2024-10-20
Stop all’apertura di nuove miniere. Il prezzo dell’oro crescerà ancora
Nel mondo sono ferme le esplorazioni, così gli acquisti delle banche centrali, le guerre in corso e l’Intelligenza artificiale stanno spingendo la domanda. Al punto che serve riciclare gioielli per soddisfare le grandi richieste.Nel 2024 il costo dei variabili si è già ridotto e i future sull’Euribor scontano un altro taglio Bce a dicembre. Notevoli risparmi per prestiti da 150.000 euro. E nel 2025...Lo speciale contiene due articoli.Venerdi l'oro ha toccato un nuovo record, superando di slancio la soglia di 2.700 dollari l'oncia fermandosi a quota 2.706 (+1%). Dall’inizio dell’anno la corsa non si è fermata segnando nuovi record per trentaquattro volte consecutive.Questo straordinario balzo ha portato alla mente eventi storici come il famoso Ferragosto del 1971, quando il presidente americano Richard Nixon decise di abbandonare il regime aureo, rompendo il legame tra il dollaro e l'oro fissato a 35 dollari per oncia. Da quel momento il metallo prezioso ha visto un incremento vertiginoso del 7.710% rispetto al dollaro.Negli ultimi dodici mesi, il valore dell'oro è salito da circa 1.800 a oltre 2.700 dollari l’oncia, e le ragioni sono molteplici. Una delle principali è legata alla politica monetaria della Federal Reserve. Se la banca centrale Usa dovesse continuare a ridurre i tassi d’interesse, l’oro potrebbe ulteriormente apprezzarsi, dato che i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi calerebbero, rendendo il metallo giallo un investimento più attraente.Ma la questione non è solo di finanza. L’oro, tradizionalmente considerato un bene rifugio, è stato acquistato in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche, con guerre in Europa e Medio Oriente. La legge della domanda e dell’offerta gioca un ruolo cruciale: stimoli fiscali e monetari dalla Cina suggeriscono un aumento della domanda futura.Il rapporto del World Gold Council ha evidenziato che la domanda globale di oro è aumentata del 4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 1.258 tonnellate. Il secondo trimestre del 2024 è stato il più forte da decenni, trainato da un notevole aumento del 53% nelle transazioni, che hanno totalizzato 329 tonnellate. Anche le banche centrali hanno incrementato gli acquisti di 183 tonnellate, un segnale di diversificazione delle riserve in un contesto economico e geopolitico complesso.La domanda nel settore tecnologico ha visto un incremento dell’11%, legato al boom dell'intelligenza artificiale, che ha spinto la richiesta di componenti contenenti oro. Tuttavia, l’offerta sta affrontando sfide mai viste. Secondo il World Gold Council, la produzione mineraria è stagnante. Solo il riciclo di gioielli d’oro ha permesso di soddisfare parte della domanda. Nel mondo infatti, non ci sono nuove esplorazioni e a produrre sono esclusivamente le miniere già esistenti.L’estrazione ha raggiunto il tetto nel 2016, e da allora è rimasta sostanzialmente stabile. Gli esperti sottolineano che trovare nuove risorse e avviare miniere è diventato sempre più difficile. Gli ostacoli includono il lungo processo necessario per passare dalla scoperta alla produzione (almeno dieci anni) e le difficoltà nell'ottenere i permessi governativi. Senza contare gli intralci delle organizzazioni che scendono in campo per difendere l’ambiente e tutelare il lavoro. L’attenzione si sta spostando dagli storici mercati di Cina e India agli Stati Uniti, dove l’interesse per l’oro tra i piccolo investitori è in crescita. L’esperimento della catena di ipermercati Costco (seconda catena commerciale Usa) di vendere lingottini nei suoi negozi ha avuto un buon riscontro, indicando una domanda crescente per l’oro fisico. E l’offerta? Sempre secondo il World Gold Council, la domanda di oro nel 2023 ha raggiunto 4.448 tonnellate, mentre la produzione si è fermata a 3.644 tonnellate, creando un deficit di 804 tonnellate. Solo il riciclo di 1.237 tonnellate di gioielli ha reso possibile soddisfare la domanda. Nel secondo trimestre di quest’ano anno, l’offerta di oro è aumentata del 4% rispetto all'anno precedente, con una produzione di 929 tonnellate. Il riutilizzo dell’oro esistente ha contribuito con 335,4 tonnellate. Tuttavia non è stato sufficiente perché la domanda è stata di 1.258,2 tonnellate, lasciando un deficit di 329 tonnellate. Secondo un report di Bank of America, il metallo sta attirando capitali tradizionalmente destinati a titoli di Stato, a causa delle preoccupazioni sul debito pubblico americano, destinato a crescere in un contesto di spesa pubblica elevata.Le previsioni sono tutte orientate al rialzo. Un report di Bank