2019-05-16
«Ormai per i pro life è a rischio la stessa libertà di espressione»
Parla Virginia Coda Nunziante la presidente della Marcia per la vita che si terrà sabato a Roma: «Dopo Verona il clima si è fatto più teso, ma noi non abbiamo paura». L'appuntamento è fissato per sabato pomeriggio a Roma. Ritrovo alle 14 a piazza della Repubblica, chiusura dell'evento prevista per le 17.30 a piazza Venezia. Lo slogan è: «Per la vita senza compromessi». E, in effetti, di questi tempi chi vuole difendere la natalità e gli altri temi cari al mondo pro life deve mostrare parecchia determinazione, onde far fronte agli attacchi sempre più violenti che arrivano da ogni dove. Virginia Coda Nunziante, presidente della Marcia per la vita, ne è più che consapevole. A Roma è stato esposto un manifesto pro vita e subito, da sinistra, sono arrivate le richieste di censura. Ormai è automatico: appena si sfiora l'argomento, inizia l'assalto. «È proprio così. Oggi sperimentiamo una vera dittatura del pensiero unico, del politicamente corretto. Appena qualcosa esce dallo schema prefissato, subito arrivano le richieste di censura. Per altro, nel caso del manifesto che ha citato, chiedono di censurare qualcosa che è assolutamente naturale e umano. Quel manifesto mostra la realtà della vita, la realtà dell'inizio del concepimento. Questo è il punto: oggi si tende a negare la realtà perché si vuole negare la natura». Manifesto a parte, c'è il precedente del Congresso delle famiglie di Verona. In quel caso la contestazione si è trasformata in contestazioni di piazza. «Siamo sempre lì: quando si organizzano eventi che hanno grande risonanza e ci si riappropria dello spazio pubblico, scatta la reazione. Da una parte ci sono le richieste di censura. Dall'altra - come nel caso della “contro piazza" allestita a Verona, c'è il tentativo di tapparci la bocca. Ormai non si può più nemmeno parlare di determinate tematiche. È il clima che si respira nei nostri Paesi. Un processo molto pericoloso a cui reagire scendono in piazza, perché a poco a poco ci toglieranno anche la libertà di esprimerci, la libertà di parola». Considerando che cosa è accaduto a Verona, temete che ci siano contestazioni alla Marcia romana?«Negli anni passati non abbiamo mai avuto problemi. Tutto si è svolto nella massima tranquillità, anche perché la Questura ha sempre lavorato bene e ha tenuto lontani i vari contestatori. Dunque in piazza non avremo problemi nemmeno quest'anno: le forze dell'ordine operano nel modo migliore, e sono certa che tutto si svolgerà senza intoppi. Ci muoviamo lungo percorsi che vengono stabiliti dalla Questura e dal Comune, eventuali contestatori non vengono nemmeno fatti avvicinare. Poi è probabile che ci siano contestazioni o provocazioni da parte delle femministe o di altri attivisti, anche perché dopo Verona il clima è più teso. Ma l'importante è che tutto rientri nella normalità. Nel senso che se le contestazioni sono civili, non ci spaventano, fanno parte della normalità del dialogo». Parliamo allora dei contenuti. Quali sono gli obiettivi della Marcia di quest'anno?«La Marcia, come sempre, ha un primissimo obiettivo che è quello di riportare il dibattito sul tema della vita nello spazio pubblico. Ovviamente il tema della vita riguarda principalmente l'aborto, anche perché ormai sono 41 anni che abbiamo la legge. Però quest'anno daremo particolare attenzione anche al tema dell'eutanasia». Per quale motivo?«Dopo la legge sulle Dat del 2017 è di fatto stata legalizzata l'eutanasia passiva. Ora, con la legge che è attualmente in discussione in Parlamento, potremmo arrivare all'eutanasia attiva vera e propria. Ecco perché ci impegniamo su questo tema: perché c'è in gioco anche qui la difesa della vita. Stiamo parlando della vita dei più deboli, e non possiamo certo accettare che una legge del genere venga approvata nel nostro Paese. Vogliamo dimostrare che in Italia c'è chi resiste e non si piega alla dittatura del pensiero unico». Restiamo un attimo sull'aborto. Quest'anno, da sinistra, c'è stata parecchia mobilitazione sul tema. Si dice che in Italia sia a rischio il «diritto di abortire», voi venite considerati dei «medievali» che vogliono riportarci indietro di decine di anni. «Guardi, quando sento dire che siamo “medievali" mi viene da sorridere. Quando parliamo di aborto, parliamo di uccidere degli innocenti, delle persone che non possono reagire né difendersi. Il diritto del bambino a nascere è inalienabile. Ecco perché vogliamo sollevare il velo dell'ipocrisia. Va in questa direzione anche il manifesto affisso a Roma: mostra quello che non vogliono farvi vedere, ovvero l'embrione. Quell'immagine spiega che è già a tutti gli effetti un bambino, e che quando si fa un aborto si uccide un essere umano innocente. Oggi ci si strappa le vesti - anche giustamente - per il cosiddetto femminicidio. Resta comunque un orrore, ma la donna una minima possibilità di provare a difendersi ce l'ha. Nel caso del bambino dentro al grembo materno, invece, non c'è alcuna possibilità di difesa. La Marcia per la vita deve riportare alla luce i diritti di questi bambini di cui nessuno parla più. Noi vogliamo difendere i loro diritti visto che nessuno lo fa». Avrete molti ospiti provenienti dall'estero. «La Marcia di Roma sta diventando sempre di più internazionale, verranno rappresentanti dei maggiori movimenti pro life del mondo. Per esempio parleranno i responsabili della Marcia per la vita della Nuova Zelanda e dell'Argentina. Inoltre per la prima volta avremo una televisione americana che seguirà tutto l'evento in diretta. Si tratta di Ewtn, la maggiore tv cattolica statunitense. Tutto questo è molto interessante perché fa capire come Roma stia diventando un punto di riferimento a livello globale per l'universo pro life e come si stia creando un forte collegamento fra tutte le varie realtà pro vita del mondo, che potranno così avere una forza maggiore di pressione».
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