta facendo ritrovare a un’America seriosa e impaurita la leggerezza bipartisan del fanciullino scemo. Prima però è bene capire chi siano, gli antieroi di Jackass. Nel gergo anglofono, il loro nome si riferisce al «somaro», o comunque a un individuo non particolarmente dotato di brillantezza. La denominazione nasce come titolo di un programma televisivo trasmesso dal 2000 al 2002 sull’emittente Mtv, esportato in Italia dal 2001. La banda di folli stuntman capitanata di Johnny Knoxville, oggi cinquantenne, si ritrovò come protagonista del programma quando lo stesso Knoxville, sul finire degli anni Novanta, ebbe la furba idea di condurre un’inchiesta sulle armi di autodifesa testandole su sé stesso: dallo spray al peperoncino al teaser con le scosse elettriche. Quella maieutica dell’autolesionismo demenziale accese la lampadina nei redattori della rivista di skateboard e cultura di strada Big Brother, che ingaggiarono Knoxville, proponendogli di filmare le sue strambe imprese, realizzando piccoli sketch. Da lì, la curiosità intorno al personaggio e alla sua combriccola di sodali (da Bam Margera, stuntman e campione di skateboard a Jason Shannon Acuña, affetto da nanismo) si diffuse a macchia d’olio nel territorio nordamericano. Le puntate di Jackass erano disturbanti e manicomiali, le trovate, figlie di una comicità basata sui travestimenti, su una gestualità fisica esasperata e su battutacce senza ritegno. Negli anni, Knoxville e i suoi si sono fatti rincorrere senza protezione da un branco di tori inferociti, hanno soggiornato in un’auto con i finestrini chiusi assieme a uno sciame di api, si sono fatti pungere sulle chiappe dagli scorpioni, hanno sniffato estratti di wasabi, la pianta giapponese, di per sé già urticante persino se accostata alla bocca. Si sono travestiti da anziani, realizzando candid camera e scherzi ai limiti della decenza, dimostrando come a una persona in là con gli anni si possa concedere indulgenza, ma neanche troppa. Hanno messo a repentaglio, letteralmente, la salute dei loro genitali, non rinunciando a riderci sopra con battute da caserma. Ospitando, di volta in volta nello show personaggi del mondo della musica e dello spettacolo, su tutti la popolare Bloodhound Gang, gruppo musicale famoso alla fine degli anni Novanta per il video The bad touch, in cui, orchestrando la parodia dei documentari in onda su Discovery Channel, si travestivano da scimmie, molestando ragazze bellissime (oggi un video del genere comporterebbe l’indignazione social d’ufficio). Dal marchio Jackass sono nati tre film e diversi progetti collaterali. Jackass Forever, che mostra i protagonisti un po' imbolsiti e meno spavaldi di un tempo, ne è una sorta di canto del cigno celebrativo. E anche un brindisi alle ingenti spese sostenute dalla produzione per curare gli infortuni sul set. Secondo uno studio commissionato dalla statunitense Nova Legal Funding, il costo totale stimato delle lesioni subite dal cast di Jackass nel corso di anni di bravate si attesta a 24 milioni di dollari, con Johnny Knoxville che, da solo, ne sarebbe costati circa 8. L’attore è seguito da Ehren McGhehey a 7 milioni e dal collega Steve-O a 5. La vita è dolore, si ostinano a ripetere, e il loro scopo è rendere il dolore demenziale. Non risparmiando nessuno dal tritacarne forsennato delle loro trovate bislacche.