of America, indica un target price di 3.000 dollari all’oncia. Le aspettative di futuri aumenti sono quindi ben fondate. La vecchia catenina regalata dalla nonna per il battesimo abbandonata per decenni in fondo al cassetto potrebbe diventare un piccolo tesoro da custodire con cura. A meno che non riprenda qualcosa di simile alla corsa all’oro nel Klondike. Ma questa, almeno per il momento, è solo una leggenda.Per il World Gold Council, nella storia sono state estratte circa 212.582 tonnellate di oro, principalmente in Cina, Sudafrica e Australia, mentre le riserve sono stimate in circa 57.000 tonnellate. Attualmente, se ogni oncia di oro estratto fosse disposta una accanto all’altra, il cubo risultante misurerebbe solo circa 22 metri per lato.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/oro-prezzi-crescita-2669444316.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="mutui-rata-giu-di-70-euro-al-mese" data-post-id="2669444316" data-published-at="1729371788" data-use-pagination="False"> Mutui, rata giù di 70 euro al mese La politica del «navighiamo a vista» non è cambiata. Nel senso che anche dopo l’ultimo taglio dei tassi dello scorso giovedì, la Banca centrale europea non ha dato indicazioni precise su quello che succederà nel meeting di dicembre. Ma il linguaggio usato sull’inflazione futura, che dovrebbe scendere verso l’obiettivo del 2% prima di quanto previsto, le previsioni di buona parte degli analisti e l’andamento dei future sull’Euribor lasciano intendere che prima della fine dell’anno il costo del denaro in Europa raggiungerà la soglia del 3%. Insomma, ci sarà un altro taglio dello 0,25%. Se così fosse, e vale la pena ricordare che di solito l’Euribor (che è il tasso di riferimento dei mutui variabili) sconta prima le sforbiciate di Francoforte, vorrebbe dire che da inizio 2024 il costo del denaro sarebbe passato dal 4 al 3%. Certo, non c’è stato quello choc da mezzo punto percentuale che in tanti auspicavano. Ma l’effetto sui prestiti che gli italiani contraggono per acquistare casa inizia ad essere consistente. Di quanto parliamo? Se prendiamo come riferimento un mutuo da 150.000 euro a 30 anni sottoscritto a gennaio 2021 con un tasso variabile pari all’Euribor 3 mesi maggiorato dell’1% di spread, vediamo come la rata iniziale che era pari a 445,5 euro al mese, a novembre e dicembre 2023 ha toccato il massimo arrivando a quota 757,38 euro, ma poi man mano è calata fino a raggiungere quota 734,43 euro. A breve potrebbe attestarsi sui 713,49 euro e se a dicembre l’Euribor scendesse davvero al 3%, a gennaio potrebbe raggiungre quota 688 euro. Se le simulazioni di MutuiSupermarket si rivelassero corrette vorrebbe dire che nel 2024 gli italiani arriverebbero a risparmiare circa 70 euro al mese sul mutuo. Che inizia a essere una bella cifra. Che potrebbe diventare ancora più corposa se per la fine del prossimo anno, così come prevedono ancora i future sull’Eurobor, si dovesse toccare il minimo intorno all’1,9%. Vorrebbe dire incamerare un risparmio di ulteriori 90 euro al mese, sempre prendendo come riferimento il mutuo variabile da 150.000 euro di cui prima. Certo, qui stiamo correndo troppo avanti. Restiamo sull’attualità. Anche perché normalmente l’ultima parte dell’anno è foriera di offerte sulle condizioni e di promozioni da parte delle banche. «Di recente», evidenzia Guido Bertolino, responsabile business development di MutuiSupermarket.it, «Bper ha lanciato una promozione sui mutui green e non escludo, come accaduto negli ultimi due anni, che altri istituti lancino delle promo a novembre per fare raccolta di richieste da erogare nei primi mesi del 2025». Più tranquilla invece la situazione lato tasso fisso con l’Eurirs (il tasso di riferimento) che ha una correlazione meno diretta rispetto alle decisioni della Banca Centrale Europea. A giugno, in occasione della sforbiciata che aveva portato i tassi dal 4 al 3,75%, gli indici Irs erano rimasti invariati, in quanto il taglio era ampiamente atteso dai mercati. Nel corso del mese di agosto, invece, con i nuovi dati sull’inflazione e sulla crescita economica, le attese di tagli più rapidi erano aumentate e gli indici Irs di conseguenza le avevano recepite riducendosi di circa 20 punti base. «Lato tassi fissi», spiega lo stesso Bertolino, «non credo ci saranno grandi impatti rispetto ai livelli attuali, in quanto il taglio di giovedì era ampiamente atteso dai mercato e quindi già ammortizzato dall’Irs». Da ricordare che i migliori prodotti che garantiscono una rata costante oscillano intorno al 3%, ma se si tratta di immobili green si arriva anche al 2,60%.
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)